“Se citiamo romanzi come Cuore, Lolita e altri tutti sanno, pur non avendoli letti, a cosa facciamo riferimento” Piero Dorfles ha così presentato la sua ultima opera al Salone del Libro di Torino: I cento libri che rendono più ricca la nostra vita, editore Garzanti.
La scrittura di questo libro è stata piuttosto lunga, spiega l’autore, in quanto è stato necessario rileggere queste cento opere e l’idea è arrivata da un’ascoltatrice radiofonica, Angela, che ha chiesto l’elenco dei libri che non si può non aver letto. Dorfles è consapevole di quanto sia stato difficile dissociarsi dal giudizio personale: “all’inizio mettevo i libri che per me non si possono non leggere, ma era troppo personale, così ho scelto di parlare dei libri più popolari e più citati. C’è un centunesimo libro: Le Metamorfosi di Kafka, un’opera di cui nessuno può fare a meno, anche senza averlo letto”.
Spesso la scuola svolge un ruolo fondamentale nella promozione di questi libri. Talvolta, però, l’apparato critico è più lungo dell’opera stessa o allontana dall’interesse per il testo. È scontato dire che a scuola oggi si legge molto meno di un tempo e è sempre più raro che le letture classiche facciano parte della biblioteca familiare. Secondo l’autore una scuola che tramanda questi cento libri sarebbe già un’ottima scuola.
Purtroppo il rapporto con il libro è sempre più complesso; le biblioteche sono spesso chiuse e i libri messi sotto chiave.
Ci sono libri che un individuo non può non aver letto, ma c’è anche la libertà di critica, ad esempio, per l’autore, Via col Vento resterà sempre “un polpettone sentimentale”, pur riconoscendo la forza della protagonista e rileggere Pinocchio “sarà come sfogliare un album fotografico della nostra vita, ripensando a tutte le volte che l’abbiamo letto, accorgendosi di essere diversi ad ogni lettura.”
Il romanzo come forma letteraria non dovrà essere denigrato a vantaggio di opere più complesse, come ad esempio i saggi, infatti questa tipologia di libri guarderà dentro le persone e permetterà di prendere consapevolezza su alcuni aspetti interiori che ci riguardano.
“Il vero dramma di oggi- conclude l’autore- non è che le persone non leggono, grossomodo i lettori sono sempre lo stesso numero, ma oggigiorno tutti hanno un minimo di formazione, mentre anni fa c’era ancora un alto tasso di analfabetismo. Esiste un élite di persone colte che dovrebbe essere molto più numerosa”. Da quest’incontro emerge una forte spinta verso la lettura di certi libri che non dovranno spaventare il lettore, ma spingerlo a voler conoscere sempre di più.