Data di pubbl.: 2024
Traduttore: Ana Ilievska
Pagine: 237
Prezzo: € 18,00
Rita Dove, vincitrice del Premio Pulitzer ed ex poetessa laureata degli Stati Uniti. Vive a Charlottesville, dove insegna scrittura creativa presso l’Università della Virginia.
Da Interno Poesia, a cura di Ana Ilievska, esce Playlist per l’Apocalisse. Avvenimento editoriale importante perché questa è la prima traduzione in italiano monografica di un suo libro di poesia.
Voce potente e deflagrante, Rita Dove è autrice di una poesia che alle parole chiede di non fare sconti al proprio tempo.
La curatrice scrive che questa è una raccolta schietta, scritta da una maestra del verso che ci offre un momento di respiro e riflessione nel mezzo dell’apocalisse, come quella mitica orchestra del Titanic che suonò fino alla fine.
«Tutto nell’ultimo libro di Rita Dove è canto e dialogo, accostamento e testimonianza. L’opera lirica, il blues e l’hip – hop si affiancano al grillo campestre, al sonetto e alla prosa, all’ode e tutto confluisce nel dolore che è senza colore, nel silenzio e buio assoluto ma pacifico della morte».
La parola e netta e non è mai accondiscendente nei confronti dello sfacelo del tempo: la poetessa guarda negli occhi l’apocalisse quotidiana nella quale siamo precipitati, non si sottrae a una collettiva caduta nel tempo, non ha paura nella sua poesia di raccontare le macerie degli esseri umani.
«Io sono la colpa: È / la verità. Quindi/ su sborsate, ruffiani, / castrati, imitatori / fischianti, / e ascoltate / la verità. / Non devo / toccarla / per sapere che c’è».
Tutto nella poesia di Rita Dove parla di questo tempo, in maniera diretta e trasparente la parola non è mai dissimulata e la poetessa con la sua voce decisa e potente va incontro alla nostra apocalisse, raccontando senza finzione i suoi misfatti.
Non ci sono angeli in questa apocalisse, ma soltanto quello che vediamo e un mondo che è avvolto nel nero delle ombre dove gli spiragli sono chiusi alla luce.
Dove redigendo la sua playlist per l’apocalisse mette in evidenza «ciò che è tagliato / ciò che è devastato / ciò che si è aperto davanti alla lama seghettata».
Shakespeare non fa prigionieri: ka trafugato l’ultimo pettegolezzo per gonfiare la sua ultima commedia, compone un sonetto mentre costruisce una playlist per l’apocalisse.
Così scrive Rita Dove in una poesia per metterci davanti alla sua vocazione di poeta che fai i conti con il dolore che sa sempre come entrare in ogni fessura.
Ha ragione Cioran quando scrive nei Sillogismi dell’amarezza: «Una poesia degna di questo nome incomincia dall’esperienza della fatalità. Soltanto i cattivi poeti sono liberi».
Rita Dove è un poetessa libera perché ci fa fare i conti con tutta la cattiveria di questa apocalisse che ci sta divorando.