Autore: Brynard Karin
Casa Editrice: E/O Editore
Genere: thriller
Traduttore: Silvia Montis
Pagine: 539
Prezzo: 19,00
“… dove sono i boscimani oggi? Dopotutto, all’inizio questa era la loro terra.. Be’, forse non proprio “loro”. Ma sono stati i primi ad occuparla, se non altro. E ora non gli resta altro che una manciata di buche nel Kalahari. Dalla parte del Botswana li cacciano via per le miniere di diamanti, e a sud ci sono i promotori immobiliari […] Le orme del popolo del veld, le vecchie usanze, tutto viene cancellato, ovunque.”(pag.356).
Sudafrica: terra battuta da un clima incandescente, non solo meteorologico, perché dopo la fine dell’apartheid le tensioni sono aumentate. Gli Afrikaans preferiscono non ricordare che i loro antenati boeri hanno strappato ai boscimani o ai Griqua le terre su cui ora sorgono le loro fattorie e non intendono sentir parlare di rivendicazioni e men che meno di restituzione. In questo clima arroventato si svolge la vicenda narrata da Karin Brynard, Terra di sangue. In realtà il libro, scritto in afrikaans, vide la luce nel 2009, alcuni anni dopo fu tradotto in inglese ed ora finalmente varca i confini del nostro paese nella traduzione di Silvia Montis per i tipi di E/O.
Ambientato nella provincia del Capo settentrionale, ai confini del deserto del Kalahari, una giovane donna bianca, Freddie, eccentrica pittrice, e una bambina di quattro anni che stava per adottare vengono trovate barbaramente assassinate nella fattoria di Huilwater. Potrebbe trattarsi dell’ennesimo assalto alle fattorie, una serie di aggressioni cruente contro la popolazione bianca diffusasi dopo la fine dell’apartheid. L’uccisione di una afrikaner fa riemergere la rabbia degli allevatori nei confronti dei neri che si sentono non protetti dalla polizia e temono di perdere tutto. Ad occuparsi del caso viene incaricato un ispettore bianco, Markus Beeslaar, arrivato da poco da Johannesburg. L’uomo, che aveva scelto un paesino ai confini del deserto per star lontano da problemi personali di cuore e di altra natura, è uno di quei detective che lavora sodo, anche 14 ore al giorno, finché un caso non viene risolto e ora – suo malgrado – si ritrova a dover condurre un’indagine tutt’altro che semplice.
L’intreccio di questo romanzo costruisce una vicenda che pone l’accento sulla situazione del post-apartheid in Sudafrica. Nel Paese dove bianchi e neri tra cui vari gruppi etnici cercano di ricostruire una convivenza sociale, la violenza non si è mai fermata. Il titolo scelto per quest’opera, Terra di sangue, non è dunque una metafora: la storia incrocia la Storia. La trama è intricata come le contraddizioni in questo territorio ancora in cerca di una precisa identità. Karin Brynard, definita “la Stieg Larsson del Sudafrica” ci fa scoprire la sua terra attraverso un’escalation di violenza. Il caso è piuttosto complicato e le indagini di Beeslaar sembrano sollevare un vespaio. L’omicidio è il punto di partenza per l’avvio di una serie di altre vicende e più si fanno pressanti i tentativi di risolvere il caso più vengono alla luce giochi di potere. L’ispettore, imperterrito, prosegue nelle ricerche anche se la sua è solo una raccolta parziale di verità. E la verità la cerca anche Sara, sorella minore di Freddie, giornalista ambientalista, che aveva abbandonato la fattoria e la sorella in seguito a controversie familiari per l’accudimento del padre malato e tornata dopo la morte della donna. Per lei c’è qualcosa che non torna nel rituale dell’omicidio: molti misteri affiorano sulla fattoria di Huilwater, riti vudu e strani sacrifici praticati da sciamani, il legame della povera Freddie con le tribù del posto, il ritrovamento di un quadro in cui la pittrice si era dipinta esattamente come poi fu ritrovata uccisa. Le indagini, giunte a un punto morto, inaspriscono i rapporti con la comunità bianca che, sentendosi abbandonata, vede nella figura di Beeslaar un traditore. La trama del romanzo prosegue incalzante, tenendoci nell’incertezza su chi sia il colpevole e per l’ispettore diventa fondamentale scoprire l’assassino per garantire la legalità sul territorio.
Il thriller è ricco di colpi di scena e la situazione degenera lentamente senza fine portando alla luce nuovi enigmi e strani personaggi e tenendoci con il fiato sospeso fino all’ultimo. Violenza, razzismo, sporchi traffici, speculazioni sono gli ingredienti di una lettura diversa e molto intrigante.