Titolo: Piuttosto che morire mi ammazzo
Autore: Guido Catalano
Editore: Miraggi
Genere: poesie
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 160
Prezzo: € 14,00
Guido Catalano è forse uno dei poeti contemporanei più capaci di parlare al lettore di tematiche attuali con un linguaggio up to date. Infatti nel suo nuovo libro di poesie Piuttosto che morire mi ammazzo, Miraggi Edizioni, affronta con efficacia, umorismo e vivacità argomenti che tutti hanno vissuto almeno una volta. L’amore e i sentimenti sono sempre al centro dei suoi pensieri e della sua poetica ma mai in modo troppo diretto o banale.
La grande capacità dell’autore sta nel celare tra i suoi versi continui riferimenti letterari o a canzoni, modi di dire, film.
Per capire Guido occorre immergersi nella sua scrittura, ecco qualche esempio. In “Alcolicomalinconia” si legge: “io vedo due lune quindi in tutto fan tre due io una tu” (pag.11), ed è qui che un lettore attento di romanzi contemporanei non potrà non pensare alle due lune che caratterizzano il nuovo romanzo di Haruki Murakami «1Q84» – Libro III – Ottobre-Dicembre. Oppure a pagina 24 nella poesia “Che i baci siano gl’ultimi a morire“, laddove egli dice “che i baci siano gli ultimi a morire dunque baciarsi il più possibile prima che sia troppo tardi”, non possiamo non pensare ai celebri versi catulliani “dammi mille baci”.
Per quanto concerne i riferimenti musicali e canori troviamo un chiaro riferimento a Lucio Battisti e in particolare alla canzone “E penso a te” nella poesia “Brevissimo dialogo d’amore nel quale l’uomo canna l’inizio e da lì in poi malinteso e imbarazzo la fanno da padrone”, nel verso in cui dice “è troppo grande la città per due che come noi non sperano però si stan cercando” (pag.92), o a “Dieci ragazze per me”( pag.130). Nella poesia “Fernando” si nota una chiara allusione alla canzoncina da bambini “La bella lavanderina” nel punto in cui Catalano dice “Faccio un inchino faccio la riverenza” (pag.36) e la canzoncina riportava “Fai un salto, fanne un altro, fai la riverenza, fai la penitenza”. Inoltre, ci fa sorridere l’allusione alla canzone di Gabriella Ferri “Tutti al mare” quando l’autore a pagina 112 cita proprio le celebri “chiappe chiare” che la resero tanto famosa.
Interessante notare anche le citazioni cinematografiche tra cui quella più originale compare in “Buongiorno” (pag.20) e fa riferimento alla commedia di Eduardo De Filippo del 1945 “Napoli milionaria”, così come Eduardo diceva “Adda passà ‘a nuttata” Catalano ci dice “Adda passà la maledett’estate”.
Potremmo continuare per ore a leggere il suo ultimo volume e a cercare indizi a opere, riferimenti a qualcosa a noi familiare, ma forse è proprio questa l’arte del bravo poeta: lasciare l’ultima interpretazione al lettore. Impossibile non scorgere la torinesità dell’autore nel suo linguaggio attraverso parole come “tamarri” oppure “un’aura di malinconia che spacca” o il verbo “telare” nel senso di “fuggire”; vi è anche un chiaro riferimento al celebre tram 18 che egli cita nella poesia “I tram di notte non schiacciano nessuno” (pag.44).
Nonostante queste piccole licenze poetiche che avvicinano ancora di più l’autore al lettore, soprattutto se giovane, Catalano resta un grande poeta capace di utilizzare allitterazioni come ad esempio: “e siamo così paurosi e presumiamo che siamo presuntuosi” (pag.67) o ossimori o giochi di parole semplicemente stupendi, di cui un esempio è “allordunque addio? addio dunque allora” (pag.72).
Egli è un esploratore di parole come si nota nella poesia “ti bacio in contumacia” in cui esplora il termine “contumacia” giocando sul senso della parola o in riferimento all’assenza della donna ma anche al senso giuridico del termine e allusioni giuridiche si troveranno anche in “tutta la verità nient’altro che la verità”. Nella poesia che dà il titolo alla raccolta emerge un nichilismo manifesto che in realtà cela un estremo sentimentalismo.
Dunque, questo poeta è un poeta della modernità, un poeta che non ci canta la bellezza della natura o della donna angelo ma che affronta tematiche quotidiane con passione e con un linguaggio travolgente. Un poeta che parla di vita, che parla di noi.