L’attesa è alle stelle, domani sapremo il nome del tanto atteso vincitore del premio letterario italiano più ambito: il Premio Strega. In questo clima decisamente frenetico siamo riusciti a rubare qualche minuto (telefonico) a Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e segretario del comitato direttivo del Premio Strega.
Qual è secondo lei la forza del Premio Strega? Quali sono le caratteristiche che lo rendono il premio letterario più ambito?
Il Premio Strega ha raggiunto quest’anno la sua 68° edizione e ha premiato i migliori autori della seconda metà del ‘900. Il libro vincitore riceve un riscontro importante in libreria perché i lettori si fidano del Premio e si lanciano nell’acquisto, questa credo sia la nostra maggiore forza.
Ci sono novità da sottolineare sull’edizione 2014 che sta per decretare il suo vincitore?
Sì ci sono state due importanti novità introdotte proprio quest’anno. La prima è il Premio Strega Giovani, vinto da Giuseppe Catozzella con “Non dirmi che hai paura”, un romanzo che sta avendo un grandissimo successo. L’elemento più interessante di questo premio è che è stato assegnato da una giuria composta da 400 ragazzi tra i 16 e i 18 anni che frequentano scuole superiori italiane ed europee, quindi è un progetto che oltre a premiare i nuovi talenti promuove anche la lettura tra i giovani. La seconda novità di quest’anno è il Premio Strega Europeo, scelto da vecchi vincitori del premio Strega. Nella cinquina dei finalisti sono presenti il Premio Finlandia, il Premio Goncourt, il Premio Nazionale Bulgaro, insomma il meglio della narrativa europea tradotta in italiano.
Piccolo e Scurati, in particolare, sono stati molto chiacchierati, seppur per motivi diversi… Cosa ne pensa?
Le polemiche al Premio Strega non mancano mai, io le considero una forma di narrazione perché sono il modo che utilizza la stampa per guardare il Premio e inoltre credo che aiutino anche a incrementare il mito che ruota intorno ad esso.
E’ dal 2003 che una donna non si aggiudica il primo posto del podio, gli uomini sono più bravi?
Assolutamente no. Sono passati dieci anni dall’ultima vincitrice donna, stiamo parlando di Melania G. Mazzucco nel 2003. Credo che ci sia una difficoltà nel riconoscere il talento femminile ed è una cosa che succede in tutti i premi, non solo italiani, e questo è un grave problema. Per esempio solo il 30% della nostra giuria è composto da donne, è una percentuale bassissima ma stiamo lavorando anche su questo aspetto.
Le notizie economiche e quelle del mercato editoriale non sono ancora rassicuranti, come vede il futuro del Premio?
Dal punto di vista economico il Premio Strega ha un costo non indifferente e purtroppo la spesa per la cultura negli ultimi anni è diminuita, di conseguenza abbiamo riscontrato delle difficoltà per la realizzazione del premio. Tutto sommato posso dire che quest’anno non ci è andata male. Per quanto riguarda il contesto editoriale sappiamo che gli italiani comprano sempre meno libri e anche i lettori forti, che per un certo periodo sono stati in aumento, negli ultimi anni quest’anno invece stanno diminuendo. Nonostante questo il libro vincitore del premio continua ad avere un riscontro forte nelle librerie. Secondo un indagine il libro premiato supera le vendite di 4/5 volte rispetto a prima dell’assegnazione.