Autore: Giovanni Negri
Titolo: Prendete e bevetene tutti
Editore: Einaudi. Stile Libero Big
Numero di pagine: 343
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 18 Euro
“Cosulich aveva voluto prima di tutto vedere il luogo della tragedia, misurare la violenza della morte, provare a sentire, capire qualcosa, magari cogliere un dettaglio capace di spingerlo sulla pista giusta. Talvolta quella che lui chiamava «la temperatura del delitto» l’aveva aiutato molto” (p. 15).
Il commissario Cosulich questa volta è chiamato ad investigare su un caso di omicidio-suicidio dai lati oscuri e frastagliati nel mondo del vino della Franciacorta sul lago di Iseo durante la notte di Capodanno.
Ad avere la peggio è uno dei massimi esperti di enologia, Mario Salcetti, manager di successo ed inventore del famosissimo Brut, scomparso in circostanze poco chiare. “Nel magico universo delle bollicine quasi tutto è apparenza perché è leggero, incorporeo, fatto per durare solo un attimo” (p. 227).
Le ricerche porteranno Cosulich in luoghi e mondi contrapposti e sconosciuti: da un parte il business da milioni di euro del Brut, concorrente diretto dello spumante e apparentemente dello Champagne, le fiere di settore in tutta Europa ed i ricchi vigneti in Italia, Francia ed Inghilterra; dall’altra il mondo ecclesiastico, fatto di chiese, conventi, abbazie ed un segreto molto antico da nascondere a tutti i costi.
Tra sacro e profano, per il commissario Cosulich e l’ispettore Mastrantoni le due rette parallele sembrano non unirsi mai, ma spostando il punto di vista, la situazione può cambiare radicalmente. Con la stampa nazionale pronta ad emettere qualsiasi verdetto, “Inferno o Paradiso”, la ricerca risulta essere una lotta contro il tempo, in cui anche la politica riesce a trovare il suo spazio per aggiungere ulteriori ‒ ostacoli protezionistici ‒ a proprio vantaggio.
Il secondo romanzo di Giovanni Negri per Einaudi Stile Libero risulta essere tanto avvincente e ricco di spunti di riflessione, quanto intricato come il labirinto di Cnosso del Minotauro.
La prima caratteristica ad emergere fin dall’inizio è l’elevata velocità con cui cambiano gli ambienti del racconto, evidenziata dai capitoli molto brevi con cui non è sempre facile cimentarsi.
Le figure femminili giocano un ruolo chiave in tutta la storia e a loro vengono dedicate descrizioni minuziose e frasi ad effetto. “Adesso era una donna affermata. Spesso sola, ma bella e felice. Capace di consolarsi con il corpo, e anche con la testa. Agli amici più cari che la corteggiavano ripeteva ridendo: «Un uomo senza una donna non è nulla. Una donna senza un uomo è sempre una donna»” (p. 39).
Il punto di forza di questo romanzo è sicuramente la ricchezza di informazioni plausibili, ispirate a persone, fatti reali e previsioni future, con un ottimo sapore di “vero”. Nelle prime dieci pagine si ha la sensazione di poter svelare subito l’arcano, entrando in competizione con i protagonisti nella soluzione del caso e pensando di poterli battere sul tempo; in seguito invece, con l’emergere di ulteriori dettagli, un senso di smarrimento invade il lettore, che rimarrà piacevolmente stupito con un finale dannunziano da lasciare a bocca aperta il più esperto dei sommelier.