
Pagine: 359
Prezzo: € 21,00
Se c’è un uomo che ha saputo raccontare il nostro Paese, questo è Sergio Zavoli. Grande giornalista che con le sue inchieste di notevole successo ha raccontato l’Italia e le sue trasformazioni.
Nascita di una dittatura (1972), Viaggio intorno all’uomo (1987), La notte della Repubblica (1989), Viaggio nel Sud (1992), questi alcuni dei programmi che ha ideato e diretto.
A tre a anni dalla sua scomparsa Massimo Emanuelli, docente e speaker radiofonico, dedica al giornalista e all’uomo Zavoli una biografia.
Per i tipi di Gammarò esce Sergio Zavoli. Maestro di televisione, stile e linguaggio, un volume che attraversa l’esistenza di questo grande testimone che ha raccontato per sessant’anni la storia piccola e grande del nostro Paese.
Scrive Massimo De Luca nella prefazione: «L’ampiezza e la varietà della produzione giornalistica e letteraria che Sergio Zavoli ha lasciato in eredità emergono in questa ricostruzione puntuale e molto documentata, com’è nello stile dell’autore, animato (o forse divorato?) da una passione per la storia della Radio e della TV, da tempo oggetto della sua ricerca».
Il libro di Emanuelli non si lascia sfuggire nulla della storia di Sergio Zavoli, grande sperimentatore delle forme di comunicazione, principe indiscusso del giornalismo televisivo, maestro nel campo del giornalismo d’inchiesta e profondo conoscitore del miglior giornalismo culturale.
Zavoli nasce a Ravenna nel 1923, ma diventa subito riminese di adozione.
Dal 1947 al 1962 lavora come giornalista radiofonico. Poi passa alla Rai dove inventa diverse trasmissioni di successo.
Si avvicina al PSI di Bettino Craxi, fu condirettore del Telegiornale, direttore de Il Mattino, nel 1980 venne nominato presidente della RAI.
Per Zavoli il giornalismo è passione, è vocazione ma è soprattutto il modo più veritiero di vigilare sulla realtà.
Attraverso la sua esperienza di scrittore e testimone di un’epoca è emerso un lungo capitolo della nostra vita, ricostruito e indagato attraverso una ricchezza ispirata dall’immaginazione autentica della realtà.
Carlo Bo scrisse di lui: «È evidente – in tanta parte di ciò che questo maestro di scenari e interrogazioni scrive, mostra e dice – il disegno di tenere dentro il quadrato della lucentezza, anche espressiva e stilistica, la forza e gli urti della coscienza fino a toccare una ancor più eloquente, civile e morale, eticità». Perché rimanga di stagioni e percorsi comuni, quella specie di controcanto che è l’irripetibile esistenza di ogni uomo, minima, nascosta e tuttavia frammento e cifra della stesa umanità che ha fatto, fa e farà la Storia.
Nel 1981 pubblica Socialista di Dio, il suo primo libro con cui vincerà il premio Bancarella.
All’attività giornalistica affiancherà quella letteraria e saggistica, pubblicando anche diverse raccolte di versi.
La sua grande lezione di giornalista la troviamo tutta nelle sue mitiche inchieste televisive che hanno raccontato la novecentesca parabola della nostra nazione.
Tra le sue inchieste più riuscite, che hanno ottenuto premi e riconoscimenti sia in Italia che all’estero, vi sono Nostra padrona televisione (1994), Credere non credere (1995), Viaggio nella giustizia (1996), C’era una volta la prima Repubblica (1998), Viaggio nella scuola (2001). Zavoli è stato un grande intellettuale della televisione. Senso di responsabilità, spirito di servizio e un’idea etica dell’informazione che nulla ha a che fare con il panorama sguaiato di questo nuovo millennio.
Per Zavoli, pur consapevole delle logiche di mercato, la televisione pubblica era, e sarebbe ancora dovuta essere, «uno straordinario mezzo di promozione della crescita culturale e civile della società». «Far conoscere i fatti – diceva – è già un modo di risvegliare le coscienze».
Un grande italiano, un giornalista di razza, un uomo straordinario che aveva cura delle parole e delle persone, un maestro irraggiungibile di stile e di linguaggio, un antifascista che ha saputo raccontare come nasce una dittatura e come inizia la notte della Repubblica, un poeta che attraverso il cauto guardare della poesia non ha mai abbandonato la sua autentica umanità. Sergio Zavoli il Socialista di Dio che ci ha lasciato una grande lezioni di giornalismo (per Zavoli fare i giornalisti è vedere dentro la notte in pieno giorno, anche quando tutto è oscuro e indecifrabile) e di vita.
Nel 2011 pubblica Il ragazzo che io fui, l’autobiografia in cui l’uomo, il testimone e l’intellettuale si raccontano nel tentativo di capire cosa affidare alla memoria di una vita vissuta intensamente.
«Giornalista, scrittore, poeta, letterato uomo di punta della RAI, politico. La vita di Sergio Zavoli è stata ricchissima, lunga e complessa».
Zavoli muore a Roma il 4 agosto 2020.