Autore: Cristina Caboni
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Garzanti
Genere: Romanzo
Pagine: 304
Prezzo: 18,60 €
L’ultimo libro di Cristina Caboni è un omaggio alla Resistenza.
Tutto ci si aspetta da una penna così abile come quella dell’autrice sarda; sa scaldare il cuore di milioni di lettrici e lettori e, nelle sue pagine, è solita intrecciare scene di vita quotidiana, romanticismo (attenzione, non inteso come cuoricini e passione) e riflessioni. Il suo è uno stile riconoscibile, che porta con sé il calore di un abbraccio con un amico di lunga data.
Ma questa volta, con il solito timbro e una storia completamente inattesa, ci ha letteralmente stravolto le aspettative. Non fraintendeteci, non stiamo dicendo che “La ragazza dei colori” (Garzanti) non ci è piaciuto, anzi! Lo abbiamo amato e (forse) anche di più di tutti gli altri. Ci ha aperto nuove prospettive, inaspettate porte su un mondo nuovo – quello del romanzo semi storico – che fino a ora non eravamo abituati ad attribuire alla penna della Caboni.
Stella, la protagonista, è una giovane donna che della vita ha ancora tanto da scoprire; prima fra tutte, la capacità di lasciarsi andare alle emozioni. Proprio come le insegna l’arte. È brava, è appassionata, è creativa, ma non accetta che il suo mondo, quello del colore su tela, la trasporti in una realtà totalizzante. Stella ha paura smarrire il focus, e forse anche il controllo, ma a insegnarle come fare ci pensano gli indizi del defunto zio Orlando.
A causa della perdita del lavoro, la protagonista torna a casa della zia novantenne Letizia – suo punto di riferimento sin dall’infanzia, e qui, inizia a trovare una serie di pensieri che Orlando ha lasciato alla nipote. Se inizialmente sembravano simpatici ricordi incontrati alla rinfusa, passo dopo passo Stella si accorge che, messi in fila, portano a una conclusione ben precisa. Una rivelazione, che può interpretare solo grazie alla costante e impegnata ricerca di date e luoghi.
Parallelamente allo svolgimento principale, Cristina Caboni presenta al lettore il passato di Letizia: da giovane è stata una maestra innamorata della propria professione, che ha sempre avuto a cuore le vite dei propri alunni. In un continuo rimbalzo tra ieri – 1945 – e oggi – contemporaneità – il romanzo ci ha lasciati con il fiato sospeso fino gli ultimi capitoli, quando la linea è diventata una sola e gli avvenimenti, i perché degli indizi, i nomi e i destini trovano la loro posizione naturale e migliore.
A fare da cornice alla storia protagonista, un amore frastornato ma genuino, che coinvolge Stella e Alexander – un medico che la ragazza incontra per caso proprio all’inizio del libro. Con lui riesce a lasciarsi andare, a ridere, a sentirsi libera, a non pensare alle conseguenze e ai pro e contro di ogni situazione. Alexander, poi, sarà anch’egli un tassello fondamentale per la conclusione della storia.
Cristina Caboni ci ha sorpresi perché è entrata nel profondo di una delle pagine più importanti della nostra storia con la delicatezza che la contraddistingue e – allo stesso tempo – con determinata serietà. Ha raccontato di un periodo difficile – anche da ricordare – attraverso un fatto realmente accaduto nel paese di Nonantola. Ha parlato di persone, ha dato loro un volto, un nome, un ruolo (tutto romanzato, naturalmente) che ci aiuta ancora di più a capire cosa sia realmente successo in quegli anni. Perché conoscere ci aiuta a non ripetere.
In questa declinazione storico informativa a cavallo con il romanzo, Cristina Caboni ci piace ancor di più. Il libro si legge tutto d’un fiato, ma le emozioni, vi avvisiamo, sono tante!