Titolo: Storia del nuovo cognome
Autrice: Elena Ferrante
Casa editrice: edizioni e/o
Pagine: 470
Costo: 19,50 €
Questo libro è il secondo volume della storia iniziata con “L’amica geniale” che narrava l’infanzia delle due protagoniste: Raffaella Cerullo (detta Lina) ed Elena Greco (Lenù). E’ la stessa Elena a continuare a raccontare della sua amicizia con Lina durante il periodo della giovinezza.
La storia inizia con il matrimonio di Lina con Stefano Caracci, il figlio di don Achille. Lina ha sedici anni e grazie a un nuovo cognome esce dalla miseria della famiglia di origine, si compra abiti alla moda, vive in un nuovo appartamento e aiuta gli amici del rione.
“Era bellissima e si vestiva come nelle riviste per signore che comprava in gran numero. Ma la condizione di moglie l’aveva chiusa in una sorta di recipiente di vetro, come un veliero che naviga a vele spiegate in uno spazio inaccessibile, addirittura senza mare.” Pag. 57
Intanto Lenù, grazie a una borsa di studio, prosegue gli studi al Liceo e dopo un brillante esame di maturità, dove le vengono fatti i complimenti perché scrive molto bene, le viene data la possibilità di accedere alla Normale di Pisa. Qui continua a ottenere ottimi risultati nello studio e conosce due ragazzi che cambieranno il suo futuro.
“Mi dicevo ogni giorno: sono quello che sono e non posso fare altro che accettarmi; sono nata così, in questa città, con questo dialetto, senza soldi; darò quello che posso dare, mi prenderò quello che posso prendere, sopporterò ciò che c’è da sopportare.” Pag. 306
La trama avvincente è lo spazio entro cui l’autrice racconta la storia di due ragazze e dell’amicizia che le lega. Lina cocciuta, esagerata, coraggiosa e Lenù mite e diligente che ha sempre la paura di valer meno dell’amica. Lina potrebbe essere paragonata a un acquazzone, mentre Lenù alla goccia che scava la pietra. Sempre acqua, ma che prende forme diverse.
Il libro è diviso in brevi paragrafi, che non spezzano la lettura ma le danno ritmo. La scelta del narratore in prima persona dà forza al romanzo che vibra per intensità emotiva. L’autrice usa un espediente, ben congegnato, per darci comunque anche la visione di Lina, che lascia i suoi quaderni – diari a Lenù perché li costudisca, così noi lettori possiamo capire anche cosa passa per la testa dell’altra protagonista.
“…era bello solo vedersi ogni tanto per sentire il suono folle del cervello dell’una echeggiare dentro il suono folle del cervello dell’altra.” Pag. 464
Personalmente ho trovato questo romanzo bellissimo e l’ho finito con il desiderio di leggere presto il seguito, anche per sapere come andranno a finire le tante vicende lasciate volontariamente in sospeso dall’autrice.