Henning Mankell, scrittore svedese noto principalmente per i suoi romanzi polizieschi il cui protagonista è il poliziotto Kurt Wallander, ha presentato a Torino il suo ultimo libro Ricordi di un angelo sporco: la storia di una donna che lascia la sua terra natale, la fredda Svezia per trasferirsi in Mozambico dove diventerà ricca come tenutaria di un bordello.
L’occasione della presentazione del libro è servita allo scrittore svedese per parlare della sua concezione del giallo, del suo personaggio principale il poliziotto Kurt Wallander e del suo rapporto con l’Africa.
L’idea di fondo secondo Mankell è che l’uomo si distingue dagli animali per il suo ascoltare, il suo riflettere sulla vita, ma soprattutto per per essere “un uomo narrans”, ovvero un “narratore di storie”. Lo stile di Mankell è asciutto e concreto, come un distaccato fotografo della società moderna che usa le dinamiche del giallo per descrivere le contraddizioni della società contemporanea. I suoi riferimenti sono la drammaturgia greca e le tragedie di Shakespeare, infatti il teatro si fonda su una riflessione concreta della società attraverso l’azione messa in scena sul palco.
L’autore propone due esempi sul rapporto fra il giallo e la crime story: 1) Medea come la storia esemplare di un giallo senza la presenza dei poliziotti, 2) Machbet come rappresentazione della ricerca del potere che porta al delitto.
Wallander protagonista dei suoi 10 romanzi polizieschi è una persona comune, non ha l’aspetto dell’ uomo perfetto, è il classico uomo comune, infatti non è atletico, ma grasso, invecchia nei suoi romanzi, ha il diabete, s’ammala, infatti “la cosa più importante in un essere umano è il cambiamento, cosi avviene per il mio Wallander”. Il suo personaggio s’ispira al Sherlock Holmes di Conan Doyle per la sua capacità di analizzare la scena di un delitto comprendendo quello che è avvenuto prima.
Mankell parlandoci della scrittura sostiene due cose fondamentali, ogni autore trova il suo fondamento nelle storie che ha vissuto e che ha letto, inoltre se conosce la storia che ha in mente può improvvisare, invece se non ha percezione del fluire della storia “si finisce nel caos”.
Infine il giallista svedese ci parla brevemente del suo rapporto con l’Italia, la sua patria e l’Africa. L’Italia soffre per il suo contrasto fra il suo sistema democratico ed il suo sistema giudiziario, secondo Mankell “il sistema giudiziario è quello politico devono essere in equilibrio”. La Svezia invece è un paese ideale in cui vivere soprattutto per le possibilità realizzative concesse alle donne.I suoi viaggi in Africa sono sempre stati un esperienza difficile e pericolosa, ma importante per capire il modo in cui si guarda alle popolazioni africane. Quando ci si allontana dall’Europa spesso abbiamo la possibilità di capire cosa non funziona e cosa funzuiona nei nostri paesi. L’autore chiude con un paragone fra l’Africa e l’Europa, mentre nei paesi africani non esiste un sistema fiscale, noi sappiamo che nei paesi europei attraverso le tasse paghiamo i servizi che servono per la vita dei cittadini.