Salone Torino: A tu per tu con… Marco Bianchi

Ed ecco sfatato il binomio chef-scienziato! Lui è Marco Bianchi, un simpaticissimo ed elettrico ragazzo di 34 anni che oltre ad essere un biologo e a lavorare per l’istituto di biologia molecolare IFOM di Milano, è anche chef, nonchè conduttore televisivo del programma di Foxlife “Tesoro salviamo i ragazzi”. Qual è la sua particolarità? Cucinare sano, e sarà proprio lui a spiegarci cosa significa. Qui sotto infatti vi riportiamo l’intervista che abbiamo realizzato al noto autore de “I magnifici 20” e de “Le ricette dei  magnifici 20”, entrambi editi da Ponte alle Grazie.

Nella sua biografia si dice che fin da bambino è cresciuto tra microscopi e fornelli, ci vuole raccontare qualcosa di questa infanzia “speciale”?

Mi piace la definizione “speciale”! Nasco come un bambino molto morbido, adesso mi vedi molto secco o “zucchino”, come sono stato definito, ma non sono sempre stato così. Il cibo spazzatura piaceva anche a me. In seguito con la consapevolezza, con la maturità psicologica e alimentare e, perchè no, anche con i miei studi ho capito che dovevo abbandonare un certo tipo di alimenti. Considera che l’alimentazione incide realmente sulla nostra qualità di vita, lo condiziona davvero molto. Se mi ripenso da bambino posso dire che ero appassionato di scienza, immaginami con microscopi e attrezzi simili, con insetti nascosti nelle scatolette dei formaggini che dissezionavo non appena mi capitasse occasione. Allo stesso tempo, quando sentivo la mamma spignattare in cucina, mollavo tutto e correvo da lei a divertirmi. Pulivo verdura, tagliavo erbette e aromi, impastavo farina e acqua. Tutto ciò è andato avanti fino alle scuole superiori quando ho deciso di mettere da parte la carriera culinaria e di concentrarmi su quella scientifica. Nei miei studi ho affrontato poi le relazioni tra gli alimenti e le loro proprietà, riavvicinandomi così alla cucina (anche se non l’ho mai davvero messa da parte…).

Da dove nasce l’idea dello scienziato-chef? Lei si identifica di più nel primo o nel secondo appellativo? Cos’hanno in comune scienza e cucina?

L’idea nasce proprio da questo mio modo di essere, da queste mie passioni. Io in realtà mi identifico in tutti e due i termini, oggi non esiste una cucina seria senza una buona base scientifica. La scienza ha concesso di mettere in luce certe proprietà degli alimenti e di sapere quanto può far male o può far bene il cibo. Quindi, cos’hanno in comune scienza e cucina? Tutto!

L’idea di “Tesoro salviamo i ragazzi” è sua? Com’è nata? Ci racconta qualcosa di questa esperienza?

Magari fosse mia… In realtà “Tesoro salviamo i ragazzi” nasce da un format inglese intitolato “Honey, we are killing the kids”, giunto ormai alla settima edizione. Come puoi notare nella versione italiana è stato molto edulcorato il titolo. In Italia erano quattro anni che si desiderava metterlo in onda, ma mancava la figura che lo conducesse, fino a quando Magnolia, per conto di Fox Life, ha intercettato me. In Inghilterra va in onda in prima serata sulla BBC, da noi abbiamo pensato di non trovare uno spazio così importante e l’abbiamo così adattato alle nostre esigenze, ai nostri stili di vita e abitudini.

Questa esperienza mi sta regalando tantissimo. Ogni famiglia che mi consente di entrare nella propria cucina e di cucinare con i loro figli fa qualcosa di grande. A me piace molto cucinare con i bambini e poi accade sempre la solita cosa, bambini che non mangiano nulla di certi alimenti, con me iniziano a considerarli. Eppure non ho bacchettine magiche o cappelli strani, semplicemente glieli faccio assaggiare un po’ alla volta, magari in forme diverse, cercando di appassionarli così all’alimento. Il rapporto con i ragazzi e con le famiglie quasi mai finisce lì, poi ci sentiamo, mi aggiornano su come va la situazione. Il regalo più grande? Il sorriso dei bambini e la sensazione di lasciar loro qualcosa che gli servirà per tutta la vita.

Una curiosità: ma quando apre le loro dispense e getta via gli “alimenti-spazzatura” quali sono le reazioni? 

Bella domanda! Beh, mi sono capitati pianti e disperazione, le cose più comuni. Questo perchè non sanno ancora cosa io vado a proporre loro, certi pensano alla zucchina sbollentata o le carote a vapore, ma io propongo ben altro.

E’ davvero possibile cambiare le abitudini alimentari delle persone? Quali sono i problemi maggiori che riscontra?

I problemi più grossi sono i genitori. L’adulto è molto critico, ha molta più paura rispetto ai ragazzi. Cambiare è difficile ma non è impossibile. Si è dimostrato che una scelta alimentare consapevole tiene a bada il colesterolo, è capace di tenere a freno il diabete, stabilizza problemi vascolari o metabolici…  Si può fare tanto, l’importante è crederci.

Cosa vuol dire “mangiar sano”? Le ricette dei suoi libri le ha pensate lei?

Mangiar sano” vuol dire mangiare in maniera colorata e goduriosa, mangiare in modo equilibrato lasciando da parte la bilancia, io quasi sempre vado ad occhio. La cosa più importante che va capita è che mangiare sano non vuol dire essere in castigo.

Sì le ricette sono mie, sono realmente farina del mio sacco, tranne una trentina che sono dei lettori. Da poco abbiamo aperto il blog de “I magnifici 20”, www.imagnifici20.it, dove io inserisco una ricetta al giorno e dove posso ricevere anche le ricette di chiunque desideri spedirmele.

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Riccardo Barbagallo

Lavoro da qualche anno nell'editoria, mi occupo di comunicazione per editori e autori e sono un digital addicted. Al contrario di altri, non mi posso definire un lettore da sempre, 'La coscienza di Zeno' in prima media è stato un trauma troppo forte da superare per proseguire serenamente la relazione con la lettura. Più avanti ho deciso di leggere un libro per piacere, e non per obbligo, ed è stato lì che ho capito quale sia la vera forza della lettura: la capacità di emozionare. Credo che sia questo il segreto, se così possiamo definirlo. Non ho più smesso.

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