Un’affluenza di pubblico superiore alle aspettative domenica 11 maggio a Torino per Steve McCurry, in Italia per presentare “Le storie dietro le fotografie” tanto che per poter permettere a tutti di accedere alla Sala Azzura del salone del libro, di incontri con il celebre fotografo statunitense, noto soprattutto per il ritratto “Ragazza Afgana” (copertina del National Geographic, giugno 1985), ce ne sono stati due.
Sullo schermo gli scatti più famosi di una vita trascorsa dietro l’obiettivo in una sequenza intensa ed emozionante mentre, da solo, sul palco, Steve McCurry, commentava e raccontava stralci di un’incredibile vita spesa in giro per il mondo.
“Quando lavoravo per un piccolo giornale della Pennsylvania”, ha raccontato McCurry “mai avrei immaginato che mi sarebbe stata data l’opportunità di girare il mondo e di vedere posti così meravigliosi. Sarò sempre grato alla National Geographic per avermi regalato una vita così appagante ed entusiasmante e per avermi permesso di essere testimone e di raccontare con i miei scatti tanti momenti importanti del nostro tempo. Non riesco ad immaginare un modo migliore per vivere la vita che non sia viaggiare e fotografare. Questa è la vita meravigliosa che io ho avuto la fortuna di vivere”.
“Una delle cose più importanti che ho imparato girando per il mondo, specie nei paesi di guerra? Quanto conta essere circondati da un team affiatato. Lavorare con le persone giuste aiuta a superare i momenti più difficili e le situazioni più pericolose. Con alcuni dei miei collaboratori ho stretto amicizie che sono durate nel tempo, mi hanno accompagnato in più viaggi, in India, in Iraq e in Afghanistan”.
“A volte le migliori fotografie accadono non alla fine di un viaggio ma durante un viaggio. Occorre essere sempre attenti a ciò che ci accade intorno. Uscire da un hotel, esplorare, “respirare” l’umore della gente nelle strade, improvvisamente qualcosa di magico accade. Una bella fotografia nasce spesso da incontri inaspettati, dipende da quanto sei disposto a comprendere di ciò che vedi, nulla è forzato“.
“Ho iniziato a viaggiare a diciannove anni. Il primo viaggio che ho fatto? In India: è un paese antico, multiculturale, difficile, strano e straordinario insieme. Ci sono stato ottanta o forse novanta volte. E’ un paese sorprendente, non mi stanca mai“.