Tredici giorni al rifugio – Riccardo Mazzamuto

Titolo: Tredici giorni al rifugio
Autore: Riccardo Mazzamuto
Casa Editrice: Eretica edizioni
Genere: Poesia
Pagine: 57
Prezzo: € 14,00

Riccardo Mazzamuto è un testimone e sente il bisogno di raccontare in versi usando la formula del poemetto alcuni fatti accaduti nella sua terra durante la seconda guerra mondiale.

Così nasce Tredici giorni al rifugio, il nuovo libro del poeta livornese che con la sua poesia torna indietro nel tempo in una geografia circoscritta tra Livorno e Castelvecchio, frazione di Castelnuovo della Misericordia.

Torna di prepotenza alla guerra la memoria del poeta che scrive questo libro per ricostruire una comunità tornando alle radici e per tramandare alle future generazioni l’orrore della guerra ricordando chi l’ha vissuta.

«Il mio vuole essere un ulteriore passaggio di testimone verso le generazioni più giovani della zona e fuori dal contesto scolastico di più ampie proporzioni, quindi troppo distante da attuare nel ricordo di una vita sociale».

Renato Minore nella prefazione scrive che la poesia serve anche a questo, a ricordare ciò che è stato inghiottito nel vortice del tempo, perso nella memoria di qualche sopravvissuto, nelle voci che la sbriciolano e la trasformano nel passaggio dall’uno all’altro.

Riccardo Mazzamuto in questi versi racconta la sua memoria, perché come scrive Leopardi senza memoria non siamo niente, non sappiamo niente.

Dallo sfollamento di Livorno al primo bombardamento a Castelnuovo tra la paura dei vivi e la rabbia dei popoli morti, il poeta ricostruisce in un’epica umile il quotidiano di quella tragica storia di guerra orribile e di bombardamenti, di distruzione e lotta per la sopravvivenza di una piccola comunità che non vuole arrendersi alla distruzione.

Il poeta narra i fatti con la penna calata nella grammatica del cuore. Mette in versi lo sfollamento di Livorno, la costruzione del rifugio, l’avanzata degli angloamericani, la liberazione, la morte, la vita. Affida la storia della sua gente all’essenzialità della poesia: ogni verso è un ricordo, ogni frammento di questo poemetto è un pezzo di memoria che prende vita nell’incerto mondo di oggi dove la guerra è tornata e si costruiscono nuovamente rifugi per sfuggire alla morte delle bombe.

«Bruciano i montini / del grano campi fieno / l’ombra del paesaggio / che agricoltori /non avevano / potuto trebbiare / accantonare e terra senza vita / per la guerra in atto / arde la nostra libertà».

Con Tredici giorni al rifugio  Riccardo Mazzamuto  si conferma una voce originale, un poeta che ormai da tempo ha trovato una propria riconoscibilità, un suo stile e una maturità  espressiva davvero potente.

 

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