Romanzi
“Mia moglie e io” ha il passo di una ballata dolente: la storia grottesca di un giovane uomo senza nome, senza lavoro, senza realizzazione personale. Una mancanza che rischia di annientarlo totalmente fino a quando il protagonista si inventa un mestiere, una forma esistenzialista di anti-rivoluzione contro il mondo: insieme alla moglie mette in scena atti efferati, interpreta diversi cadaveri girando cortometraggi che gli possano dare un giorno una parossistica notorietà.La storia incede con humor nero che informa e deforma mentre la danza che si svolge tra il protagonista e la propria sconfitta, la depressione, assume di volta in volta sembianze diverse. Il controcanto di una tale lotta per la sopravvivenza è la dolcissima storia d’amore con la moglie, sua anima complementare. Speculativo lui, pragmatica lei; astrattamente furioso l’eroe, altrettanto dialogante l’amata che pur essendo precaria, insegnante di scuola media, dimostra al marito la possibilità di salvezza. Un esordio potentissimo e atteso nella narrativa italiana contemporanea: Garigliano racconta dunque le giornate di uomo qualunque capace però di fare i salti mortali perché la precarietà, lavorativa ed esistenziale, non lo annienti del tutto.
“Mia moglie e io” di Alessandro Garigliano. LiberAria editore.
C’è un uomo, Alan Clay. È americano, divorziato, ha una figlia da mantenere, un’ex moglie che vive in California, che non intende contribuire in alcun modo alle spese e non fa che ripetergli di comportarsi da uomo. Ma che uomo è Alan Clay? Ha cinquantaquattro anni ed è senza lavoro. Per l’America aziendale è un soggetto inutilizzabile, bizzarro quanto un aeroplano fatto con il fango. La crisi dei mercati e della sua vita privata l’ha lasciato stremato, tendenzialmente ubriaco, con un conto cronicamente in rosso, ma ora non ha scelta: se vuole pagare le tasse del college di sua figlia, deve trovarsi presto un lavoro, e ben pagato. La sua unica chance si chiama re Abdullah, il miliardario sovrano dell’Economic City, un’immensa oasi in mezzo al nulla destinata a diventare la città del futuro. Il compito di Alan è difficilissimo. Deve convincere re Abdullah ad acquistare la sua mirabolante invenzione. Un ologramma in grado di far apparire chiunque in 3D, direttamente nella tenda del sovrano. Ma cosa succede se il re tarda ad arrivare? Se i funzionari rimbalzano Alan da un ufficio all’altro? L’esilio rischia di diventare interminabile. E mentre cerca disperatamente di evitare l’ennesimo fiasco della sua vita con la bella dottoressa Zahra Hakem, Alan scopre però che lì in mezzo al deserto una cosa la può fare: scrivere a sua figlia e provare a spiegarle che un genitore non è altro che un essere umano come gli altri, che fa degli errori e ha un ruolo piccolo nel mondo e nella storia, ma può pur sempre essere qualcosa di importante nella vita di qualcun altro. “Ologramma per il re” mette in scena una strepitosa allegoria delle frustrazioni della middle class, di migliaia di lavoratori occidentali che vedono sfuggire il proprio lavoro verso le frontiere dei nuovi stati emergenti, mentre crolla il sogno americano e le persone reali si perdono nel mondo virtuale. Dave Eggers torna al romanzo, ed è subito una lettura imprescindibile.
“Ologramma per il re” di Dave Eggers. Mondadori editore.
Baviera 1999 d.C. Mille anni sono trascorsi da quando il demoniaco popolo vaivar è apparso in Europa, muovendo dalle lande desolate oltre il Volga per reclamare il possesso delle terre abitate dagli umani e cambiare la Storia per sempre. Da allora una guerra infinita strazia il continente ormai condannato a un eterno medioevo, in cui i regni nati dalle ceneri dell’antico Sacro Impero sopravvivono a fatica tra alleanze precarie, rovesciamenti di fronte ed epidemie. I vaivar avanzano con armate di creature innaturali e spaventose, i manvar: la loro marcia procede inesorabile e sono giunti ormai nel cuore della Baviera. Ed è qui che troviamo Seija, giovane coraggiosa e tenace, l’erede di un’antica stirpe di guerrieri pagani, cacciati dalle terre di Kaleva proprio in seguito all’invasione dei vaivar. Adesso il suo popolo, decimato e nomade, sopravvive offrendo ai cristiani la propria abilità militare in cambio di cibo e di un luogo sicuro in cui piantare le tende. Seija è pronta alla lotta contro l’esercito vaivar comandato dal più grande nemico degli umani: Raivo, il Traditore dalla Mano Insanguinata, stratega temibile, condottiero spietato e unico uomo a essersi venduto anima e corpo ad Ananta, l’immortale regina dei vaivar, per farsi trasformare in un demone plurisecolare e sterminare quella che una volta era la sua specie. Ma quando Seija è costretta ad affrontare il Traditore nel pieno della battaglia, il fantasma di un antico segreto cambia per sempre il suo destino. Perché il condottiero nemico prima esita e poi scatena contro di lei una caccia senza quartiere? Perché ne è così ossessionato da trascurare persino gli obiettivi militari, pur di catturarla? Cosa è accaduto davvero tre secoli fa alla Torre della Strage, il maniero del Traditore, nel giorno in cui Raivo ha rinunciato alla sua umanità? Cecilia Randall, dopo aver incantato i lettori con “Hyperversum” e “Gens Arcana”, torna con una nuova saga fantasy: “Millennio di fuoco”. Ricco di riferimenti letterari e cinematografici, da “Dracula” a “Star Wars” a “Il Signore degli Anelli”, il primo volume della saga, Seija, unisce l’avventura all’emozione, il racconto di una guerra millenaria alla storia di un amore maledetto ma capace di attraversare gli oceani del tempo.
“Millennio di Fuoco – Seija” di Cecicia Randall. Mondadori editore.
“Lo ammetto: avevo una testa decisamente grossa, ma non è che fosse una cosa tanto insolita per un bambino del Midwest. I crani dalle
nostre parti sono progettati in modo da concedere al cervello un po’ di spazio per crescere, qualora uno dovesse imparare qualcosa che va oltre la rigidità e l’isolamento delle nostre esistenze. Un giorno, magari, ci troveremo alle prese con qualcosa che non comprendiamo, chessò, una lingua straniera, o un’insalata. Il volume cranico in avanzo serve a proteggerci da spiacevoli circostanze del genere.” Michael Moore – regista di documentari che hanno fatto la storia recente del cinema, vincitore di un Oscar, autore di bestseller mondiali quali “Stupid White Men“, e massimo provocatore di tutti gli USA – è tornato, questa volta per raccontare la storia più incredibile di tutte: la sua. Incurante delle ammuffite regole dell’autobiografia, ci regala 24 storie di ampio respiro, irriverenti e assolutamente fuori dal comune. Eccolo, per esempio, a undici anni aggirarsi smarrito per il Senato americano fino a essere ritrovato da Bobby Kennedy; il momento successivo eccolo al cimitero di Bitburg in compagnia di un Ronald Reagan non propriamente lucido. Se si passa al 2003, eccolo scandalizzare il mondo quando, in occasione della sua premiazione agli Oscar, invece di dire “Vorrei ringraziare l’Accademia” come tutti si aspettavano, disse: «Viviamo in un’epoca fittizia. Viviamo in un’epoca di risultati elettorali fittizi che eleggono presidenti fittizi. Viviamo in un’epoca in cui c’è un uomo che ci manda in guerra per ragioni fittizie». Queste pagine che ci restituiscono i momenti più rivelatori e pazzeschi di una carriera pluridecennale sono proprio come Michael Moore: estremamente personali e profondamente oneste, divertenti e ricche di spunti, eccessive e piene di verità. I lettori di questo libro scopriranno i molti lati di una personalità poliedrica come quella di Michael Moore e avranno l’enorme privilegio di scoprire fino in fondo l’animo coraggioso e tremendamente candido di quest’uomo che ha saputo – coi suoi documentari e i suoi libri – risvegliare la coscienza assopita di un’intera nazione.
“Guai in arrivo” di Michael Moore. Mondadori editore.
Claudia e Flavio si sono amati, a lungo, morbosamente, con la clemenza del tempo che cambia e che passa. Poi tutto è finito, e per lei è stato come mettere qualcuno alla porta nella speranza che si riaprisse di colpo. A cinquant’anni quello che vedono è un mondo alla deriva, come un’isola. Lui ha dentro la furia che dà l’assoluzione, perché vuole andare avanti, tornare a terra; lei è un pozzo profondo nel quale annegare, perché salvarsi vorrebbe dire dimenticare e il ricordo non deve sparire. Il tempo che si concedono non è lo stesso, e forse non solo quello. Flavio incontra Giorgia, basta un attimo tra loro e la pioggia d’estate fa il resto. Lei, con l’energia e la freschezza dei trent’anni, il corpo acerbo di chi non vuole crescere, gli ha indicato la terraferma, e lui, appesantito dalla vita, si è abbandonato alle sue velleità. Claudia e Nina si conoscevano già, ma all’università, divise dal ruolo, dall’età, dall’idea che il rispetto non si sarebbe mai trasformato in amore. Eppure Nina è bellissima, una giovane Chloë Sevigny seducente e meravigliosa, e ora l’abbraccio che tende è famelico, e ha una potenza a cui nessuna donna può sottrarsi. “Amori che non sanno stare al mondo” è il ritratto di due generazioni, il punto che ricuce il dolore, una storia potente che parla di noi. Francesca Comencini racconta con una scrittura lieve, che si posa sulle cose senza affondare il colpo mai, l’intraducibile equazione dei rapporti che viviamo, e infila le mani nelle pieghe infinite dei suoi personaggi che, sospesi o in movimento, cercano l’amore, lo inseguono e a volte, per paura, lo respingono.
“Amori che non sanno stare al mondo” di Francesca Comencini. Fandango editore.
Fitzwilliam Darcy è l’eroe romantico che da duecento anni a questa parte continua a conquistare il cuore di milioni di lettrici in tutto il
mondo. In questa coinvolgente e fedele rivisitazione di “Orgoglio e pregiudizio”, finalmente la storia di Darcy ed Elizabeth viene raccontata dal punto di vista di lui. Per la prima volta abbiamo accesso ai suoi pensieri e sentimenti più intimi, riversati nelle pagine del suo diario, e a tutti quei momenti e quelle situazioni a cui nell’originale si fa solo cenno. All’apparenza freddo e distaccato, Darcy in realtà ha un temperamento passionale: possiamo condividere la sua furia e la sua indignazione nello scoprire il proposito della sorella di fuggire con George Wickham, la sua buona fede nell’adoperarsi per separare l’amico Charles Bingley da Jane Bennet e il suo disgusto nel dover di nuovo aver a che fare con Wickham, che ora insidia proprio la famiglia Bennet. Ma, sopra ogni altra cosa, attraverso le parole di Darcy ripercorriamo la sua storia d’amore con Elizabeth in tutte le sue sfumature, dall’iniziale ostilità all’irresistibile attrazione, dal conflitto interiore fino all’indimenticabile lieto fine. “Il diario di Mr. Darcy“ è un rispettoso omaggio al capolavoro di Jane Austen, e un’occasione imperdibile per rivivere ancora una volta le emozioni e le atmosfere che ha saputo creare.
“Il diario di mr. Darcy” di Amanda Grange. Tre60 editore.
«Un giorno ti innamorerai, Travis. E quando succederà, combatti per il tuo amore. Non smettere di lottare. Mai.» Travis Maddox è solo un bambino quando sua madre, ormai con un filo di voce, gli lascia queste ultime parole. Parole che Travis conserva come un tesoro prezioso. Adesso Travis ha vent’anni e non conosce l’amore. Conosce le donne e sa che in molte sarebbero disposte a tutto per un suo bacio. Eppure nessuna di loro ha mai conquistato il suo cuore. Provare dei sentimenti significa diventare vulnerabili. E Travis ha scelto di essere un guerriero. Finché un giorno i suoi occhi scuri non incontrano quelli grigi di Abby Abernathy. E l’armatura di ghiaccio che si è scolpito intorno al cuore si scioglie come neve al sole. Abby è diversa da tutte le ragazze con cui è sempre uscito. Cardigan abbottonato, occhi bassi, taciturna. E soprattutto apparentemente per niente interessata a lui. Ma Travis riesce a vedere dietro il suo sorriso e la sua aria innocente quello che nessuno sembra notare. Un’ombra, un segreto che Abby non riesce a rivelare a nessuno, ma che pesa come un macigno. Solo lui può aiutarla a liberarsene, solo lui possiede le armi per proteggerla. L’ultima battaglia di Travis Maddox sta per cominciare e la posta in palio è troppo importante per potervi rinunciare. Solo combattendo insieme Abby e Travis potranno dare una casa al loro cuore sempre in fuga…
“Il mio disastro sei tu” di Jamie McGuire. Garzanti editore.
In luglio a Bellano fa un caldo della malora. L’aria è densa di umidità e il cielo una cappa di afa. Eppure l’acqua che scorre rombando tra le rocce dell’Orrido è capace di tagliare in due il respiro, perché è fredda gelata, certo, ma anche perché nelle viscere della roccia il fiume cattura da sempre i segreti, le passioni, gli imbrogli, le bugie e le verità che poi vorrebbe correre a disperdere nel lago, sempre che qualcuno non ne trovi prima gli indizi. Come per esempio una carta d’identità finita nell’acqua chissà come e chissà perché. Brutta faccenda. Questione da sbrigare negli uffici del comune o c’è sotto qualcosa che compete invece ai carabinieri? Alla fine, a sbrogliare la matassa ci pensa Oscar, operaio generico, capace cioè di fare tutto ma niente di preciso, che da sei mesi è in cassa integrazione e snocciola le giornate sul divano con addosso le scarpe da lavoro, con la punta grossa. In quel luglio del 1970, offuscato dal caldo e dalle ombre tetre della crisi economica, armato della sua curiosità ottusa Oscar fa luce sui movimenti un po’ sospetti di Ilde, la giovane moglie dal caratterino per niente facile, che forse sta solo cercando il modo di tirare la fine del mese come può.
“Di llde ce n’è una sola” di Andrea Vitali. Garzanti editore.
Quando Stéphane Campana viene fulminato con due scariche di pallettoni nello stomaco, si arrende e muore. Non sa se quanto gli sta accadendo ha qualcosa a che fare con la sua militanza politica nelle file degli indipendentisti corsi, con un vecchio debito d’onore o con la l’amante bambina che lo aspetta nuda al piano di sopra. Così come l’antropologo Théodore Moracchini non è sicuro se la sua dipendenza dal sesso sia una maledizione o un dono, se i fantasmi che talvolta gli appaiono in sogno siano saggi o malevoli. Nessuno discute il suo destino nella Corsica di Ferrari. Un destino che è fatale e inesorabile e non ha rispetto per i desideri di un giovane nazionalista destinato a comandare, così come non ha pietà del marocchino Khaled e di sua sorella Hayet, immigrati marocchini approdati in Corsica alla ricerca di una vita migliore. I destini si compiono senza mai chiedere il permesso, lasciandoci il dubbio che il libero arbitrio sia solo un’illusione della nostra volontà. Un romanzo corale di memoria e destino, in un crescendo di amore, morte e incredulità che ruota intorno all’ormai famoso bar di Marie-Angèle e di sua figlia Virginie, innamorata fin da bambina dell’ “eroe” Stéphane Campana fino al punto di abbandonarsi, anima e corpo, ai suoi più strani desideri. Scritto con stile magistrale da Jérôme Ferrari, premio Goncourt 2012, il romanzo ha la stessa ambientazione e molti degli stessi personaggi di “Sermone sulla caduta di Roma”, di cui, da un punto di vista narrativo, è cronologicamente precedente.
“Balco Atlantico” di Jérôme Ferrari. Il 16 ottobre Edizioni E/O editore.
Un giovane aspirante ricercatore universitario, sfegatato tifoso della Juve, alle prese con un dilemma amoroso tra due donne: una
spregiudicata modella e una sua collega dell’università. Le partite della squadra bianconera, i cui punteggi scandiscono i vari capitoli, accompagnano la narrazione. Il romanzo di Marco Apolloni e Jonathan Arpetti si apre con la prefazione di Darwin Pastorin, che si rivolge “agli amanti del calcio e della letteratura, del calcio e della letteratura che vanno sottobraccio”. Come recita l’inno della Juve, è proprio la “Storia di un grande amore” che, scandita dalla cavalcata dei bianconeri verso lo scudetto 2011-12 e dai dialoghi immaginari del protagonista con il suo idolo David Trezeguet, porterà il protagonista fino in Africa.
“Juve 30 e love” di Marco Apolloni e Jonathan Arpetti. Miraggi editore.
Io ci sarò nasce dal bisogno di una madre di riflettere sul proprio ruolo e sul rapporto con un figlio ‘speciale’. Scrivere diventa auto-terapia e porta a mettere a nudo le paure e le difficoltà che si propongono a chi si trova proiettato in un ruolo temuto ed esorcizzato. Dall’imbarazzo e dalla solitudine che quasi sempre rinchiudono i ragazzi disabili e le loro famiglie in ghetti di apparente protezione, nasce come contrappasso la voglia di condivisione e di gioia, di visibilità, la consapevolezza del diritto a esserci e partecipare. È un libro felice e rasserenante che non nega il dolore ma ne fa strumento di crescita, senza mai cedere alla rassegnazione.
“Io ci sarò” di Letizia Nucciotti. Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri editore.
Gialli, thriller e noir
Il commissario Miceli è al suo primo giorno di pensione, quando una lettera dal Ministero gli comunica che, a causa di un errore di
calcolo, gli tocca lavorare ancora un anno. È così che il commissario Grazi Bruni e Miceli si ritrovano a collaborare, gomito a gomito. E dietro le quinte, come sempre, ci sarà l’ex giudice Petri a dar loro una mano. Questa volta il caso, anzi i casi, di omicidio, sono due: due uomini assassinati con inaudita violenza. Le piste all’inizio sembrano chiare: portano a due donne. Ma poi si confondono, si incrociano, sembrano diventare una sola, finché… si perdono tutte le tracce. A Petri, a lui solo, l’onere di conoscere la verità, ma di doverne portare il peso in silenzio.
“Chiuso per lutto” di Gianni Simoni. Tea editore.
Nel cuore di una notte d’inverno in cui la neve ricopre interamente Stoccolma, un ragazzo cammina lungo i binari di un ponte ferroviario sospeso sul ghiaccio, in direzione del centro. Perde sangue da una mano ed è in gravissimo stato di shock: nel suo delirio febbricitante, parla di un misterioso uomo della sabbia. Il ragazzo si chiama Mikael e risulta scomparso da dodici anni. Da sette è stato ufficialmente dichiarato morto. All’epoca dei fatti, dopo lunghe ricerche, tutti hanno preferito credere che Mikael fosse annegato insieme alla sorellina, Felicia, scomparsa lo stesso giorno, sebbene i corpi non siano mai stati trovati. Tutti tranne il commissario Joona Linna. Lui ha sempre saputo che i due fratelli sono tra le numerose vittime del più spietato serial killer svedese, Jurek Walter, l’uomo che lui stesso ha catturato anni prima. Da allora Jurek Walter è detenuto in regime di isolamento nell’unità di massima sicurezza dell’ospedale psichiatrico Löwenströmska. Non può parlare con nessuno ed è costantemente sedato, ma niente riesce a domarlo. Il male che abita in lui è animato da una furia incontrollabile. Con il ritorno di Mikael, però, tutto cambia. Nessun caso può considerarsi chiuso. E Felicia potrebbe essere ancora viva…L’unico a sapere la verità è Walter, l’unico uomo forse in grado di essere più pericoloso dietro le sbarre che da libero. Qualcuno deve introdursi nell’ospedale e conquistarsi la fiducia del serial killer, sperando di indurlo a parlare. E, soprattutto, sperando di sopravvivergli…
“L’uomo della sabbia” di Lars Kepler. Longanesi editore.
Ragazzi
Una farfalla che vola leggera… il sapore dell’uva rubato a un filare… un sogno che più non ritrovi: sono questo, e molto altro, le
canzoni di Francesco Guccini. Sono la colonna sonora di più generazioni, raccontano quello che si lascia e si conquista quando si diventa grandi, parlano dei cambiamenti, del mondo a volte crudele che ci circonda, di una consapevolezza che si disvela per squarci improvvisi. Sono una scatola magica per adulti e bambini: custodiscono storie per tutti, in cui tutti possono riconoscere la propria storia. Capolavori senza tempo, poesie per ogni età. Una canzone, Culodritto, Il vecchio e il bambino, Auschwitz, Piccola città, E un giorno…, L’ultima volta: dalla ricca produzione dell’artista sette canzoni, sette poesie sul tema dell’infanzia, del ricordo e del sogno, splendidamente illustrate da Alessandro Sanna.
“Culodritto e altre canzoni” di Francesco Guccini. Mondadori editore.
Al castello di Bellacittà è giorno di gran festa, ma all’improvviso dal bosco spunta un enorme drago, ben deciso a rovinare il divertimento a tutti. Il re e la regina si rifugiano nel castello correndo a più non posso… ma c’è un problema: manca la principessa Lily! Riusciranno il contadino Porcellino e Zigo-Zago a sconfiggere il drago e liberare la principessa?
“Messer Porcellino” di Richard Scarry. Mondadori editore.
“L’infanzia del mago” non è tanto un frammento autobiografico di Hesse, quanto la sottile chiave di lettura che spiega la genesi profonda di tante sue opere, tra le quali spiccano “Siddharta” e “Il gioco delle perle di vetro”. È la rievocazione di Hesse bambino – imbevuta dei racconti del nonno vissuto per parecchi anni in India con incarichi di prestigio da parte della Corona inglese – che vuole diventare mago e anela a essere invisibile, come il ‘piccolo uomo’ che appare di tanto in tanto a dargli consigli e aiuto. Imparerà, alla fine, a diventare adulto, ma anche a “sostituire l’invisibilità della cappa magica con l’invisibilità del sapiente che, mentre conosce, mai è riconosciuto”.
“L’infanzia del mago” di Hermann Hesse – Favola autobiografica trascritta a mano e disegnata da Peter Weiss. Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri editore.
Saggi
Reed Albergotti e Vanessa O’Connell, giornalisti del “Wall Street Journal”, seguono da anni tutte le vicende che riguardano il team US Postal, la squadra di cui faceva parte Lance Armstrong quando, dal 1999 al 2005, vinse sette Tour de France. Recentemente un’inchiesta condotta dalla United States Anti-Doping Agency ha accertato il ricorso sistematico a pratiche dopanti da parte del ciclista e della sua squadra, provocando la revoca dei premi. Così i due giornalisti hanno deciso di ricostruire lo scenario che ha dato vita a uno dei più grandi scandali della storia dello sport, rivelando particolari inediti e inquietanti. Un’inchiesta che mette in luce coinvolgimenti insospettabili, da uomini d’affari a politici influenti, e che rivela sorprendenti connessioni con il mondo del business, un giro milionario che va ben oltre le accuse rivolte ad Armstrong come semplice ciclista. Questo saggio racconta per la prima volta come venne costruito un raffi nato sistema di spionaggio e di tecnologie all’avanguardia che permise ad Armstrong prima di entrare nella leggenda e, qualche anno dopo, di diventare il simbolo del più grande scandalo della storia dello sport.
“Il texano dagli occhi di ghiaccio” di Reed Albergotti. Mondadori editore.
I neuroni hanno qualcosa da insegnare ai designer e agli artisti? Si abusa del termine “creatività”, ma cosa sono in realtà i processi inventivi? Cosa succede nel cervello quando guardiamo e quando progettiamo? Un saggio critico e allo stesso tempo un manuale ampiamente illustrato, che espone fatti scientifici e problemi teorici intrecciandoli con esempi e aneddoti sul design, il cinema, la grafica, i cartoni animati.
“Guardare, pensare, progettare” di Riccardo Falcinelli. Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri. editore.
Vari
In tempi di crisi planetaria non crollano solo gli imperi finanziari e industriali, ma anche le economie domestiche: e allora perché non tornare a considerare la cucina uno dei territori dove si può risparmiare senza per questo rinunciare alla qualità, anzi addirittura aumentandola? Lo fa Letizia Nucciotti con un vero e proprio manuale che cambia l’idea corrente sugli avanzi: non rimasugli secchi, sbiaditi e maleodoranti, ma base di partenza per esercitare tutt’intera la fantasia e non sprecare nulla. Perché il segreto di una tavola gustosa, allegra e dignitosa non risiede nella disponibilità di chissà quali ingredienti, ma nella capacità di inventare ricette gradevoli a partire da ciò che offrono frigo e dispensa. Da come organizzare una spesa oculata, a mille ricette per recuperare ogni tipo di avanzo – inframezzate dai racconti della memoria finora tramandati oralmente – un viaggio alla riscoperta del consumo responsabile.
“Avanzi di popolo” di Letizia Nucciotti. Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri editore.
Tingere con le piante ci riavvicina al mondo naturale. Divise per stagione, potremo conoscere quelle che ci donano i colori. E poi, per ogni pianta, attraverso la scheda illustrativa conosceremo la ricetta per estrarre il bagno-colore e tingere fibre e tessuti. Un manuale come suggerimento per sperimentare e catalogare le proprie piante e i propri toni di colore, in quanto in natura niente si ripete e niente è eterno, ma la biodiversità è la fonte della vita e della trasformazione: l’unica via per l’adatta mento.
Tingere con le piante di Martina Marzagalli. Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri editore.
Chef ogni giorno, a colazione, a mezza mattina, a pranzo, in tutto l’arco del pomeriggio, in prima, seconda terza serata e in piena notte. Sugli schermi televisivi e su tutte le pagine patinate. Chef da soli, ma più spesso in compagnia di nani e ballerine, a decantare le loro ricette, “aragosta con tartufi” oppure “lumache affogate nel lardo”. Letizia Nucciotti volta pagina, radicalmente, categoricamente: dalle autostrade televisive e dalle pagine patinate e colorate ritorna alle strade bianche del cibo semplice, delle ricette delle nonne e delle zie (vere, non inventate) e dei ricordi di una civiltà – quella contadina – che molti vorrebbero morta e sepolta e che lei invece recuperae ripropone come compagna di vita quotidiana, memoriaviva, nuova resistenza.Le quasi 500 ricette straordinariamente semplici, diventano romanzo popolare, inframezzate come sono dai suoi ricordi di bambina e del popolo dell’Amiata, forte, orgoglioso e fantasioso.
“L’antichef” di Letizia Nucciotti. Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri editore.
Una visione del mondo e del percorso per la consapevolezza e la felicità dallo scopritore della sostanza che ha rivoluzionato la seconda metà del secolo scorso, almeno per quanto riguarda l’esplorazione della psiche. Dice il dottor Hofmann: “Per muoversi nel mondo, per rispettarlo e amarlo, per sentirsi coinvolti pienamente in esso, è necessario vedere la profondità delle cose, usufruire di uno sguardo stereoscopico… Conoscere i meccanismi della creazione è per me un atto spirituale, non esiste separazione tra materia e spirito, questo è uno dei falsi problemi dell’uomo”.
“Percezioni di realtà” di Albert Hofmann, in appendice “I misteri di Eleusi”. Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri editore.