Novità in uscita nella settimana dal 2 al 7 Aprile 2012

ROMANZI

Quando il 10 aprile 1912 si imbarca sul Titanic, Morgan ha poco più di vent’anni, un’infanzia trascorsa con uno zio ricco e dispotico, armatore del transatlantico, un futuro incerto davanti. Diviso tra un sentimento sottilmente snob verso la vita e un desiderio indefinito di fare grandi cose, Morgan affronta il viaggio inaugurale del Titanic verso New York pieno di speranze e progetti ambiziosi. L’incontro con alcuni amici di famiglia, tra cui la bella e distaccata Wallis di cui si scopre innamorato, e il misterioso Scurra, un affascinante avventuriero dal passato oscuro, lo porterà a mettere in discussione se stesso fino a perdere ogni punto di riferimento.

Così in pochi giorni, attraverso una serie di piccoli avvenimenti e di insospettate e dolorose scoperte su Wallis e Scurra, Morgan conoscerà tutta la propria inadeguatezza e vedrà di fronte a sé, oltre la linea d’ombra che l’ha sempre accompagnato, la strada nuova da intraprendere all’arrivo in America.

Ma durante la notte del 14 aprile il Titanic si scontrerà con un iceberg…

“Ognuno per sè” di Beryl Bainbridge. Dal 5 aprile in libreria. Fazi editore. 

Ambientato durante la Grande Depressione e il periodo del Proibizionismo, La contea più fradicia del mondo racconta la storia della «banda Bondurant» (composta dal nonno e da due prozii dell’autore) e della loro epopea nel commercio clandestino di alcolici nella contea di Franklin, in Virginia. Forrest, il più vecchio, è il leader del gruppo, uomo dalla fierezza indistruttibile; Howard, il fratello di mezzo, è segnato dagli orrori che ha visto e patito al fronte durante la Prima Guerra Mondiale; Jack, il più giovane, è ossessionato dal denaro, dal lusso e dal desiderio di fuga da una vita che gli sta stretta. Quando nella contea arriva il giovane Sherwood Anderson – agli inizi della sua carriera di scrittore e non ancora il celebrato autore di Winesburg, Ohio – sarà lui stesso a battezzare il luogo «la contea più fradicia del mondo» e a dare la caccia alla «banda Bondurant» sulle strade polverose del Profondo Sud, squarciando per primo il silenzio sulle loro gesta.

“La contea più fradicia del mondo” di Matt Bondurant. Dal 4 aprile in libreria. Dalai editore.

Ducato di Milano 1497. Il frate Agustín Leyre, inquisitore domenicano esperto nell’interpretazione di messaggi cifrati, viene incaricato di sovrintendere alle ultime fasi della preparazione dell’affresco che Leonardo da Vinci sta eseguendo nel refettorio di Santa Maria delle Grazie.

L’Ultima cena infatti presenta una serie di anomalie sconcertanti: il Messia non celebra l’Eucarestia spezzando il pane e sulla tavola non compare il sacro calice del suo sangue, gli apostoli sono senza aureola e Leonardo è accusato di aver ritratto se stesso mentre volta le spalle a Gesù.

‘Il Cenacolo’ sembra nascondere un universo di simboli: Leonardo è forse un eretico? Il mistero si infittisce quando, poco dopo l’arrivo del frate, una serie di delitti sconvolge la comunità domenicana di Santa Maria delle Grazie.

La cena segreta” di Javier Sierra. Dal 5 aprile in libreria. Marco Tropea editore.

Smettere di fare l’amore con i propri uomini per ritrovare la felicità. La vera felicità. Questa è la strategia che le donne di Stellar Plains, nel New Jersey, adottano, più o meno consapevolmente, per ritrovare sé stesse e i loro desideri. Una dopo l’altra iniziano a rifiutare qualsiasi contatto con i loro compagni. Nessuna vuole essere sfiorata: ogni bacio, ogni carezza vengono accuratamente evitati. Un vento freddo inizia a soffiare tra le lenzuola di ogni camera da letto. L’ispirazione per la rappresaglia è data da Fran Heller, la nuova, anticonvenzionale professoressa di teatro del liceo, che ha deciso di mettere in scena Lisistrata, la commedia di Aristofane in cui le cittadine ateniesi si uniscono in uno sciopero del sesso per protestare contro i loro mariti e contro la guerra. Eppure Stellar Plains sembra un luogo felice. Niente turba la serenità delle coppie che vi abitano. O almeno così appare. D’altro canto… Dory e Robby Lang, insieme dai tempi dell’università, dicono di amarsi come il primo giorno, ma stanno scivolando verso una stanca sopportazione; la moglie del preside è afflitta da una sindrome di stanchezza cronica, mentre il marito se la intende con la consulente scolastica; Ruth, la neosposa, ha sempre più evidenti problemi di peso. Un quadro allarmante, fatto di nevrosi quotidiane, piccoli screzi, rancori sopiti da anni. Gli uomini fingono di non vedere le crepe celate dietro le facciate linde e ordinate e le erbacce che infestano le aiuole immacolate. E allora è compito delle donne guardare la realtà in faccia, riprendere in mano il loro destino e combattere la battaglia per salvare le coppie, e la passione delle loro notti. Dopo La stagione delle cattive madri, per mesi nella lista dei bestseller del «New York Times», Meg Wolitzer ci regala un romanzo pungente che da subito è stato acclamato dalla critica e dal pubblicoamericani. La città delle ribelli usa l’ironia come un bisturi e penetra nelle camere da letto in punta di piedi, svelandoci i segreti e i desideri nascosti di ogni donna.

“La città dei ribelli” di Meg Wolitzer. Dal 5 aprile in libreria. Garzanti editore.

«Detesto tutti i ritardi. Tranne uno».

Ci sono figli cercati con un’ostinazione cristallina, perché il tarlo della loro assenza scava fino a occupare tutto lo spazio di una vita.
È per questo che Carla comincia a frequentare il «reparto delle donne sbagliate». Dove scopre un esercito allegro e disperato di donne «normali», vitalissime, che percorrono la strada della fecondazione artificiale come la loro personale via crucis. Un eccentrico gineceo, ma soprattutto una specie di grande famiglia, di rete carbonara invisibile a occhio nudo, che protegge e sostiene. Anche quando quel dolore che Carla credeva di aver chiuso in una scatola dentro di sé scappa fuori all’improvviso.
Il racconto divertente e amaro di un mondo multiforme e misterioso, quello della maternità, naturale e artificiale. Un romanzo frizzante, ironico, che sa parlare di emozioni con intelligenza e sincera umanità.

“Le difettose” di Eleonora Mazzoni. Dal 3 aprile in libreria. Einaudi editore.

È la terra proibita del Tibet la meta del viaggio di Charles Houston, oscuro professore londinese, alla ricerca del fratello misteriosamente scomparso vicino all’Everest. Ma il suo arrivo al monastero di Yamdring viene interpretato dai monaci tibetani come il compimento di una terribile profezia. È lui lo straniero “da oltre il tramonto” destinato a compiere il più orribile dei sacrilegi: rapire Mei-Hua, la rosa del Tibet, la venerata badessa che da millenni si reincarna allo scopo di custodire un grande tesoro.

Charles dovrà lottare con tutte le forze per volgere a suo favore le potenze occulte e soprannaturali che rischiano di annientarlo.

“La rosa del Tibet” di Lionel Davidson. Dal 5 aprile in libreria. Marco Tropea editore.

Le prose narrative di Mandel’štam sono uno fra gli esempi più alti di quella prosa assoluta che ha contrassegnato la letteratura novecentesca (un caso parallelo e diversissimo fu quello di Gottfried Benn). Mandel’štam procede per associazioni e divaricazioni fulminee, non meno audaci di quelle che si incontrano nella sua poesia. Così affiorano schegge di memoria e di visioni: una infanzia e giovinezza pietroburghesi di fine secolo, il clima (anche sonoro) di quegli ultimi anni prima della Rivoluzione, paesaggi abbaglianti, ritratti incisi su pietre dure. Di pochi altri libri come di questo si può dire, a buon diritto, che vivono e sprigionano luce per la pura forza della parola.

“Il rumore del tempo e altri scritti”. Dal 4 aprile in libreria. Adelphi editore.

SAGGI

I delitti perfetti esistono. Sono quelli senza colpevole. Sono i processi che terminano con un’assoluzione, i faldoni chiusi con una richiesta di archiviazione, le centinaia di pagine di interrogatori, informative e relazioni della scientifica dove il particolare sfugge, la prova è sfocata, gli orari non combaciano. Magari diventano, se riesumati anni dopo, «cold case», come da fortunata definizione di conio poliziesco-televisivo. Esistono anche gli assassini perfetti, ma sono meno. Sfuggono, spesso aiutati più dalle circostanze che dall’istinto, dilettanti fortunati più che professionisti attenti. A Milano le statistiche dicono che l’80% degli omicidi vengono risolti da polizia e carabinieri, investigatori capaci e scrupolosi, non infallibili però. Rileggendo gli ultimi vent’anni di cronaca nera a Milano e provincia, il numero degli omicidi senza assassino – poco meno di 300 – potrebbe provocare vertigini. Molti appartengono alle faide di mafia e ’ndrangheta di inizio anni Novanta, qualcuno ha trovato un colpevole anni dopo nelle aule di tribunale, grazie alla dichiarazione di qualche pentito. Scene di guerra, ordinarie storie di mala e di mafie. Sono «gli altri» omicidi, e la normalità delle «altre» vittime, a raccontare le storie più dolorose e misteriose insieme. La clochard adottata da un quartiere, trucidata per strada senza perché. Il ristoratore fulminato sul marciapiede senza che gli venisse tolto un centesimo di tasca. L’ex tossico finito prima che si ricostruisse una vita fuori di galera. Lo stimato primario e il commercialista delle cooperative, il gallerista e l’imprenditore, la casalinga disperata e l’edicolante gentile. Storie e inchieste scivolate via dopo due giorni dalle pagine dei quotidiani. Memorie, nere, da recuperare.

“Milano cold cases” di Massimiliano Pisa. Dal 4 aprile in libreria. Dalai editore.

Un patto scellerato. Quello tra lo Stato e gli evasori. Se il 93 per cento del totale del gettito tributario lo pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati vuol dire che troppi italiani vivono a sbafo: sono i possessori di partita Iva e i tanti professionisti che denunciano molto meno di quanto guadagnano. Intanto lo Stato li protegge: o non controllandoli, o con iniziative ad hoc come i condoni (uno ogni quattro anni), o con leggi specifiche (abolizione del falso in bilancio). Il messaggio è chiaro: rubare si può.

Ecco la testimonianza di chi ha provato a far pagare le tasse, anche con la proposta di una nuova legge tributaria approdata in parlamento ma affossata dal partito trasversale degli evasori. E ora? La vera rivoluzione di Monti sarebbe quella di far pagare le tasse a tutti. 160 miliardi da recuperare, altro che finanziaria. Potremmo essere più ricchi: come dimostra Bruno Tinti, basterebbe poco per raggiungere un risultato straordinario. Ma bisogna volerlo e non aver paura di perdere il voto degli evasori.

“La rivoluzione delle tasse” di Bruno Tinti. Dal 5 aprile in libreria. Chiarelettere editore.

Che cos’è «Milano»? Per molti, la città si identifica con un ristrettissimo cerchio, compreso nella circonferenza della rete dei Navigli o, al massimo, dei bastioni spagnoli. Ma la vera Milano è quella al di là di quelle barriere simboliche: questo libro è il tentativo di viaggiare per la città lasciandosi il centro e la Madonnina alle spalle e procedendo verso l’esterno, in modo da scoprirne risorse e problemi, opportunità e debolezze. È un viaggio fatto di mezzi pubblici e persone non sempre famose che tuttavia rappresentano il volto autentico e profondo della città, quello che difficilmente vediamo emergere dalle cronache quotidiane che spesso ci presentano una Milano falsa e distante, risultante più dei preconcetti che non della conoscenza della realtà. Milano sembra incapace di conoscersi, prima ancora che di amarsi. In passato ci riusciva, anche per la forza di una tradizione riformista che attraversava tutte le famiglie politiche. Ma, viaggiando per la città, si può scoprire che non tutto è perduto; che Milano non è un flipper che ci sballotta tutti quanti, ma una grande scacchiera dove si può (e si dovrebbe) realizzare finalmente una condivisa strategia di sviluppo.

“Il cuore in mano” di Salvatore Carrubba. Dal 5 aprile in libreria. Longanesi editore.

La prima grande insurrezione contro il sistema sovietico dopo la fine della seconda guerra mondiale si consumò in Ungheria tra il 23 ottobre e il 4 novembre 1956. Di quel lontano episodio sono noti pressoché tutti gli sviluppi: dalla scintilla accesa con le manifestazioni studentesche a Budapest alla prima repressione all’alba del giorno successivo, dai vacillanti governi guidati da Imre Nagy al «fraterno» intervento dell’Armata Rossa. Nei confronti di quella tragica vicenda il PCI (e l’industria editoriale a esso collegata) adottò un atteggiamento fermo e intransigente, salutando benevolmente la sanguinosa repressione messa in atto dai sovietici. Ma non si limitò a questo. In realtà avviò un’opera di capillare disinformazione – tacendo alcuni fatti, falsificandone o distorcendone altri – organizzata con la complicità di tutte le sue più autorevoli testate. Attingendo alle pagine de «l’Unità» e di periodici come «Rinascita», «Vie Nuove», «Nuovi argomenti», «Ragionamenti», «Realtà sovietica» e «Mondo Operaio» (rivista vicina al PSI), Alessandro Frigerio ricostruisce in questo libro la «macchina del fango» allestita a Botteghe Oscure, evidenziando non solo i dispositivi concettuali che la resero così efficiente ma anche il costante alimento fornito dal conformismo dottrinale di direttori, giornalisti e intellettuali di partito, pronti a mettere l’ideologia al servizio della delegittimazione della rivoluzione. Il risultato è una sorta di antologia di diffamazioni gratuite su fantomatici infiltrati reazionari alla guida della rivolta, di falsità spudorate sui crimini della «controrivoluzione», di accuse agli intellettuali ungheresi per non aver saputo far propria la logica totalitaria della «critica costruttiva», e agli operai magiari per la loro scarsa coscienza di classe. Sullo sfondo, il passaggio critico, dopo le rivelazioni del XX Congresso del PCUS, vissuto dalla sinistra italiana ancora pesantemente condizionata dalla supremazia del PCI sul PSI e dalla figura del suo segretario, Palmiro Togliatti, protagonista della stagione stalinista e di quella immediatamente successiva. Chiude il volume un’appendice dedicata alle circospette prese di posizione della stampa comunista italiana nei giorni della repressione della Primavera di Praga (1968).

“Budapest 1956. La macchina del fango” di A. Frigerio. Dal 5 aprile in libreria. Lindau editore.

La celebre leggenda che lega la fondazione di Romaa Marte, padre di Romolo e Remo, rispecchia l’attitudine quasi istintiva dei Romani per l’arte bellica e il ruolo centrale dell’esercito nella loro società e nel loro sistema di valori: «I discendenti di Marte avevano la guerra nel sangue, e viverla era per loro un atto talmente naturale da non richiedere alcuna vera riflessione. Come altri popoli, anche i Romani fecero della virtù militare la base stessa della vita associata; ma compirono un passo ulteriore, e sottomettendo la virus alla disciplina – il comportamento individuale al vantaggio collettivo – crearono i presupposti per le loro straordinarie vittorie». Gastone Breccia, studioso di storia militare, ricostruisce la struttura, l’evoluzione e le gesta delle armate che, passo dopo passo, trasformarono un oscuro villaggio di pastori in un impero esteso su tre continenti. A partire dalle prime azioni militari in cui bande disorganizzate si sfidavano con tecniche primitive, ripercorre le tappe che portarono alla formazione di un esercito sempre più forte e professionale, reclutato in tutte le classi sociali e progressivamente arricchito dall’apporto delle varie etnie che entravano nell’orbita romana. Un esercito dotato, come diceva Cesare, di scientia e usus, conoscenza teorica ed esperienza pratica, qualità che rendevano le legioni romane quasi imbattibili in campo aperto. In queste pagine, rigorosamente documentate, rivivono le tattiche, le strategie, gli armamenti, la personalità dei condottieri e il loro rapporto con le truppe, le grandi vittorie, come quella di Scipione l’Africano su Annibale a Zama, ma anche le sconfitte più amare, come quella di Canne a opera degli stessi Cartaginesi. E le drammatiche lotte interne, culminate nella battaglia di Farsalo del 48 a.C., in cui, nonostante la netta inferiorità numerica e le condizioni di gran lunga favorevoli a Pompeo, Cesare ottenne un’affermazione che sancì la fine dell’ordinamento repubblicano e indirizzò la storia su un percorso completamente diverso. Un’avventura lunga un millennio, quella delle armi di Roma, in cui s’intrecciano interessi materiali e desiderio di gloria, momenti epici e altri decisamente meno edificanti. E dove Marte si presenta con il volto di un vincitore benevolo e portatore di civiltà, ma anche con quello di un vendicatore spietato e di un distruttore indiscriminato. Una concezione della guerra e delle relazioni tra i popoli che, con le sue contraddizioni, è sopravvissuta ben oltre la caduta dell’impero ed è ancora profondamente radicata nel DNA delle potenze occidentali.

“I figli di Marte” di Gastone Breccia. Dal 3 aprile in libreria. Mondadori editore.

GIALLI, NOIR E THRILLER

Jonathan Jessen è un fotografo che abita a Berlino con la moglie Jana, prima ballerina al Teatro dell’Opera. Sono sue persone di successo, con una vita piena di soddisfazioni. Ma la felicità che arriva con la nascita di Giselle, la loro unica figlia, viene stroncata tragicamente.

A diciott’anni Giselle muore, uccisa da un giovane al volante in stato d’ebbrezza. Jonathan non riesce a reggere il colpo: perde il lavoro, divorzia dalla moglie. Era un uomo felice, adesso ha abbandonato tutto, ha lasciato Berlino, vaga senza meta in Toscana, convinto di aver toccato il fondo. Ma qui incontra Sophie, che assomiglia come una goccia d’acqua a sua figlia. È la molla che lo spinge a ricominciare una nuova vita, o almeno a provarci. Dentro di sé, però, sa che è tutta una finzione. E quando il passato bussa inaspettatamente alla sua porta, capisce che l’unico

“Senza perdono” di Sabine Thiesler. Dal 5 aprile in libreria. Corbaccio editore.

FUMETTI E GRAPHIC NOVEL

Leone ha sei anni, fa la prima elementare, gli piacciono le barzellette e guarda il mondo con occhi curiosi. Ovunque trova bambini con cui fare amicizia: bambini che gli somigliano mol-tissimo, ma che sono anche un po’ diversi da lui.
Tanti amici che ogni giorno trovano soluzioni divertenti e originali per affrontare le stesse disavventure che capitano a Leone. Incubi notturni e mostri spaventosi che invadono i suoi sogni? Niente paura! Ecco Erica, 5 anni, epilettica, con un’arma segreta: una meravigliosa katana! È l’ora di mangiare i piselli? Ecco Luca, 7 anni, autistico, che li allinea con precisione sul suo piatto rendendoli più buoni.
Un libro per scoprire, con il sorriso sulle labbra, che alla fine siamo tutti un po’ diversi e tutti un po’ uguali. Perché Diverso è come Uguale!

“Diverso come uguale” di Luana Vergari e Massimo Semerano. Dal 4 aprile in libreria. BeccoGiallo editore.

VARI

Cos’è un ospedale? Chi c’è dentro? Come ci si deve com- portare quando si è ricoverati? Il signor 24 lo sa bene perché è stato spesso male, come lui stesso afferma: “Se esistesse un album delle malattie mi mancherebbero poche figurine per finirlo”. Ed è pro- prio così: il Signor 24 è un esperto del disagio fisico, un raffinato collezionista di dolori, un professionista – molto consumato – del malanno.

Se il lavoro di un buon autore di reportage è quello di calarsi nella parte, Fabrizio Blini è il miglior autore sul pianeta e il suo rapporto con corsie, reparti, esami e medi- cinali lo dimostra pagina dopo pagina.

Il principio attivo del libro che unisce anamnesi, diagnosi e terapia è il sorriso. Se non si è capaci di ridere, sostiene il singor 24, non c’è ospedale che si possa sopportare e l’unico modo per sopravvivere al dolore è l’ironia, un’iro- nia intelligente, capace di trasformarsi in una lingua bril- lante, facile al gioco di parole, all’inversione che spiazza. Un’ironia vitale come nessun paziente potrebbe essere.

“È anche una questione di riconoscenza: poiché gli ospe- dali si sono presi spesso cura di me, ora voglio ricambiare prendendomi cura dei nosocomi e dei pazienti, condivi- dendo con loro il tesoro di esperienze e di errori”, il signor 24 sa di cosa parla e i lettori lo dovranno ringraziare per aver portato un sorriso dove se ne trovano troppo pochi.

“Storie di ordinaria corsia” di Fabrizio Blini. Dal 5 aprile in libreria. Add editore.

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