Data di pubbl.: 2024
Pagine: 320
Prezzo: € 16,00
Vincenzo é un tossico mai redento, un criminale, forse, ma per disperazione. Un uomo che ha imbrogliato le carte, quelle che sua nonna – abile nell’arte dei tarocchi come tutte le donne della famiglia – gli aveva fatto prima che lui partisse per Milano alla ricerca di un luogo lontano da Napoli e di un futuro di speranza. Così non è stato. A salvarlo dall’abisso un padre sostituto: il boss Giovanni Testa che ritorna con inquietante ricorrenza nella vita di Vincenzo. Ora, di nuovo in Campania, Vincenzo ha scelto di vivere a Bacoli. Ha una barca con un nome di donna, Diana; un amico fedele – una nuova, positiva, figura paterna – il pescatore Antonio; una compagna, Irene, che potrebbe restituirgli una parvenza di serenità se solo Vincenzo non fuggisse da questo amore avvolgente, vero, limpido. Ma lui è un uomo di oscurità che l’oscurità l’attira. A Bacoli, infatti, è arrivata la Dinamic Sea, multinazionale dell’allevamento ittico, pronta a colonizzare lo specchio di mare di fronte alla cittadina con enormi vasche piene di pesci importati. I membri della locale Cooperativa sono divisi. C’è chi ritiene l’arrivo della Dinamic una disgrazia per l’attività di pesca e chi invece lo considera un’opportunità di stabile impiego. Se ne potrebbe discutere, ma le cose precipitano quando Marco, uno della Cooperativa avverso alla Dinamic, viene trovato morto e decapitato dentro una delle nuove vasche. Un tentativo di sabotaggio finito male o un omicidio? Se lo chiedono Vincenzo, Antonio e Irene che si avventurano in un’indagine privata mal vista dal capo della Mobile, Incoronato, convinto che Vincenzo abbia un ruolo preponderante nel delitto. Intanto, il boss Giovanni Testa e il giovane Bart, evasi dal carcere di Poggioreale dov’erano rinchiusi, convocano Vincenzo perché li aiuti a stanare un altro potente boss latitante da anni, Lo Cascio, colpevole di aver ucciso il figlio di Giovanni, Raffaele, mentre costui non poteva difenderlo perché in carcere. Vincenzo non può dire di no. Troppe cose lo legano a doppio filo a Giovanni, impossibile sottrarsi alla chiamata e impossibile spiegare a Irene cosa lo porti lontano da Bacoli in un momento tanto difficile per la vita della città e la sopravvivenza dei suoi pescatori.
E mentre Vincenzo si lascia trascinare da Giovanni e Bart nell’inseguimento e nella vendetta contro Lo Cascio, a Bacoli muore anche il giovane Adil, proprio come Marco. Tutto è confuso e ingarbugliato. Tutto alla fine troverà una sua logica spiegazione e risoluzione, ma a pagare il prezzo più alto sarà proprio Vincenzo.
Giancarlo Piacci scrive il seguito del suo splendido e fortunato I santi d’argento permettendoci di ritrovare il principale protagonista, alcuni comprimari e di fare nuovi incontri. Fra tutti, forse il più straordinario è Canè del quale nulla diremo per non togliere ai lettori il piacere di scoprirlo. Amarissimo, come ogni libro che intenda raccontare con onestà il lato oscuro di Napoli, lo specchio che ne riflette in negativo l’abbagliante bellezza fatta di luce, cultura e monumenti, Nostra Signora dei fulmini evoca la preghiera disperata di chi chiede, sapendo che non potrà ottenere, la fine di una tempesta di inganni, crudeltà e dolore. E neppure Santa Irene, che dai fulmini dovrebbe proteggere, sarà in grado di salvarci dalla logica spietata della camorra e dei grandi capitali suoi alleati. Perché Napoli è una città di confine i cui abitanti vivono fra leggenda e religione.
“Il corpo di Napoli è proprio come la città: stratificato, insospettabile, tenuto in piedi dai cocci delle vite precedenti e dai loro segreti.” (pag. 268)
Un thriller da leggere apprezzandone la scrittura alta e la profondità con cui vengono descritti i rapporti umani e di potere in una città che in pochi sono riusciti a comprendere.