Autore: Giuseppe Battaglia
Data di pubbl.: 2020
Casa Editrice: L'ArgoLibri Edizioni
Genere: Poesia
Pagine: 90
Prezzo: 14 €
La poesia di Giuseppe Battaglia ha il pregio di non chiedere nulla alla parola se non di manifestarsi e di rappresentare ciò che gli occhi acciuffano nel momento sublime in cui tutto è. Ed è per questo motivo che nulla sfugge in questi versi brevi che con semplicità e audace chiarezza ci gelano.
Poche parole, pochi respiri, attimi che si incastrano. Voglio descrivere così l’incedere poetico di Battaglia. Il volume raccoglie i componimenti giovanili del poeta ragusano, che da anni vive a Bologna, e inaugura la collana Agorà de L’ArgoLibro Editore, curata da Nicola Vacca. Importanti i contributi di Geraldine Meyer e di Donato Di Poce, che hanno firmato rispettivamente prefazione e postfazione.
Battaglia non si lancia in sottigliezze ma pietrifica il momento, fotografa l’istante e non lo giudica, perché il giudizio stuzzica il dibattito, dà all’attimo rappresentato la possibilità di difendersi, di camuffarsi. Questo non interessa al poeta, che preferisce restare un astante, un uomo che trascrive, che riconosce la sua impotenza davanti a una realtà che non può essere modificata. Ma sia ben chiaro, questa non è vigliaccheria o, peggio ancora, pusillanimità, bensì, resilienza, accettazione impavida, svelamento del qui-ora.
Cos’è allora la poesia di Giuseppe Battaglia?
Sicuramente, le sue parole smascherano il presente e anticipano il divenire. Ciò che è contiene il passato e il futuro, ciò che non può essere rappresentato è già stato intuito. L’attimo sfugge agli occhi, ma non all’anima che sa sentire e, quindi, catturare ciò che irrimediabilmente passa. In questo processo di lucida contemplazione sta la ritenzione della prima impressione dopo cui nient’altro esiste.
In un giorno si trovano tutti i giorni; in un attimo riposa l’eternità; in un evento si concentra la storia. Se queste sono le impressioni che Battaglia vuole regalarci, allora, non possiamo che parlare di una poesia fenomenologica, perché non spreca tempo a domandarsi del perché delle cose, ma preferisce comprendere ciò che accade, ciò che si muove fuori e dentro di noi.