All’alba – ma nemmeno troppo – del XXI secolo, per merito della televisione, delle riviste di gossip e non solo ci siamo oramai abituati alle relazioni ed ai matrimoni che finiscono in alcuni casi perfino dopo vent’anni e più.
Quante volte, anche grazie a storie di vita vissute da conoscenti, abbiamo sentito di donne lasciate dai mariti per segretarie, massaggiatrici, vicine di casa, migliori amiche o altro?
In molte fra le protagoniste di questi racconti si sono disperate all’inverosimile, ma altre, e qui sta il bello, hanno reagito in modo ben diverso e dopo un iniziale momento di sconforto hanno esclamato ( forse non proprio ai quattro venti e con queste esatte parole): “ Per fortuna mi ha tradito!”
In questo caso la “ fortunata” è Vera, la protagonista dell’ultimo romanzo di Ildikó von Kürthy.
L’autrice che è anche giornalista di Amburgo e che non è nuova alla stesura di romanzi definiti chick lit dai titoli accattivanti e divertenti, questa volta ci racconta la storia di una donna di 40 anni che, convinta del fatto che la sua vita matrimoniale sia perfetta pur nella sua noiosa routine, improvvisamente e per puro caso scopre che il marito la tradisce (galeotti furono il computer e le chat di facebook).
Dopo un primo shock, che coglierebbe chiunque si trovasse nella medesima situazione, e grazie all’aiuto dell’esuberante Johanna – l’amica che tutte vorremmo al nostro fianco in momenti simili – e ad una coppia gay – i migliori amici e consiglieri delle donne – Vera decide di rimettersi in gioco e di riconquistare Marcus, il marito traditore.
Inizia così un programma serrato il cui unico scopo è riconquistare la forma fisica e la fiducia in se stessa e che ha come motto la frase della cara zia Helga : “ La ricetta del mio matrimonio felice? Sono sempre stata innamorata. Ma non di mio marito, naturalmente”
Si comincia con un corso su “ come essere più belle da nude”, per continuare con dieta e palestra e concludere con avventure da una notte (non c’è niente di meglio per la propria autostima ferita) con aitanti uomini più giovani dagli addominali scolpiti e dermatologi affermati.
A questo punto, dopo essere stato bellamente ignorato per settimane, il marito traditore è cotto a puntino e pronto per tornare strisciando.
Ma è davvero quello che Vera vuole?
Una volta recuperata finalmente la fiducia in se stessa, nelle proprie capacità e riscoperta la voglia di sognare e di raggiungere degli obbiettivi, anche professionali, che esulino dalla volontà del proprio marito, Vera avrà realmente intenzione di tornare indietro o preferirà seguire il suggerimento di Mae West che disse: “ Tra due mali scelgo quello che non ho ancora provato” e quindi opterà per la libertà?
Con uno stile fresco e divertente, che ci ricorda come una bella risata aiuti a mettere nella giusta prospettiva molte cose, Ildikó von Kürthy riesce a fare una disamina obbiettiva ed approfondita del fallimento del matrimonio, assegnando ad entrambe le parti in causa le loro responsabilità oggettive.
Così se da una parte l’uomo è “colpevole” di eccessiva dipendenza dalla famiglia di origine, dalle proprie abitudini e troppo incentrato su sé stesso e sulle proprie esigenze, dall’altra la donna pecca per mancanza di autostima, per arrendevolezza e, alle volte, persino per annullamento di sè e dei propri sogni in favore del consorte ( errore per certi versi più grave degli altri).
Un mix di difetti, quello sopra- elencato, che rappresenta la ricetta perfetta per la pessima riuscita di qualsiasi relazione mentre, come l’esperienza di Vera ci insegna, il riuscire a mantenere un proprio spazio, una propria identità e soprattutto una personalità distinta e separata da quella del coniuge se non salva il matriomonio o la relazione, perlomeno salva noi stesse dalla rovina.
La conclusione, a questo punto, è una ed una soltanto e cioè, come sosteneva Zsa Zsa Gàbor, che :” Una donna indietreggia solo per prendere meglio la rincorsa”.