Autore: Alessandro Cinquegrani
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: TerraRossa edizioni
Genere: Romanzo
Pagine: 230
Prezzo: 15,90 €
C’è un male subdolo, compiuto da coloro che riescono a cadere sempre in piedi, che sanno scampare ai pericoli mentendo quel tanto che basta per rendere digeribile una verità indigesta. C’è poi un male in sé, immediatamente riconoscibile, impossibile da giustificare. Ci sono Alberto e Lorenzo, due comparse sul palco della vita quotidiana e che partecipano alla storia universale con i loro gesti e con le loro idee; si incontrano e si scontrano in un mondo nel quale onirico e reale sono piani comunicanti del tutto-indefinibile. Ci sono anche Albert Speer, architetto del Terzo Reich e fedele Ministro di Hitler, e Josef Mengele, il medico assassino di Auschwitz che cercava le sue verità-razziali nei gemelli su cui concentrava i suoi esperimenti.
Tutto accade a distanza di anni, tutto si unisce nel tempo-medio di un film. Ma un film non è una similitudine traslata in scene poste in sequenza da un regista che sintetizza ogni concetto in segni universali?
Pensa il risveglio è un romanzo che ha come tema il male nelle sue infinite forme. Ma è anche un romanzo spettacolare, composto da eventi sensazionalistici che guidano il lettore. Si accendono le telecamere e si girano le scene, ma tutto si mischia e si confonde. Mille comparse, nessun protagonista, tutti partecipano alla stessa maniera alla storia e alla commedia umana. Così come ogni cosa è stata scritta, così ogni film è già stato girato. Non ci sono novità da annunciare, ma simboli che vanno svelati. In questo romanzo non c’è differenza tra il subdolo male di Speer, che grazie alla menzogna fu capace di salvarsi dal patibolo imbastito dai vincitori del secondo conflitto mondiale, e la pusillanimità di Alberto; così come non c’è bisogno di edulcorare la crudeltà di Mengele, i cui esperimenti erano ispirati dalla convinzione che il male fosse necessario per giungere al bene comune, e le azioni di Lorenzo.
E così, in questo romanzo il male e il bene si palesano in rilievo come se guardassimo il negativo di una fotografia. E questo accade anche per la realtà e il sogno, per la coscienza e l’inconscio, per il piano superiore e il piano inferiore dello spirito. C’è un male idealizzato, che vive nell’Iperuranio della coscienza, e un male fenomenologico, che si fa atto, ed entrambi dialogano attraverso la percezione, la quale sa essere ponte tra il conoscibile e l’ignoto, tra ogni frammento dell’io che lotta per sopravvivere a quella forza aggregante che amalgama e neutralizza.
Il romanzo di Cinquegrani è un viaggio. Attraversa paesaggi, esistenze, panorami, utopie, distopie, sofferenze, gioie ed eventi. In pochi personaggi c’è l’umanità, in 228 pagine c’è il senso della letteratura, ossia svelare qualcosa che apra a nuove e coraggiose visioni.