Salone Torino: “La parola ai tempi di Twitter” di Calabresi, Gramellini, Riotta

Twitter e i social network sono stati tra i grandi protagonisti del Salone del Libro di Torino che anche l’incontro con il “tris d’assi” de La Stampa, formato dal direttore Mario Calabresi, dal vicedirettore Massimo Gramellini e dall’editorialista Gianni Riotta, il quale, in ritardo, è stato momentaneamente sostituito da Beppe Severgnini, ha confermato; <<io e Riotta ci somigliavamo, suo figlio mi chiamava papà>> ha ricordato Severgnini, che ha ricordato che la sua vera palestra sono stati i “Controcorrente” scritti per il Giornale di Montanelli. <<Da Twitter spesso esce un messaggio superficiale – ha detto Gramellini, che non utilizza questo social network – contare i propri follower è un po’ fare una conta fallometrica>>. Non solo tre colleghi ma tre amici, i tre relatori, che si scambiavano assist intellettuali, come i Tre Tenori arie operistiche. <<La rivoluzione non è mai di mezzi ma di contenuti – ha osservato Riotta, divoratore di Twitter – la vera sfida è elaborare nuovi contenuti, portare i valori dentro la rete, quelli del giornalismo migliore; per adesso i mezzi sono nuovi ma i contenuti sono vecchi>>. Consumatore moderato di Twitter è il direttore Calabresi. <<Seguo 120 persone ed è più che sufficiente – ha detto – ma Twitter è stato utile per non bucare una notizia; dà fastidio quando viene usato per dire le stesse cose>>. Incontenibile Gramellini, tra una maledizione meteorologica antijuventina e l’altra e molto poco twitteriana. <<Twitter non può coprire tutto lo scibile umano; è strumento perfetto per il giornalismo nevrotico ma io sono già troppo ansioso; il giornalismo deve recuperare la sua autorevolezza. Su Wikipedia nella pagina che mi riguarda c’è scritto che ho vissuto buona parte della mia vita in Liguria; informazione che io faccio puntualmente cancellare ma che altrettanto puntualmente ricompare>>. C’è un grosso problema di democrazia, che Riotta ha messo in luce. <<Due accessi su tre in rete avvengono o attraverso Google o tramite Facebook; attenzione ai monopoli industriali che possono restringere il dibattito; invito Gramellini su Twitter>>.

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