Nonostante ogni giorno si cerchi di trovare un pretesto, un messaggio, un episodio che faccia ben sperare circa la situazione economia attuale in Italia, la realtà – specialmente in ambito editoriale – suscita ancora gravi preoccupazioni. Ancor di più quando si apprendono notizie come quella circa la chiusura di giornali, come quella relativa al Corriere del Giorno, storico quotidiano fondato nel 1947 a Taranto.
Da ieri, infatti, non saranno più reperibili copie nè in edicola, né in Rete poichè, a causa di una pesante situazione debitoria, la testata sta attualmente affrontando una liquidazione coatta. La chiusura, anticipata di qualche mese, viene giustificata dal commissario liquidatore poichè: “nell’impossibilità di far quadrare i conti dell’esercizio provvisorio, ha deciso di anticipare di circa due mesi la scadenza fissata per giugno”.
Quando poi si aggiungono dibattiti, come quello in merito all’impiego di risorse digitali nel mondo universitario, il discorso si fa più ampio. E’ davvero una crisi negativa quella che l’editoria sta vivendo, non potrebbe trattarsi di un temporale prima di un nuovo sole?
Meglio essere più chiari. Oggi la parola crisi è usata – ed abusata – da tutti ma, siamo sicuri che questo non sia solo un periodo di transito, un momento – seppur di dubbia durata – in cui è in atto una rivoluzione che porterà a tempi migliori? La crisi esiste, e questo è un dato di fatto. Redazioni che chiudono i battenti, testate che non assumono ecc. Ciò che andrebbe evitato è il demonizzare i nuovi strumenti, le risorse del futuro, risorse che invece potrebbero permettere di superare un momento difficile come quello attuale.
Il digitale è – e sarà – la nuova editoria. E’ inutile, o per lo meno controproducente, trascorrere intere giornate lamentandosi della situazione in cui il nostro Paese versa oggi; sarebbe molto meglio sfruttare ogni energia possibile investendo sui nuovi mezzi, inventandosi qualcosa di originale, personale e unico. Le risorse ci sono, ormai internet permette di gestire – a costi minimi – anche imprese.
Ci sono riusciti grandi uomini nel Rinascimento, perché oggi – e con questi mezzi a disposizione – dovrebbe essere impossibile?
Questo è un consiglio, ovviamente. Noi siamo convinti che nel futuro i libri (di carta o meno) possano avere ancora molto spazio: laddove ci sono volontà e fiducia nelle possibilità ci sarà sempre posto per imparare, conoscere e vivere.