Autore: Giorgio Ieranò
Titolo: Olympos
Editore: Sonzogno
Genere: Saggio
Pagine: 252
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 16,00 euro
Questo libro è uno spasso! Concordo con la definizione, attribuita a questo saggio romanzato, da Valerio Massimo Manfredi “Olympos non è semplicemente mitico, è sballo mitologico”.
La mitologia ha sempre il suo fascino, è vero, ma quello che riesce ad emergere dal libro è ben altro. Ieranò, studioso e docente di storia e letteratura greca all’università di Trento, riesce a trasmettere un’attrazione unica e sensazionale per queste pagine che comunicano una vera e propria passione dell’autore per i temi trattati, ed è proprio questa stessa passione che travolge a tutti gli effetti chi prende in mano il suo libro.
I protagonisti del saggio sono le divinità classiche del periodo ellenico, e in particolare Zeus, il marito infedele pronto a tradire la sua consorte con ogni creatura femminile visibile ai suoi occhi, Era, la moglie “cornuta e mazziata” dal signore dell’Olimpo, Afrodite, la bellezza e la vanità fatta persona, Efesto, il brutto e onesto fabbro degli dei, Ares, affascinante e violento, il classico bell’imbusto dai poteri illimitati, Poseidone, signore di tutti gli abissi scambiato dal padre per una pecora, Apollo, il bello e psicolabile, onnipotente quanto irriverente, Artemide, la sorella di Apollo nemica dell’amore, Ermes, l’antico postino alato assai bugiardo e anche un po’ con le mani lunghe, Atena, protettrice dell’omonima città greca e affascinante padrona del sapere, Dioniso, il dio trasgressivo e godereccio, e infine Demetra, la madre dolorosa. Ad ognuno di loro è dedicato un capitolo. I capitoli hanno la caratteristica di essere molto curati e ben scritti, non descrivono una storia in sé, ma analizzano delle caratteristiche delle divinità oggetto della narrazione e, attraverso questi aspetti, vengono raccontati episodi della mitologia a supporto dei dettagli caratteriali che potremmo sicuramente e, forse, più facilmente, definire vizi piuttosto che virtù. Perchè proprio questo, io penso, che siano in realtà gli dei dell’Olimpo: l’incarnazione, l’esaltazione e forse l’esagerazione dei vizi degli uomini.
L’autore evidenzia anche come l’origine di alcuni termini della nostra quotidianità sia proprio legata alle divinità greche. Per esempio, lo sapevate che la parola “Liceo” è legata ad Apollo? E da dove deriva la parola “Afrodisiaco”?
Leggendo questo libro scoprirete che certe cose, all’apparenza straordinarie, che accadono ai nostri giorni, erano attuali anche allora. E quindi si pone il quesito: erano attuali le divinità elleniche o il mondo non si è evoluto poi di molto? A voi la riflessione, a lettura completata.
“Gli dei dell’Olimpo, insomma, non ci hanno mai abbandonato. Sono i nostri padri, ma anche i simboli di ciò che siamo ancora oggi. I nostri antenati ma anche i nostri compagni di strada. Ci hanno seguito attraverso i secoli, con le loro storie e le loro favole. Guardiamoci intorno: sono ancora dappertutto. Atena, la dea della Sapienza, torreggia, con la lancia in una mano e lo scudo nell’altra, nei cortili delle università. Mercurio, ci sfreccia davanti stampato su un camion, incorniciato nel logo di una ditta di trasporti, o nel marchio di una società che consegna fiori a distanza. Bacco, incoronato di edera o di grappoli, ci osserva dall’etichetta di una bottiglia di vino. Nettuno fa la pubblicità del tonno in scatola.”
Grazie a questo libro l’Olimpo torna a vivere!