Autore: Sam Shepard
Data di pubbl.: 2020
Casa Editrice: La nave di Teseo
Genere: Narrativa
Traduttore: Massimo Bocchiola
Pagine: 101
Prezzo: € 16,00
Ho sempre amato gli scrittori che sanno spiare la loro prima persona. Sam Shepard, che è stato un inarrivabile maestro di scrittura, nei suoi libri (sempre in viaggio sulle strade della sua America) si è sempre spiato dentro, regalandoci narrazioni e racconti on the road che ci hanno sempre lasciato addosso il sapore della grande letteratura.
Adesso esce postumo Spiare la prima persona, il libro più intimo e personale, l’ultimo del grande scrittore americano. Mentre lo scriveva, sapeva che la morte era già in agguato, e la SLA stava aggravandosi,
Shepard ha cominciato a lavorare al libro nel 2016, un anno prima della sua morte. Finché ha potuto lo ha seguito, alla fine Patti Smith lo ha aiutato a correggere il libro.
Comunque Sam Shepard è riuscito a revisionare il libro e ha dettato le ultime modifiche il giorno primo della sua morte.
Con una prosa poetica e lacerante di dolore Sam Shepard racconta con il suo stile breve e essenziale la corsa contro il tempo.
Spiare la prima persona è prima di tutto la storia di un uomo che lotta contro il male ma che soprattutto è la confessione di un essere provato dalla malattia che non può nulla davanti al tempo che corre inesorabile più della sua stessa vita.
Pagine vibranti e intense in cui Shepard ci parla dall’interno di una clinica, in cui spia la prima persona sulle strade dell’Arizona e in una città di confine del New Mexico e in tutti gli altrove del grande sogno americano.
«In certi momenti non posso fare a meno di pensare al passato. Lo so che il nostro passato è il presente. È sempre stato così. So che delle persone molto sagge mi hanno raccomandato di stare il più possibile nel presente, ma a volte è il passato a presentarsi. Il passato non arriva tutto intero. Arriva sempre a pezzi».
In tutti i libri di Sam Shepard lo scrittore coincide con l’uomo. Tra le pagine di questo suo ultimo gioiello narrativo lo scrittore si congeda, consegnandoci una vera e propria confessione letteraria dove ancora una volta la poesia e la vita coincidono e si identificano l’una nell’altra.
«Da dove veniamo esattamente? Ecco una domanda. Era un deserto? Una foresta? Una montagna? Una prateria? Da dove veniamo esattamente? Dal fiume Colorado?».
Sam sa che l’unico modo per curare è il presente è continuare a scrivere anche perché nessuno si sofferma sulle parole. Nessuno si sofferma nel momento. Nessuno si sofferma per nessuno.
Sam Shepard se n’è andato lasciandoci Spiare la prima persona, che non è solo un libro di un uomo malato che si lascia andare ai ricordi.
Ma prima di tutto è il testamento di un grande poeta che ha vissuto fino in fondo portandosi addosso un’anatomia dell’irrequietezza, sapendo sempre che non si può mai sfuggire alla confusione del tempo.