Autore: Gaetano Cappelli
Titolo: Romanzo irresistibile della mia vita vera – raccontata fin quasi negli ultimi e più straordinari sviluppi
Editore: Marsilio
Genere: Commedia
Numero di pagine: 239
Prezzo: 16.00 euro
Esistono tanti tipi di amore, ma quello adolescenziale, il primo amore in sostanza – si sa – è quello che non si scorda mai. Il primo amore di Giulio Guazzo, musicista fallito e scrittore squattrinato mal candidato al Nobel, è uno di quegli amori sì adolescenziali, ma che durano tutta la vita.
Il suo primo incontro con la bellissima Elena Bulbo d’Ambra avviene durante la sua prima giovinezza al Lido del Carabiniere, tra spiaggia, onde e forme procaci di altre donne o ragazzine in cerca delle prime esperienze sessuali. Elena sarà una costante durante la sua vita. La incontrerà di nuovo a vent’anni, insieme al bellissimo e straricco fidanzato e sarà proprio lei a fargli intraprendere la carriera di scrittore, grazie soltanto ad un bacio rubato sulla corriera che dalla spiaggia portava all’albergo. E poi, passati i quaranta, l’incontro con Elena sarà sempre un’emozione per Giulio, che nel frattempo sarà giunto al compromesso di sopravvivere dando lezioni di scrittura.
La domanda che l’autore si pone è la seguente: è possibile, quasi trent’anni dopo aver conosciuto una donna, essere ancora sconvolti dalla sua presenza e lasciare che un amore ci cambi la vita per sempre? La gioia del dopoguerra, le vacanze con la grande famiglia patriarcale, i lidi al mare e i costumi interi: tutto questo è vivo nelle pagine di Cappelli e dipinto con i colori sgargianti di quell’epoca ormai troppo lontana. “Le sei in punto -di mattina, ovvio-, e la piazza in paese s’era mezza riempita di quella piccola flotta di auto. Una 1100 rosso lampone, una 600 pistacchio, una classica 850 alla crema -tre modesti vascelli, insomma, guidati da un ammiraglio che era, d’altronde, un brigadiere- “Brigadiere Coronna Giacinto, piascere!”, ovvero mio zio Sciascì- ma con una ciurma, tra zii e nipoti, di ben ventidue avventurieri. Come riuscissimo a stiparci tutti dentro quelle tre vetturette adesso non riesco proprio più a capirlo”.
Purtroppo, a mio avviso, lo stile di Cappelli non è scorrevole perché caratterizzato da periodi esageratamente lunghi; per questo il libro va letto con estrema attenzione, onde evitare di perdersi irrimediabilmente nel frasare.
Il romanzo, in conclusione, è un libro più che apprezzabile: riesce a trascinare il lettore negli anni del miracolo economico italiano facendogli sognare un periodo che ora forse a tutti piacerebbe vivere.