Sul soffitto – Éric Chevillard

Titolo: Sul soffitto
Autore: Chevillard Éric
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Del Vecchio editore
Genere: Romanzo
Traduttore: Gianmaria Finardi
Pagine: 144
Prezzo: 14,00 €

Tutto comincia da una sedia e da un dottore. Un comune esercizio per migliorare la postura si trasforma in una visione del mondo, se non in un sistema filosofico. Da quel momento dell’infanzia in poi, il bizzarro protagonista di Sul soffitto non si è più separato dalla consuetudine costante di portare una sedia rovesciata sulla testa, con tutte le scomodità pratiche che questo comporta, in pubblico e in privato. Evitare gli stipiti, entrare in automobile, rifiutare i cappelli, i pettini… L’unico modo per sopravvivere agli sguardi ostili degli altri uomini è rifugiarsi nel cantiere mai finito che avrebbe dovuto ospitare una nuova biblioteca. Se aggiungete una scalcagnata banda di colleghi di sventura, dalla rimpagliatrice (di sedie, ça va sans dire) al gruista, il gioco è fatto. L’incontro con Méline rimescola le carte in tavola: finalmente una donna che si lascia convincere dalla nuova prospettiva. Quando il cantiere viene sgomberato, è lei a offrire un riparo. Peccato che abiti in una casa così piccola da obbligare la compagnia a trasferirsi a testa in giù, sul soffitto, in un luogo dove certe vecchie abitudini non hanno più ragione di esistere.

Basterebbe la coraggiosa copertina inventata da Maurizio Ceccato per proiettarci in una dimensione parallela, dove non valgono le regole del nostro vivere comune. L’ostinazione con cui l’uomo in grigio persegue il suo obiettivo non ammette cedimenti. “Sicuramente, sarebbe facile per me afferrarla per un piede o per uno dei montanti dello schienale, sollevarla, staccarla dal mio cranio e posarla a terra […]. Perché no? Mi capita di accarezzare questa idea. La ascolto fare le fusa un attimo. Presto lei si rovescia da sé, zampe all’aria, per offrirsi meglio – così, mi rafforza nell’atteggiamento di prima. Riprendo.” A questa condotta tanto rigorosa si contrappone la sottile ironia dell’autore, che passa con disinvoltura dal reale al surreale (e ritorno), giocando con la lingua e con uno stile sempre in bilico tra serietà e irriverenza. Sto sul soffitto, eppur non cado, sembra dirci il protagonista. Non si tratta solo di una sfida alle leggi della fisica, ma alla società. Tra le pieghe di una storia solo in apparenza strampalata, si scorge il pensiero di chi è escluso, di chi rivendica la scelta di pensare e di vivere diversamente. Solo alzando gli occhi si nota il rovescio del mondo.

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Damiano Latella, classe 1985, piemontese, ama la Francia, la Spagna e gli accenti messi al posto giusto. Pur non traducendo, si tiene in allenamento collaborando con la rivista «tradurre». Non capisce chi si lamenta della mancanza di buoni libri.

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