
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 256
Prezzo: € 16,00
Vite parallele quelle narrate in questo avvolgente e commovente libro della giornalista Lucia Esposito, vite parallele ma asincrone, come sovente accade nell’esistenza delle persone, fatte di troppi non detti, di verità negate o nascoste, di dolori inconfessabili, di mancata valutazione dell’altro. La giovane cronista di nera Viola lascia la sua amata Napoli per tentare la fortuna con uno stage in un quotidiano milanese. Siamo nel 1998 e Viola Valenti racconta in un diario, con umorismo venato di malinconia, la partenza dalla famiglia, la separazione dalla sorella maggiore Chiara, amatissima e invidiata per l’assoluta perfezione del suo aspetto esteriore e della vita che si è scelta. Un esempio per Viola inarrivabile. Ecco perché lei è così diversa: disordinata, viscerale, impulsiva. La vita a Milano è dura. Il direttore del quotidiano la sbatte a Economia ma Viola collabora anche con la cronaca nera e fa esperienza con il primo omicidio di ‘Ndrangheta in città. Conosce l’affascinante collega Daniele Allegri, un uomo che l’ama e che lei dovrebbe e potrebbe amare, senza riuscirci. Lo stage finisce. Viola vuole restare in città, ma per farlo ha bisogno di un lavoro mentre spera che un altro giornale l’assuma. Rischia di finire in un giro di escort ed è tentata di condurre un’inchiesta dall’interno, ma si rende conto dell’orrore. Peccato che l’Unto, il magnaccia che aveva tentato di reclutarla, le si rivolti contro. Viola lo denuncia, ma ha paura. Ricordi del suo passato la tormentano: un uomo che credeva di amare e che si è invece rivelato un geloso patologico e un violento. La brutta storia con l’Unto, però, la spinge a svolgere un reportage nel mondo della prostituzione. Entra in contatto con don Luigi, un sacerdote che salva le prostitute dalla strada e incontra la giovanissima albanese Ershela.
Ecco l’altra figura chiave del libro. La sua voce si mescola fin dall’inizio con quella di Viola grazie a una serie di lettere che Ershela scrive, senza mai avere la possibilità di spedirle, alla sorella minore Alina rimasta in Albania mettendola in guardia contro la cattiveria del mondo, la brutta vita che rischia di fare se ascolta chi la spinge a fuggire con la promessa di un matrimonio e di una bella vita in Italia. Le lettere di Ershela sono struggenti e piene di amore, di uno sfrenato desiderio di proteggere la piccola e bellissima Alina, del senso di colpa per essersene andata lontano e non poter più comunicare con lei se non attraverso quelle pagine scritte che si augura un giorno la raggiungeranno. Intanto Ershela racconta la sua vita, in un crescendo di episodi raccapriccianti descritti con l’ingenuità e la speranza di chi proprio non riesce a credere nella crudeltà degli altri sebbene la sperimenti ogni giorno.
Viola ed Ershela si incontreranno, dunque, e questo sarà il momento di svolta del racconto sebbene, a questo punto, di più non possiamo dire. Eppure c’è una simmetria nelle loro vite, un desiderio ancora vivo e presente di futuro e di riscatto, la voglia di ricongiungersi con quella parte mancante di loro che è l’altra sorella per sentirsi complete e appagate.
“Siamo due tessere dello stesso mosaico che non combaciano. Siamo sorelle spaiate. Siamo come una coppia di calzini fabbricati e venduti insieme che poi si perdono. Per caso, per distrazione o per scelta.” (pag. 142)
Un libro che merita davvero di essere letto e sul quale meditare una volta terminato.