Autore: Carlo Zanda
Titolo: Un bel posticino – La Spoon River di Hermann Hesse
Editore: Marcos y Marcos
Genere: biografia
Numero di pagine: 370
Prezzo: 25,00 euro
Dopo la breve introduzione, il vero libro si apre con la pianta di un cimitero. È il cimitero di Sant’ Abbondio, il “bel posticino” in Canton Ticino che il grande scrittore Hermann Hesse scelse per riposare in eterno. Accanto alla pianta una lista di nomi, ognuno collocato nel luogo dove realmente il suo corpo riposa. Tante persone i cui piedi davvero hanno calcato il suolo di questa terra e che in comune avevano due cose: l’aver vissuto in Ticino, sulla Collina d’Oro, e l’aver conosciuto Hesse. Una vera Spoon River, quindi, questa particolarissima biografia, che ricostruisce l’esistenza dello scrittore attraverso quella delle persone con cui egli l’ha condivisa.
Hermann Hesse si trasferì in Ticino nel 1919, in fuga dalla ressa delle grandi città, in fuga dalla guerra che pareva non essere davvero finita e da una famiglia con talmente tanti problemi da non sembrargli più sua. La pace del Ticino, delle sue campagne e della sua gente semplice lo conquistò immediatamente, spingendolo ad affittare una stanza in un casolare chiamato Casa Camuzzi.
In Ticino Hesse trascorse tutto ciò che rimaneva della sua vita, venendo in contatto con gente semplice eppure straordinaria, come il parroco di Sant’Abbondio, don Cesare Lepori, un giovane capace di appianare le dissidenze tra conservatori ed innovatori, come anche con persone dalla chiara fama, coeme Hugo Ball, con cui la vita non fu magnanima. Si sposò due, volte, finendo per trovare nella sua Ninon la donna che non lo avrebbe abbandonato più.
Hermann Hesse, tuttavia, non è altro che una scusa per raccontare la vita di un paesello della Svizzera rurale e dei suoi abitanti, gente semplice, che mai sarebbe stata citata in un libro se non le fosse capitato di trovarsi sulla strada di un famoso scrittore. Con voce chiara e sintetica, Zanda propone al lettore tante testimonianze che profumano di vita di ogni giorno, accompagnate da fotografie dell’epoca, ritratti sbiaditi di amici, dipendenti e parenti che, passando davanti alla Casa Rossa di Hesse, alla fine della sua esistenza, si ritrovavano nel dubbio: passare oltre o bussare ancora una volta a quella porta, per regalare, forse, l’ultimo saluto a quell’uomo tanto noto che aveva scelto la splendidamente sconosciuta Collina d’Oro come luogo di riposo e di pace.
“Quando un uomo è diventato vecchio e ha fatto quanto doveva, non gli resta che entrare pacificamente in confidenza con la morte. Degli uomini non ha bisogno. Li conosce, li ha osservati abbastanza. Quanto ora gli serve è la pace. Non è elegante cercarlo, volergli parlare, tediarlo con pettegolezzi. Conviene passare davanti alla sua abitazione come se non vi abitasse nessuno.”