Qualche mese fa, mi è capitato di presentare Venti corpi nella neve il mio primo romanzo in una scuola di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso. Mi sono trovato di fronte una platea di ragazzi under venti che stavano per lasciare la “zona di comfort” dell’istruzione obbligatoria per volare chi all’università chi (pochi) verso un mestiere o un’attività di famiglia. E’ stata una giornata di intensità particolare, ho visto in questi ragazzi qualità cristalline ed entusiasmo sincero, e nei loro professori delle vere guide sia nelle materie di studio che – ancor più importante – nella scoperta delle proprie passioni. Alla fine dell’incontro, uno dei professori mi ha chiesto di lasciare a questi ragazzi un messaggio. Preso alla sprovvista, ho detto “Guardatevi attorno, non restate fossilizzati qui, andate via dal nostro paese. Magari per tornarvi o magari no.” Cose che penso, ma che avrei dovuto contestualizzare meglio. Infatti, come sempre, il concetto giusto mi è venuto in mente molto dopo, quando già ero rientrato a casa. Il messaggio da dare a quei ragazzi era: “Sognate. Sognate sempre e sognate in grande. Perché sognare in grande o in piccolo costa esattamente la stessa cifra: zero. Ma la soddisfazione nel caso il sogno si avveri… volete mettere?”
E’ lo stesso augurio che rivolgo al piccolo Alessandro, il bambino che Sara mi ha regalato poco più di un mese fa, nella dedica di Io sono lo straniero: “Che tu possa sempre sognare in grande.” So che da un autore ci si aspetta piuttosto la citazione di un oscuro poeta islandese o, meglio ancora, afghano o ceceno e un commento sulla decadenza dei film transavanguardisti. Ecco, io vorrei parlare dell’importanza del sogno, e di sognare.
Sono tempi oscuri, per gli adolescenti dell’istituto di Pieve di Soligo e per noi più grandicelli. E’ proprio nell’oscurità e nelle nebbie che serve una stella polare da seguire per evitare di non trovare il porto in cui rifugiarsi o arenarsi in qualche secca. Ed è ancora più utile se vengono a mancare tutti gli altri punti di riferimento, come in questo periodo. E se la stella polare da seguire è più grande e luminosa è più facile da individure. Per questo è importante sognare. I sogni sono la nostra stella polare. Per avere una direzione da seguire anche quando tutto è piatto e l’orizzonte sembra insormontabile.
Poi, i sogni hanno la brutta caratteristica di non avverarsi da soli ma di richiedere olio di gomito, umiltà e sforzo per avverarsi.
Ma questa è un’altra storia. Intanto, buoni sogni.
Giuliano Pasini è nato nel 1974 a Zocca, nel cuore dell’Appennino emiliano.
Sposato con Sara, vive in Veneto ed è un professionista della comunicazione d’impresa. Si interessa di musica ed enogastronomia. Il suo romanzo d’esordio Venti corpi nella neve, uscito nel 2012 per Fanucci-TimeCrime, dopo essere stato un caso sul web ha ottenuto un grande successo di pubblico, si è aggiudicato il Premio Massarosa ed è in corso di traduzione in Germania. Insieme ad altri autori emiliani Pasini ha contribuito, con il racconto intitolato La storia di Primo e di Terzo, all’antologia Alzando da terra il sole (Mondadori) il cui ricavato verrà devoluto alla ricostruzione della biblioteca di Mirandola, uno dei centri più colpiti dal sisma del maggio 2012.