Lo straordinario salotto del Salone del Libro di Torino ha accolto quest’anno, nella consueta collaborazione con il Premio Letterario Internazionale Mondello, il conferimento a Emmanuel Carrère del Premio Letterario Internazionale Mondello, sezione Autore Straniero.
Come nella tradizione del Mondello, il premio viene assegnato da un giudice monocratico che compie la sua scelta sulla base di un gusto e una stima personale e che in occasione della premiazione dialoga con il suo maestro.
Sul palco un emozionato Antonio Scurati ci ha raccontato e si è confrontato con lo scrittore francese, suo riferimento fin dagli anni giovanili, mettendo in luce nella motivazione alla scelta una particolare abilità di Carrère: “qualunque cosa narri sia essa omicidio atroce, storia della sua famiglia, catastrofe di una popolazione, malattia di una giovane donna, storia di un’intera nazione, origini del Cristianesimo Carrère non lo fa mai senza passare dall’Io, raccontando sempre del proprio incontro con il mondo, compiendo una mossa letteraria formidabile che ci consente di rivedere un mondo diventato opaco”. In una società genuflessa davanti ad un altare vuoto che è il culto esasperato dell’Io, in cui tutti noi siamo solo “Io minimi”, questa capacità rende Carrère, agli occhi del discepolo Scurati, un autore impareggiabile la cui opera diventa “un’immensa litote attraverso la quale Carrère non racconta la vita degli altri, ma racconta vite che non sono la sua, instaurando comunque una forma di relazione”.
La valorizzazione dell’Io passa probabilmente anche attraverso la possibilità e il potere di scelta, perché Carrère prende la parola sottolineando con ironia il ruolo vantaggioso del giudice monocratico e riconoscendosi lui stesso tale, perché unica persona a compiere scelte editoriali nella sua casa editrice francese. Ci parla di “quel piccolo, stretto e specializzato canale” con il quale si accede al mondo che è il nostro Io e passa poi ad un’indagine critica sull’autofiction e l’autobiografia, riconoscendo nei libri di Scurati esempi di autofiction e viceversa nelle sue opere prevalenza di autobiografia.
Nel particolare rapporto fra letteratura e vita Carrère evidenzia la relazione intima che nasce fra scrittore e lettore e ci svela che “come lettore amo capire e percepire che ci sia qualcuno dietro quello che è scritto; importa meno che l’autore sia intelligente, importa che sia presente”.
Una delle domande finali di Scurati riguarda l’ultimo libro di Carrère Il regno e un particolare passaggio nel quale si realizza una sorta di provocazione letteraria nella quale la bellissima descrizione di Maria viene intervallata da una descrizione di un’esperienza pornografica in internet.
Non si tratta di profanazione o di tentativo di stupire e spiazzare il lettore, ma quasi di una forma di rispetto per la varietà dell’esperienza umana, “mi piacciono i libri che contengono e descrivono la maggior varietà della vita”- ci dice Carrère – “ci sono persone che passano anni a studiare la vita dei padri della Chiesa e allo stesso modo vanno in internet”.
Se nel suo libro ci sia un ritorno a una fede religiosa fervente che aveva contraddistinto un periodo passato della sua vita, Carrère risponde con una sorta di imbarazzo definendo il suo libro una ricerca, una domanda nella storia della cristianità.
Con delusione dei suoi lettori lo scrittore francese rivela di non avere in lavorazione nessun nuovo libro e lascia la sala concedendosi alla folla per gli autografi e le foto.
La presenza numerosa del pubblico all’incontro conferma, e non solo per il suo estimatore Scurati, Carrère come star del Salone e personalità della letteratura contemporanea che appartiene, come evidenziato nella presentazione dal presidente della Fondazione Premio Mondello e della Fondazione Sicilia Giovanni Puglisi, a quel “pezzo di letteratura del mondo al quale ormai tutti ci ascriviamo”.
Premio Internazionale Mondello Autore Straniero a Carrère al Salone del Libro
21 Maggio 2015