Novità in uscita nella settimana dal 13 al 18 Febbraio 2012

ROMANZI

Spagna, località di Las Marinas. La luce si è ritirata verso qualche luogo nel cielo. Il buio della notte avvolge le viuzze del paese e il mare è nero come la pece. Julia ha perso la strada di casa: è circondata dal silenzio e sente solo la voce del vento che soffia dal mare, e profuma di sale e di fiori.

Non ricorda cosa sia successo: era uscita a prendere del latte per suo figlio, ma sulla strada del ritorno all’improvviso si è ritrovata in macchina senza soldi, documenti e cellulare. In pochi minuti quella che doveva essere una vacanza da sogno si è trasformata in un incubo. Per le strade non c’è nessuno, le case sulla spiaggia sembrano tutte uguali e Julia non riesce a ritrovare l’appartamento nel quale l’attendono il marito Félix e il figlio di pochi mesi. Prova a contattarli da un telefono pubblico, ma la linea è sempre occupata. Tutto, intorno a lei, è così familiare eppure così stranamente irreale.

Tra le vie oscure e labirintiche c’è solo una luce, quella di un locale notturno. A Julia non resta altra scelta che raggiungerlo, nella speranza di trovare qualcuno che l’aiuti. Qui, quasi ad aspettarla, c’è un uomo, un tipo affascinante, con la barba incolta e l’accento dell’Est Europa, che sembra sapere tante, troppe cose su di lei. Si chiama Marcus: Julia ha la sensazione di averlo già incontrato da qualche parte. Fidarsi di lui è facile. Eppure Marcus non è quello che sembra e nasconde qualcosa, come ha appena scoperto anche Félix, che sta cercando in tutti i modi di riavere Julia con sé. Ma la donna può affidarsi solo a sé stessa. Deve ascoltare il vento che continua a soffiare intorno a lei. Deve capire cosa sta accadendo. Perché è lì, nel suo istinto di sopravvivenza, che può trovare finalmente la strada di casa.

“La voce invisibile del vento” di Clara Sanchez. Dal 14 febbraio in libreria. Garzanti editore.

Nel 1933, a un anno dalla sua elezione a presidente degli Stati Uniti, Franklin

Roosevelt nomina ambasciatore a Berlino un professore dell’università di  Chicago, William Dodd, un tipico, riservato gentiluomo del Sud, interessato più alla storia del suo paese che alla ribalta internazionale. Democratico jeffersoniano di antiche e buone maniere, Dodd riceve l’inaspettato compito di rappresentare gli Stati Uniti nel paese in cui è stato appena nominato Reichskanzler Adolf Hitler, il capo del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi. William Dodd arriva nella capitale tedesca accompagnato dalla moglie e dai suoi due figli: Bill jr. e Martha, una irrequieta ventiquattrenne che reca già sulle sue giovani ed esili spalle il peso di un matrimonio fallito.Presentate le credenziali diplomatiche e insediatosi nell’ambasciata, Dodd capisce subito di essere una figura eccentrica nella Berlino del Terzo Reich. Ricevimenti sfarzosi e salotti mondani, dove l’élite nazista fa sfoggio della sua arroganza, si susseguono ininterrottamente. E Dodd, con le sue maniere gentili e frugali, appare come un noioso funzionario agli occhi dei nazisti e come il reperto di un’altra epoca al Dipartimento di Stato americano, intenzionato a concedere a Hitler «tutto quello che lui vuole». Martha, la giovane figlia di Dodd, cede invece al glamour della decadente mondanità berlinese e, fragile com’è, finisce tra le braccia prima di Rudolf Diels, il capo della Gestapo, poi di numerosi altri amanti, compresa una spia sovietica che tenta di portarla dalla sua parte. Come in un grande romanzo, Larson racconta in presa diretta la Berlino di quell’anno cruciale: i crescenti dubbi di Dodd su Hitler e sulla sua smania di potere, la sordità dell’amministrazione americana dinanzi ai suoi primi allarmati dispacci, l’insorgere dei primi segni della folle violenza nazista fino al momento in cui la città che sembrava la culla della cultura europea, il giardino stesso delle arti e del pensiero si rivela come un giardino delle bestie. Tra la notte del 29 e del 30 giugno 1934, la notte passata alla storia come quella dei «lunghi coltelli», Hitler svela il suo vero volto. Per guadagnarsi il favore dell’esercito non esita a sterminare lo stato maggiore delle SA e a impartire l’ordine di uccidere Ernst Röhm, il capo delle SA, all’Oberführer Theodor Eicke, comandante del campo di concentramento di Dachau. Avvincente come un thriller, emozionante come un grande racconto, l’opera di Larson, formidabile best seller internazionale, mostra come il male trionfi inesorabilmente quando le forze del bene fingono di ignorare oppure trascurano colpevolmente la sua esistenza.
“Il giardino delle bestie” di Erik Larson. Dal 14 febbraio in libreria. Neri Pozza editore.
Nell’Europa di inizio Novecento, G., giovane Don Giovanni, segue il suo apprendistato di vita e d’amore. È nato nel 1886, quattro anni dopo la morte di un grande il cui nome iniziava anche con la lettera G, Garibaldi. Vive, dunque, in un’epoca di grandi turbamenti della giovane nazione italiana e dell’Europa in generale, il tempo delle sommosse operaie a Milano, della lotta degli irredentisti contro l’Impero austro-ungarico, della presenza dei militari asburgici a Trieste e dei primi segni della crisi che condurrà alla Prima guerra mondiale. Tuttavia G. si cura poco dei destini della nazione e del vecchio continente. Come può curarsi dei destini di una patria chi non ce l’ha? G., infatti, è il figlio illegittimo di Laura e di Umberto. Il padre, un ricco commerciante livornese, gagliardo, dalle maniere rudi, era sposato a una donna sterile e dall’aspetto fragile. La madre, giovane anglo-americana, indipendente e di mente ardita, era separata da un magnate del rame. La madre ha rifiutato il concubinato e ha    scelto di crescere il figlio da sola prima a Parigi, poi a Londra, dove si è dedicata a tempo pieno alla militanza fabiana. G. dunque, crescendo, ha dovuto fare affidamento solo sulle proprie forze. Ha imparato da solo le regole della disciplina e la legge del più forte, passando da un’iniziazione all’altra e di incidente in incidente. Col tempo però ha intuito di avere un grande potere: quello di far nascere                          qualcosa nel corpo, nella mente e nel cuore delle donne. È il dono dell’esiliato, del bastardo, dell’orfano, di colui che è sempre altrove, e di conseguenza del seduttore che può offrire per un’ora il richiamo di Eros, il dio dell’incostanza e della volubilità.
“G” di John Berger. Dal 14 febbraio in libreria. Neri Pozza editore.

May Smith, una giovane operaia inglese, nell’aprile 1912 s’imbarca in terza classe sul Titanic insieme alla figlia Ellen e al marito Joe per inseguire il sogno americano, rappresentato da un lavoro in una falegnameria nell’Idaho. In prima classe viaggia Celeste Parkes: in America la aspettano il marito Grover, un ricco uomo d’affari, e il figlio Roddy.

La notte del 15 aprile il Titanic entra in collisione con un iceberg: Celeste viene subito trasferita su una scialuppa di salvataggiomentre May e la sua famiglia, come tutti i viaggiatori di terza classe, sembrano essere condannati a morte. A loro resta solo una chance: tuffarsi nelle acque gelide sperando di salvarsi. May, ormai allo stremo delle forze, viene tratta in salvo proprio dalla scialuppa di Celeste, e mentre cerca disperatamente marito e figlia, ecco che un uomo, riemerso dalle onde, le consegna una bambina. Tutti, compresa May, sono convinti si tratti di Ellen. Solo alle prime luci dell’alba, poco prima dell’arrivo dei soccorsi, May scopre che quella non è la sua bambina, ma non trova il coraggio di dire la verità. Celeste decide di prendersi cura di May e della piccola e da quel momento in poi le vite delle due donne si legano in maniera indissolubile.

Insieme combatteranno i pregiudizi dell’epoca e le convenzioni sociali, si confronteranno con il peso delle bugie e dei segreti, sempre l’una accanto all’altra, fin quando la verità a lungo nascosta non farà un ingresso a sorpresa nelle loro vite.

“La strada in fondo al mare” di Leah Felming. Dal 16 febbraio in libreria. Newton Compton editore.

 

Ritornano l’umorismo, la fantasia, l’agro-dolce critica sociale dell’autore di Giulia 1300 e altri miracoli. Cosa succede se un gruppo di ottantenni ex partigiani decide di rapire Silvio Berlusconi? Sicuramente ci sarà da ridere… ma anche un po’ da piangere. Un’avventura esilarante ricca di colpi di scena, innamoramenti senili e… file per la pensione.

“La banda degli invisibili” di Fabio Bartolomei. Dal 15 febbraio in libreria. E/O editore.

SAGGI

È il 29 gennaio 1951 quando alla radio viene trasmessa la prima edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo. Mentre i cantanti si esibiscono, rumorosi camerieri che servono ai tavoli si aggirano nel salone delle feste del Casinò municipale: oltre al suono della musica, insomma, sembra che si diffonda nell’aria anche il tintinnare di posate e bicchieri. Siamo nell’Italia del centrismo di De Gasperi, del Piano Marshall e della riforma agraria eppure, a dispetto delle poche righe che il «Corriere della Sera», unico tra i quotidiani dell’epoca, dedicò alla nuova manifestazione, quella che doveva essere una semplice competizione canora si trasformò anno dopo anno in un grande spettacolo popolare destinato all’immensa platea televisiva. Ma non solo. Nel corso dei decenni su Sanremo si sono interrogate le penne di scrittori e polemisti, sociologi e opinion maker: autentica e fedele colonna sonora del paese o cartolina illustrata, sempre più sbiadita, di un provincialismo culturale duro a morire? Snobbato dai pochi (pochissimi) cantautori che non vi hanno mai partecipato, stigmatizzato dagli intellettuali superciliosi – ma per l’Arbasino degli impegnati anni Sessanta poteva essere un argomento assai più vivo che non le «noiose discussioni» sui destini del realismo in letteratura – il Festival si è rivelato nel tempo un termometro piuttosto affidabile delle evoluzioni del costume e della società. Districandosi con abilità in mezzo a una mole imponente di dati, aneddoti e retroscena, ma senza perdere di vista il contesto politico ed economico dell’ultimo mezzo secolo, Carlo Maria Lomartire tratteggia con scrupolo e attenzione l’affresco musicale di un’intera nazione e, insieme, un suggestivo album di ricordi nel quale ognuno di noi si può ritrovare.

“Festival” di Carlo Maria Lomartire. Dal 13 febbraio in libreria. Mondadori editore.

Della realtà è un saggio filosofico che documenta un percorso di conoscenza e che alla riflessione sul pensiero di Heidegger unisce una costante attenzione alle trasformazioni della società contemporanea. È al tempo stesso il romanzo di un imprevedibile ribaltamento di prospettiva: un cambiamento che ci riguarda tutti, perché è profondamente radicato nella storia di questi ultimi decenni.

Alla metà degli anni Ottanta, quando Gianni Vattimo diede spessore filosofico al postmoderno, fu accusato di essere il cantore del neocapitalismo trionfante e delle sue illusioni. La critica radicale alle ideologie e l’accento sull’interpretazione sembravano funzionali al nuovo orizzonte, sempre più dominato dal virtuale e dalla liquidità immateriale – a cominciare da quella del denaro e della finanza. In questi decenni, dopo che le ideologie sono state scardinate e abbandonate anche sull’onda del «pensiero debole», a dominarci sono stati il principio di realtà e la presunta oggettività delle leggi economiche. Oggi, mentre il capitalismo attraversa una delle crisi più gravi della sua storia, il richiamo alla realtà, in apparenza innocente e intriso di buon senso, diventa uno strumento per imporre il conformismo e accettazione dell’ordine vigente.

Contro questa ideologia autoritaria, rivendica Vattimo, l’ermeneutica – ovvero la costante pratica dell’interpretazione – diventa uno straordinario strumento conoscitivo, proprio perché ci consentedi superare la dittatura del presente. In questo senso, può diventare la base di un progetto di trasformazione e di liberazione che ha immediate ricadute politiche.

“Dalla realtà” di Gianni Vattimo. Dal 14 febbraio in libreria. Garzanti editore.

GIALLI, NOIR E THRILLER

Praga, 1547. La città è sconvolta dai massacri perpetrati ai danni degli ebrei. David Gars, cosmografo, storico e astronomo, è uno degli allievi più promettenti del rabbino Juda Loeb, il MaHaRal, il capo spirituale di Praga. Quando in città scoppia la peste, David viene incaricato di mettere in salvo Eva, la nipote del rabbino, portandola in Polonia e prendendosi cura di lei. Una volta scampato il pericolo e ricondotta Eva a Praga, inizierà a viaggiare per conoscere gli studiosi del suo tempo, Galileo Galilei e Tycho Brahe e le loro teorie poco ortodosse sul moto dei pianeti. Al suo rientro a Praga, Eva è diventata una ragazza bellissima, e David se ne innamora, ma la ragazza è destinata in sposa a un altro uomo, sin dalla nascita. Eva, decisa a non accettare un destino scritto per lei da altri, scappa con un mercante molto più grande di lei e quando David finalmente la trova, scopre che è gravemente malata: il suo corpo è abitato da un demone, il dibbouq, nonostante gli esorcismi fatti praticare dal marito. Quando tutti torneranno a Praga, troveranno una città nuovamente dominata dalle persecuzioni dei cristiani verso gli ebrei. Il rabbino dovrà allora fare appello ai suoi poteri mistici e alle sue conoscenze esoteriche, e costruire ilGolem, un gigante d’argilla che possa proteggere il popolo ebraico dai persecutori…

“Il cabalista di Praga” di Marek Halter. Dal 16 febbraio in libreria. Newton Compton.

Nel 1993 l’Italia fu scossa da un caso di omicidio familiare unico: Rosalia Quartararo uccise brutalmente la figlia appena diciottenne e ne occultò il cadavere in una roggia della bassa lodigiana. Il processo stabilì un movente passionale: la donna si sarebbe infatti innamorata del fidanzato della giovane figlia e, in preda a un furioso attacco di gelosia, avrebbe eliminato la rivale in amore con una ferocia inaudita. Rosalia fu condannata all’ergastolo, e inserita nei trattati di criminologia tra le più spietate assassine della storia. Ma al di là delle etichette dei media come immancabile «mostro», e delle complesse verità processuali, Gianluca Arrighi, avvocato difensore della donna, cerca di rispondere a una domanda più cruciale: cosa scatta nella mente di una madre che uccide la figlia? Con la sua prosa secca e incisiva, ma senza indulgenza, Arrighi accompagna il lettore attraverso la difficile esistenza di Rosalia, tra Palermo e Milano, costellata di tragedie e violenze. Ma prosegue oltre la condanna, dandoci uno spaccato della vita carceraria femminile, con la violenza e con l’indelebile marchio d’infamia che segna le detenute figlicide. Questo viaggio allucinante, però, ha anche un altro risvolto. Una madre che uccide la figlia, ristretta ininterrottamente in carcere da quasi vent’anni, vive nel rimorso e nel dolore, morendo anche lei giorno dopo giorno. La verità che ci consegna in questo libro la Quartararo è il tentativo di cercare un barlume di speranza e di redenzione in un luogo dove vige una legge primordiale comune a tutti: quella del vincolo di sangue, della coscienza di una madre senza futuro.

“Vincolo di sangue” di Gianluca Arrighi. Dal 14 febbraio in libreria. Dalai editore.

È una freddissima notte invernale nel pronto soccorso dell’ospedale di St Andrew, nel Maine. Luke, giovane medico di turno, si ritrova davanti una ragazza atterrita, giovanissima e dalla bellezza eterea. Si chiama Lanny e ha appena ucciso un uomo, abbandonandone il cadavere nel bosco.
Ma Lanny sostiene di averlo fatto su richiesta della vittima stessa e prega Luke di aiutarla a scappare. Quando Luke rifiuta, Lanny afferra un bisturi e si squarcia il petto nudo. Sotto lo sguardo atterrito di Luke, la ferita si rimargina da sé all’istante.
Lanny è immortale, ha più di duecento anni e una storia incredibile da raccontare.
È il racconto di un uomo ossessionato dalla bellezza e dal bisogno di possederla e di una donna travolta da un amore torbido, appassionato e mai ricambiato abbastanza.
Una storia che attraversa i secoli, un thriller storico di rara potenza.

“Immortal” di Anna Katsu. Dal 16 febbraio in libreria. Longanesi editore.

«Per i fan della serie tv Dexter: benvenuti in questo avvincente romanzo d’esordio. Il ritratto magistrale di un protagonista assolutamente unico». Publishers weekly

Romanzo d’esordio e primo volume di una trilogia dedicata al protagonista John Wayne Cleaver, eroe dallo charme irresistibile, Non sono un serial killer abbatte tutti i cliché del genere thriller grazie a uno stile crudo e grottesco.

John Wayne Cleaver è un ragazzo potenzialmente pericoloso. Giudicate voi stessi: un bambino che passa il suo tempo dentro casa – un vero sociopatico-, che vive tra i cadaveri dell’obitorio locale, amministrato dalla madre e dalla zia, che ha una tendenza a uccidere gli animali e da quando è piccolo nutre un’autentica passione per gli assassini seriali. Visto così, il suo destino è segnato. Ma consapevole di questa sua propensione e non molto eccitato all’idea di diventare un serial killer, John ha deciso di parlare con uno psicologo e di seguire alcune regole precise: avere solo pensieri positivi verso le persone che lo circondano; non avvicinarsi agli animali; evitare le scene dei crimini. Ma quest’ultimo proposito diventa molto difficile da rispettare quando, proprio vicino casa, vengono ritrovati molti corpi atrocemente mutilati.

“Non sono un serial killer” di Dan Wells. Dal 17 febbraio in libreria. Fazi editore.

FANTASY

Pubblicato a puntate su Efp, il più grande sito di fan fiction italiano, Tanit conclude la trilogia fantastica iniziata nel 2009 con Esbat e proseguita nel 2011 con Sopdet.
Lara Manni unisce le leggende orientali ai miti mediterranei della Grande madre, innestandoli nel racconto della contemporaneità.

Axieros, l’oscura dea che ha tramato affinché mondi separati venissero in contatto, è scesa sulla terra. Cerca una donna umana piena di rabbia e di odio, che possa partorire e nutrire di astio sua figlia Tanit, la bambina nera che una volta venuta al mondo apparirà tanto potente quanto fatale per il genere umano. Sul cammino di morte che Axieros sta disegnando si incontreranno due demoni, anche loro provenienti da altre dimensioni: Hyoutsuki, in cerca del suo destino, e Yobai, in cerca della vendetta.
In questo ultimo episodio ritroviamo Ivy, la ragazza con i potere di disegnare le cose che si avverano. Ha voglia di farsi dimenticare e di costruirsi un futuro normale, ma si troverà di fronte a una scelta, questa volta definitiva.

“Tanit. La bambina nera” di Lara Manni. Dal 17 febbraio in libreria. Fazi editore.

RAGAZZI

Alton Richards è rassegnato a passare un’estate noiosissima. la sua ragazza l’ha mollato per il suo migliore amico. Non ha soldi né lavoro. la madre, perennemente a caccia di denaro, lo costringe a scorrazzare in macchina un vecchio zio al club di bridge. Zio lester è anziano, cieco, scorbutico e malato. Ma è anche molto ricco. ecco perché la madre di alton sospetta che tutti quelli che si affaccendano intorno a lui siano avidi manipolatori. Secondo i piani di mamma, alton non dovrà solo guidare. Dovrà scoprire i piani dei potenziali rivali e ingraziarsi le simpatie dello scontroso parente. alton, però, da cacciatore di eredità si trasformerà presto in fan dello zio lester, complice il fascino del gioco del bridge e quello della voltacarte, l’adorabile toni… e mentre l’estate scorre, alton si ritroverà a interrogarsi sul significato della vita. in primo luogo, della sua.

“Il voltacarte” di Louis Sachar. Dal 14 febbraio in libreria. Battello a Vapore. Piemme editore.

VARI

La tradizione della cucina di montagna si rifà soprattutto alla vita dura di un tempo in cui i prodotti alimentari erano pochi. Non si buttava niente e i cibi servivano a dare forza per il lavoro dei campi e a riscaldare nelle fredde sere invernali. Nel quaderno sono raccolte quasi cinquanta ricette della tradizione delle vallate bellunesi e trentine, con qualche piatto tipico dedicato alle altre zone alpine. Sono preparazioni che ancor oggi possono essere gustate per ritrovare i sapori di cibi forti e genuini.

“Il quaderno degli antichi piatti di montagna” di Erio Bernard. Dal 12 febbraio in libreria. Kellermann editore

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