Primavera 1961 – ultimo rogo di libri nel cortile della Questura di Varese

Nel 1961 a Casbeno l’ultimo rogo della censura in Italia. Fu colpito “Storielle, racconti e raccontini”

Il marchese De Sade

VareseL’ultima volta di un libro messo pubblicamente al rogo in Italia?
Nel cortile della Questura di Varese nella primavera del 1961.
A bruciare a Casbeno fu “Storielle, racconti e raccontini“, opera del Marchese De Sade, pubblicato dalla piccola casa editrice di Luigi Veronelli nel 1957, corredato dalle illustrazioni di Alberto Manfredi e stampato a Varese presso la tipografia Manfredi. Prima di finire tra le fiamme, il libro fu sequestrato. Con tanto di processo presso il Tribunale di Varese, che vide imputati Luigi Veronelli in quanto editore, Alberto Manfredi per le illustrazioni, il titolare della tipografia Emilio Manfredi e alcuni librai trovati in possesso del volume.
Pagina a cura di Luca Conte sulla Prealpina in edicola domenica 22 gennaio. www.prealpina.it

Il Marchese De Sade, all’anagrafe Donatien Alphonse François De Sade, nasce a Parigi nel 1740. Dopo una buona carriera militare svolta al servizio della Francia nella guerra dei Sette anni contro la Prussia, viene congedato col grado di capitano e inizia a condurre una vita dissoluta dedicata al divertimento e alle belle donne, attrici e cortigiane. Nel 1763 viene costretto dal padre a sposare Renee Pelagie de Montreuil, appartenente ad una famiglia di recente nobiltà ma molto ricca, che non riesce però a far mettere la testa a posto al marito libertino. Pochi mesi dopo le nozze il marchese viene imprigionato per “comportamento oltraggioso” in un bordello…e non sarà l’unico soggiorno in prigione. Organizza feste e balli e parte per un viaggio in compagnia della sua amante, sorella della moglie. Nel 1772 per la prima volta va in scena una sua opera teatrale, nel 1777 viene arrestato a Parigi. Nella prigione di Vincennes inizia a scrivere opere teatrali e romanzi. Viene trasferito alla Bastiglia dove redige “Le 120 giornate di Sodoma” e “Le sfortune della virtù”. Nel luglio 1789, dieci giorni prima della presa della Bastiglia, viene trasferito in un manicomio. È costretto ad abbandonare la sua biblioteca di 600 volumi e tutti i manoscritti. Successivamente torna dalla moglie che stanca dei suoi comportamenti licenziosi e delle sue violenze lo abbandona, come faranno anche i figli. Dopo altre condanne, altre prigioni e altri romanzi, nel 1801 viene internato nel manicomio di Charenton. A nulla varranno le sue proteste e le sue suppliche e, giudicato pazzo, ma perfettamente lucido, qui trascorrerà gli ultimi 13 anni della sua vita. Muore il 2 dicembre 1814, all’età di 74 anni. Trenta dei quali trascorsi in prigione. Le sue opere saranno riabilitate solo nel ventesimo secolo. biografieonline.it

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