
Autore: Nicola Vacca
Data di pubbl.: 2019
Casa Editrice: L'ArgoLibro Edizioni
Genere: Poesia
Pagine: 82
Prezzo: 14 €
Nel libro che non avrebbe mai voluto scrivere, Nicola Vacca traccia i versi più belli. Potrebbe sembrare un paradosso, invece, proprio tra queste pagine scopriamo la forza salvifica della parola, in quanto espiatrice del dolore. Tutti i nomi di un padre è capace di rendere la morte una faccenda di pubblico dominio, proprio perché Ella non è mai una questione privata. Elevata a tabù dal nostro sistema evanescente e atemporale, la morte diventa, in questa raccolta, amica della vita, compagna che non si aspetta ma verso la quale si va incontro.
Mio padre mi chiede/ dove stiamo andando?/Da nessuna parte/perché da nessuna parte veniamo.
Nicola Vacca parla delle morti del padre e della madre, e per quanto siano fatti personali, accadimenti la cui forza non si rivela agli altri, si manifestano comunque sostanzialmente, diventando segni universali; tutti infatti, prima o poi, saranno spettatori di un lutto. E sebbene questa sia una tragedia, è anche l’unica certezza che accompagna l’uomo nel suo incedere verso la soglia.
Nelle poesie di Vacca vi è la percezione dell’assenza, passaggio obbligatorio per giungere al ricordo.
Oggi ho indossato la sua fragranza/mi sono fatto la barba con il suo rasoio/ho toccato le cose/con cui ogni mattina mio padre/dava il buongiorno al mondo./Sono uscito di casa/avendolo addosso./Così sarà per sempre.
Il ricordo è una sensazione elaborata che, per quanto edulcorata, rivela un passato declinato al presente. Quanto più l’assenza è avvertita, tanto più ogni rimembranza irrompe davanti agli occhi. È questo il momento in cui la poiesi parla e la parola è strumento del sentimento del tempo. La parola, infatti, è sempre espressione del sentire. Noi avvertiamo la nostra voce interna, noi parliamo attraverso il nostro pensare, noi siamo i ricordi, noi chiamiamo per nome i nostri lutti e mai riusciamo a disfarcene, perché fin quando la memoria conserva l’essenza dei nostri cari nulla diventa muto; neanche il dolore.
Tutti i nomi di un padre porta con sé un linguaggio sincero, un verso puro, una parola che ha una sola interpretazione. Se l’uomo è vero solo davanti alla sua morte, allora, lo è anche davanti a quella degli altri; e anche se prova a ignorarla, è comunque costretto a fare i conti con una fine che non apporta gioia.
Teniamoci stretti/sentiamoci addosso/perché in qualsiasi momento/la tenerezza può essere recisa dal dolore./Teniamoci stretti perché la vita/è crudele nel toglierci la vita.