
Autore: Emily Dickinson
Data di pubbl.: 2023
Casa Editrice: Einaudi
Genere: Poesia
Traduttore: Silvia Bre
Pagine: 715
Prezzo: 14,00
Silvia Bre continua il suo eccellente lavoro di traduzione della poesia di Emily Dickinson. Dopo Centoquattro poesie e Uno zero più ampio, Questa parola fidata, sempre per Einaudi adesso traduce un corpus consistente di poesie (oltre 350) della più importante poetessa americana
In Poesie (un volume di 715 pagine) la scrittrice e poetessa lombarda si cimenta con le parole della grande Emily, restituendo al lettore tutto il fascino e la potenza dei suoi versi.
La traduttrice mostra empatia con Emily e nel suo impegno di portarla nella nostra lingua è fedele al testo originale e ai temi.
La traduttrice si muove nel segno del suo personale scavo delle vastità dickinsoniane.
Il bisogno d’assoluto, l’amore per la natura, la sete di Bellezza, sono i valori delle sue più profonde riflessioni. In un mondo dissacrato dalla stupidità, dilaniato da un globale materialismo effimero, il fascino magnetico della sua grande poesia è la risposta che contiene un’eterna luce di verità.
Il rigore assoluto di Emily c’è tutto in queste nuove traduzioni. Nelle versioni della Bre troviamo il doveroso rispetto per il forte sentire della parola asciutta che sulla pagina entra nel cuore del mondo. Traducendo Emily Dickinson, lei ha tentato (e ci è riuscita) di aderire al massimo al suo poetare.
La Dickinson oggi (più di ieri) è in mezzo a noi con la sua opera e parla alle nostre coscienze. Ci suggerisce di guardarci dentro. Cosi scopriremo di essere stanchi di vivere sofferenti, ingessati in un gelatinoso abito di nulla. La sua poesia viaggia nel senso dell’irrealtà del tempo e dello spazio con le speranze che si alternano alle malinconie. Vuole liberare un sogno di immortalità. E alla fine sprigionare il soffio di eternità impresso nel cuore di tutti.
Ha saputo volare fino agli estremi confini della parola poetica, superandoli. Ha, inoltre, raggiunto la certezza di una spiritualità assoluta.
«Da questa bocca di vulcano, – scrive Sara De Simone nell’introduzione –. Di cui non vediamo il fondo, Emily Dickinson continua a lanciarci lingue di fuoco, mentre noi leggiamo le sue poesie. Quali siano i canali percorsi dai fluidi incandescenti delle sue parole, cosa si agiti sotto la zolla precaria, a che profondità si nasconda la sua camera magmatica, è un segreto».
La Dickinson ci ha insegnato che il poeta ha le chiavi per aprire l’altro mondo. Reclusa nella geometria dell’Estasi ha abbracciato la parola naturale con la contiguità al verso.
Silvia Bre, traducendo Emily Dickinson, scrive: «Lei insegna meglio di ogni altro poeta che la parola, sacra in quanto esile, è un puro velo che la lettura taglia come fosse una tela di Fontana, per andare verso il suo rovescio, l’immagine sconfinata che la lingua poetica proietta per sempre in tutte le direzioni e che si offre come esperienza universale».
Le sue sillabe di seta continuano a volare, a dire, a significare e giungono fino a noi con un bagliore che scuote.
Tutto ciò che c’è nell’amore nella sua poesia si fa poesia. Soltanto tutto ciò che è poesia giunge al cuore degli elementi, come l’amore è un dardo che raggiunge l’attrito delle passioni. Questa è Emily Dickinson.