
Data di pubbl.: 2023
Pagine: 122
Prezzo: € 13,00
Il ritorno al romanzo di Paolo Zagari, romano classe 1962, mi fa venire in mente un passo della lezione sulla leggerezza di Italo Calvino: «Nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fuga nel sogno e nell’irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare al mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come segni della realtà del presente e del futuro».
Con Romanzetto marino Paolo Zagari segue alla lettera i consigli di Calvino e scrive il suo libro con una prosa brillante, inoltre ci dimostra (con la qualità di una scrittura impeccabile) che nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il suo peso insostenibile
Il mare non sarà più lo stesso se leggerete Romanzetto marino.
Un protagonista e la sua educazione sentimentale in otto quadri narrativi
Le belle estati a Santa Severa sul litorale romano dalla fine degli anni sessanta alle porte del terzo millennio.
Un romanzo picaresco sul tempo che scorre senza alcuna nostalgia per gli anni passati.
Più che romanzo di formazione, romanzo di deformazione. Lo scrittore attraverso le estati a Santa Severa del suo personaggio ci porta a spasso per un trentennio italiano. Questo è il motivo per il cui libro si può leggere anche come un romanzo politico.
Le otto storie raccontate nel libro sono scandite dagli stati d’animo tormentati e inquieti del protagonista che mutano con il passare del tempo e coincidono nella narrazione con il contesto che subisce il cambiamento che l’epoca impone.
Zagari ricostruisce con i tratti esilaranti della sua scrittura il mondo perduto delle nostre estati con un modo spensierato e innocente e goliardico di trascorrere le vacanze.
Con grande ironia lo scrittore romano ricostruisce l’antropologia culturale di noi italiani in vacanza, cogliendo le trasformazioni attraverso i mutamenti di stati d’animo del protagonista che si racconta.
In Romanzetto marino ci ritroveremo tutti con il nostro tempo passato (primi amori estivi, comitive come tribù che sapevano stare insieme con poco, personaggi pittoreschi e tipi da spiaggia che oggi è difficile incontrare, juke- box e biciclette, cabine da cui spiare il mondo, e lidi che erano agorà che univano con un piacere spontaneo di stare insieme)) che non tornerà mai più.
Lo scrittore veste i panni del testimone e con un distacco lirico e consapevole racconta le avventure estive del suo protagonista ritrovando il tempo perduto senza alcun sentimentalismo.
Mi piace pensare a Paolo Zagari come al Proust di Roma nord.
Romanzetto marino è scritto con una comica e irriverente leggerezza, una lucida ironia e soprattutto tra le sue pagine anche noi sessantenni troveremo le nostre estati passate di cui non bisogna essere i nostalgici, perché, come scriveva Marguerite Yourcenar, il tempo è un grande scultore e a noi non ci resta che accettarlo.
Leggendo Romanzetto marino mi sono venuti in mente Agostino di Moravia, Rimini di Tondelli e Tempi memorabili di Cassola.
Quando il romanzo ci legge dentro e ci dice che il tempo passa e noi non siamo quelli di prima.
Paolo Zagari ritrova un tempo individuale e collettivo, racconta se stesso e noi attraverso le estati del nostro scontento.
Una lettura suggestiva, ironica, autentica.