Total war. Rome. Distruggi Cartagine – David Gibbins

Titolo: Total war. Rome. Distruggi Cartagine
Autore: Gibbins David
Casa Editrice: Salani editore
Genere: Romanzo storico
Traduttore: Francesca Crescentini
Pagine: 426
Prezzo: 14.90 €

Questo libro  nasce come corollario di uno dei tanti videogiochi di simulazione, in realtà si dimostra un ottimo romanzo storico, precisamente sullo scontro finale fra Roma e Cartagine. L’autore David Gibbins non nasce romanziere, essendo archeologo e docente di storia antica. Tuttavia le sue conoscenze culturali gli permettono di costruire un’opera completa, quasi, se mi permettete l’espressione, un saggio romanzato. Il lettore viene inserito nella storia attraverso una sapiente nota introduttiva che, in modo semplice e chiaro, illustra la struttura sociale e politica della civiltà romana al tempo delle guerre puniche.

L’opera è suddivisa in sei parti, dal trionfo di Emilio Paolo, padre del protagonista, a Pidna contro i Macedoni, alla battaglia finale del figlio nella terza guerra punica a Cartagine.

Il romanzo narra le vicende di Scipione Emiliano e la sua ascesa politica e militare, attraverso un percorso fatto non solo di battaglie, ma di crescita personale.  La storia sembra a tratti un romanzo epico, quasi che Gibbins voglia strizzare l’occhio ai grandi poemi storici del passato, infatti il protagonista pare un predestinato nel seguire le ombre dei suoi antenati e soprattutto del nonno adottivo, quel Scipione l’Africano che trionfo’ a Zama contro Annibale.

La guerra fa da sfondo ad un mondo romano che vive una fase di profondi cambiamenti. Roma,  in quei decenni importanti nella sua espansione ad est e a sud (Nord Africa),  si confronta con società e culture diverse dalla sua ed il suo mondo e le sue certezze cominciano a vacillare. Il protagonista è un romano che non si chiude nel suo mondo, ma si apre alla cultura greca, capisce che  Roma non è più  una città solo in grado di dominare le popolazioni italiche, ma la capitale di un regno che guarda verso il Mediterraneo. Scipione è nel contempo legato alle tradizioni degli antenati, ma capisce che le strutture politiche e militari che finora avevano funzionato sono ormai obsolete.

Credo che il nodo centrale del romanzo non sia tanto il susseguirsi delle battaglie, quanto lo scontro eterno fra chi lotta per la patria e chi mette invece al primo posto i propri interessi economici anche a costo di collaborare con il nemico. L’autore mette in evidenza come i mali di ogni formazione statale siano stati da sempre la corruzione e la brama di potere. Voglio sottolineare come, secondo l’autore, lo scontro fra Roma e Cartagine non sia solo scontro politico ed economico, bensì di civiltà (ennesimo scontro fra Oriente ed Occidente), come si evince nei capitoli finali quando Gibbins accenna alla religione cartaginese ed ai suoi sacrifici umani.

 

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