“Ognuno e’ ebreo di qualcuno”, ha scritto Primo Levi. A 25 anni dalla scomparsa dell’autore torinese uscira’ a febbraio per le Edizioni Anordest la biografia “Primo Levi. Il cerchio stupido” (pp.400, 18 euro), in libreria dal 23, curato da Aldo Scibona, docente universitario originario di Gela, gia’ autore di un saggio su ”Canova. La mano di Dio”.
Il trauma subito ad Auschwitz trasforma Levi in uno dei principali testimoni della barbarie nazifascista. Nascono cosi’ “Se questo e’ un uomo”, l’inno alla liberta’ e alla vita di “La tregua”, l’elegia della ribellione armata degli ebrei di “Se non ora, quando?”. Nel 1986 Levi pubblica “I sommersi e i salvati”, un ‘bilancio’ del perche’ molti furono travolti e molti invece si salvarono nella temperie della seconda guerra mondiale, a prescindere da meriti e demeriti.
Un meccanismo che ripropone all’infinito una successione di situazioni, in cui il dominatore di oggi diventa il perseguitato di domani e viceversa, senza una logica progressiva, come in un cerchio che perpetua all’infinito, la sua ‘stupida’ perfezione. Da qui il titolo dell’attuale volume, che vede in questo meccanismo un ‘filo rosso’ che collega tutte le opere di Levi.