Scetticismo per il Salone del Libro di Parigi

salon-du-livre-de-paris-2015Pochi giorni fa si è conluso uno degli eventi più significativi per l’editoria francese: il Salone del Libro di Parigi (Salon du livre). L’evento ha sin da subito alimentato numerose polemiche dovute in particolare alla cattiva gestione degli spazi, ai prezzi eccessivi degli stand, e all’interesse per le vendite a discapito della cultura. Quest’anno però c’è stato un ulteriore motivo di scetticismo riguardo a uno degli eventi culturali tra i più importanti a livello nazionale. Importanti case editrici come Lattes, Grasset, Stock e Calmann-Lévy (appartenenti al gruppo Hachette) hanno deciso di non partecipare; le motivazioni sono sia morali (limitato valore dell’iniziativa) sia economiche.
Al mercato delle startup e degli ebook è stato dedicato uno spazio ristretto, il 5% di quello totale. Questa quasi-esclusione del digitale, sembra contraddire la lotta degli editori francesi contro l’UE per calmierare l’IVA sugli ebook, penalizzando ancora di più un mercato già in crisi.
Per quanto riguarda poi gli autori, il loro malcontento riguardo alle norme sul diritto d’autore, all’IVA, alla pirateria online e alla riduzione dei profitti si è concretizzato in una petizione che hanno firmato in 120.
Il dato più preoccupante dell’intero Salone del Libro è l’indifferenza che questo evento ha portato. Se nelle edizioni precedenti ci sono state critiche, giudizi negativi, insinuazioni e recensioni sfavorevoli, nell’edizione 2015 i mass media hanno messo in ombra l’evento, dandone poco spazio sulle testate nazionali. 

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