Autore: Susanna Clarke
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Fazi editore
Genere: Fantasy, riflessione
Traduttore: Donatella Rizzati
Pagine: 205
Prezzo: 16.00
Piranesi vive nella Casa e il suo mondo è tutto lì. Come potrebbe essere altrimenti? La Casa è immensa. I suoi saloni enormi e riccamente decorati di statue ed orpelli sembrano continuare all’infinito. Se Piranesi prende le scale, i grandi saloni continuano ancora fino a toccare il cielo e a riempirsi di nuvole e se si vuole scendere sotto il suolo si trovano nuovi saloni sempre decorati in modo ricco e splendido. Il tempo e la natura hanno iniziato a intaccare la Casa e tutta la sua magnificenza. In alcuni saloni il soffitto è crollato e il cielo si sta riprendendo quanto gli appartiene esattamente come le acque che stanno invadendo i saloni sotterranei. Ma come è finito lì Piranesi? Chi ha costruito la Casa? Il protagonista non lo sa, nemmeno il lettore lo saprà mai. E sembra per molto che Piranesi sia il solo essere vivente che abita e percorre gli infiniti saloni della Casa. Nelle sue esplorazioni ha trovato gli scheletri di altre persone, che come lui, hanno vagato in lungo e in largo, in cerca di chissà cosa. Eppure Piranesi non è solo. nella casa c’è anche l’Altro. Un uomo che incontra il protagonista tutti i venerdì, nello stesso salone e per poco tempo. Le conversazioni tra i due sono molto brevi e mai davvero significative. Un giorno accade qualcosa di inaspettato. Nella Casa giunge una nuova persona, molto più vecchia di Piranesi e dell’Altro. Il Profeta, così lo appella Piranesi, sa molte più cose di questo mondo misterioso. Egli da un nome all’Altro e conosce l’identità di alcuni degli scheletri. Egli vorrebbe guidare Piranesi, ma quando l’Altro viene a conoscenza dell’arrivo del nuovo abitante cercherà di dissuadere Piranesi dal dargli ascolto, etichettando il Profeta come un individuo pericoloso. Sarà Piranesi a dover scoprire la verità che si cela dietro ai due individui e a trovare le risposte che gli occorrono.
Se dovessi cercare degli aggettivi con cui descrivere il romanzo di Susanna Clarke, Piranesi, senza dubbio userei il termine “bizzarro” o quantomeno, “insolito”. Non è la classica storia che siamo abituati a leggere, n on è un fantasy o un romanzo di qualsiasi genere, bensì qualcosa che sfugge a una possibile etichetta del lettore. Pur essendo difficile inquadrarlo nella grande classifica di genere (credo che possa nascere un nuovo genere letterario proprio da questo romanzo), il libro della Clarke, nel suo essere insolito, fa riflettere moltissimo. Che cosa è la “Casa”? mentre leggevo di questo immenso edificio e cercavo di raffigurarmelo con la mia immaginazione, sentivo un senso di spaesamento e di inquietudine. Chi ha realizzato un edificio di simile immensità e perché? Come mai nessuno se ne occupa? Come sono arrivate quelle persone là dentro? Ho provato a darmi risposte che cambiavano ogni volta che il protagonista cambiava salone. Inizialmente pensavo fosse una metafora per l’aldilà, poi della conoscenza fino ad arrivare a pensare che la “casa” sia solo una perfetta metafora di noi come individui. E l’altro e il profeta? Forse due lati della stessa medaglia, forse semplicemente un altro lato di Piranesi o una splendida allegoria delle persone che incontriamo tutti i giorni o addirittura una manifestazione dei nostri pensieri che cambiano con il tempo. Leggere Piranesi mi ha affascinato molto, guardare il mondo con quel suo sguardo innocente e spensierato, privo di qualsiasi preconcetto culturale e assente di qualsiasi introspezioni (che lasciava alla mente la possibilità di cercare le risposte all’infinito) mi ha appassionato molto. Sebbene sia un testo inusuale ma estremamente appassionante, Susanna Clarke riesce comunque a catturare il lettore grazie all’alone di mistero che circonda tutta la vicenda in cui Piranesi e gli altri due personaggi si muovono in continuazione. Personalmente mi sento di consigliare la lettura di questo libro anche solo per aver la possibilità di avere letto qualcosa di estremamente semplice per accompagnare, senza troppe pretese, le nostre nuove giornate di libertà.