Titolo: Quota 33
Editore: Tea
Pagine: 438
Genere: romanzo
Data di Pubblicazione: 2013
Prezzo: € 13,00
Alvise Guarnieri è sostituto procuratore nella cittadina di Ardese. Quarantenne, separato con un figlio, è un uomo colto e incorruttibile che si è formato professionalmente presso l’antimafia di Palermo.
Tornato nella cittadina natale, Guarnieri si trova ad indagare sull’omicidio della bella Oksana Leykova, ex prostituta di origine rumena. La giovane donna, presa come ostaggio durante una rapina, viene ritrovata morta: sarà stata una tragica fatalità, trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, oppure la rapina era soltanto un mezzo per nascondere il vero obiettivo, l’omicidio di Oksana?
Indagando sul caso, aiutato dal suo braccio destro, il Maresciallo Saverio Alfano, il magistrato si imbatte nella criminalità di provincia e scopre che dietro la morte della donna ci sono collegamenti di natura economica tra poteri locali, mafia, figure politiche. Forti e discordanti sono le pressioni che riceve da più parti, ma l’uomo andrà avanti nelle sue indagini fino a dove la Giustizia, questo sistema spesso farraginoso e caotico, glielo consentirà. E quando alla fine dovrà tirare le fila di quanto successo, la sua non sarà una scelta facile. “Non è la decisione giuridicamente corretta che fa di lei un buon magistrato” gli ricorda un vecchio procuratore, “ma la sola, tra quelle giuridicamente corrette, che sia intellettualmente onesta. La Giustizia è una forma di etica morale, una sorta di acqua trasparente, senza il colore delle idee, senza il calore delle fedi, che dovrebbe solo aiutare a pulire e che noi magistrati troppo spesso contrabbandiamo per acqua santa destinata a purificare, così sacralizziamo la nostra funzione e consacriamo il nostro potere. Perciò, dottore, lei dispone di un’acqua preziosa e non infinita. La sparga con buon senso e senso della misura” (pag. 330).
Di contorno alle indagini, il microcosmo della Procura di Ardese: burocrazia, certo, ma anche un’umanità variegata ed interessante. Scopriamo così lo spaccio di mozzarelle nel garage, l’autista tuttofare, il magistrato donna malata di lavoro, il magistrato furbo che scarica le pratiche ai colleghi, la solidarietà delle collette fatte per aiutare chi è più in difficoltà. Un romanzo interessante scritto da “un’addetta ai lavori”, il magistrato Roberta Gallego, che ci trasporta in un contesto vario, vivace e realistico, una Procura imperfetta, come la definisce la stessa autrice, ma che non manca certo di calore umano.