Ieri alle 16 si è tenuta la manifestazione finale del premio Giallo Stresa 2013, rivolto a scrittori di racconti gialli, con la proclamazione del vincitore: si è aggiudicato il primo premio, un quadro realizzato da Alessandra Marinoni, lo scrittore Riccardo Landini, di Reggio Emilia.
La giuria ha inoltre conferito il premio Brizio per la scrittura femminile a Elena Veroni di Varese.
Contemporaneamente è stata presentata l’antologia Giallo Lago, curata da Ambretta
Sampietro, organizzatrice del premio, edita da Eclissi, che racchiude i racconti, oltre che dei vincitori, anche dei finalisti Mario Caviglioli, Maria Luisa Cimarosti, Sergio Cova, Andrea Dallapina, Gianluca D’Acquino, Maurizio Gilardi, Rossana Girotto, Maria Elisa Gualandris, Giorgio Maimone, Manarini e Rodighiero, Antonella Mecenero, Sabrina Minetti, Emiliano Pedroni, Maurizio Pellizzon, Alberto Pizzi, Federico Spinozzi, Massimiliano Vergani, IoneVernazza.
Con la sua pubblicazione si cercherà di bissare il successo dell’antologia dello scorso anno, Delitti d’acqua dolce, edita da Lampi di Stampa.
Abbiamo chiesto a Riccardo Landini quali pensa siano le caratteristiche del suo racconto che hanno colpito la giuria.
Il mio è un racconto che parla dell’assassino di tutti gli scrittori partecipanti ad un premio letterario. Credo che ciò abbia molto incuriosito. Tra l’altro i personaggi sono ispirati ai partecipanti al concorso dello scorso anno, tra cui c’ero anch’io.
In ogni buon giallo c’è un investigatore.Che tipo è il suo?
È un personaggio che si pone degli interrogativi e alla fine esce dalla polizia perchè non capisce se la giustizia funziona per caso come dice Durennmatt o se la sua opera puó risolvere qualcosa.
Quando ha iniziato a scrivere?
Da ragazzino… a cinque anni leggevo Edgar Allan Poe e mi chiamavano il bambino più triste del mondo!
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