Titolo: Sicilia, la fabbrica del mito
Autore: Matteo Collura
Casa editrice: Longanesi
Genere: saggio
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo al pubblico: 18,00 €
“Sarà distrutta, la villa del principe di Palagonia; e forse lo è stata già, come la Real Casa dei Matti, e molto altro del suo passato, in quest’isola”.
Il popolo siciliano, il suo inconscio collettivo, le sue leggende persuasive: Matteo Collura ci racconta della terra in cui “il diavolo venne a prender moglie”, di un’isola che ha tramutato la sua storia in mito e il mito in realtà.
La Sicilia descritta dall’autore è un luogo in fermento dove folklore e leggenda cambiano continuamente pelle. Una terra senza tempo in cui le cose non muoiono ma mutano, prendono un altro nome, percorrono altre strade e si mischiano ai segmenti di una struttura sociale che ingurgita silenziosamente ogni contraddizione.
Collura lavora come un antropologo della scuola strutturalista, setaccia la storia della sua terra natia e seziona il momento storico, poi assembla tutto e ci mostra lo scheletro che regge l’intera società: la dittatura delle madri, la fuitina, la mafia, le rivoluzioni degli sciancati e lo scontro tra vecchio e nuovo. Tutto può essere spiegato, basta fare un salto indietro, non importa che sia di qualche anno o di parecchi secoli, la storia della Sicilia è complessa ma lineare.
Il mito, che nell’antichità è servito a spiegare la natura, qui ha costruito la società. In Sicilia gli dei non sono decaduti, ma si sono incarnati negli uomini, nella loro anima, nella loro mente. Ma questa terra di contraddizioni, ha dato i natali a Vincenzo Bellini, ha dato la morte a Raymond Roussel, ha ispirato Aleister Crowley.
Allora cos’è la Sicilia? Nel saggio di Collura è un’isola da interpretare e studiare, coacervo di miti che hanno plasmato la coscienza di un popolo che crede nella sua perfezione. Siamo di fronte ad un saggio potente, che si fa leggere e si fa amare. Quando concluderete questo libro, avrete imparato qualcosa in più sulla Sicilia e sarete attratti da quest’isola pazzamente innamorata dei propri miti.