Niente meglio del cibo e della musica può avvicinare le persone. Torna l’Ottobre Africano.

“Per sconfiggere il razzismo e per costruire una società multietnica ci sono ancora molti passi da compiere, ma vogliamo dimostrare che le barriere che impediscono l’amicizia tra i popoli si possono, anzi si devono, abbattere”.

Quali migliori parole per descrivere un evento se non quelle del direttore dello stesso. Cléophas Adrien Dioma, che ricopre la carica per “Ottobre Africano”, ha spiegato così il significato di “Cultura in diplomazia”, tema che quest’anno accompagnerà la XIV edizione della manifestazione.

Un’occasione, come ogni anno, per avvicinare culture, popoli, tradizioni, che vivono sul territorio italiano; un modo di farlo in festa, perché si sa, non c’è galeotto migliore per conoscere qualcuno o qualcosa! Ottobre africano quest’anno ci propone un tema che sensibilizzi e aiuti a sconfiggere la paura verso l’altro, una paura che mai come in questi tempi sta brulicando nella società. “Diplomazia”, appunto, come apertura e tolleranza, valori legati a filo doppio con la cultura, intesa nel suo senso più nobile.

Per tutto ottobre, quindi, spazio alle riflessioni certo, ma anche al divertimento. Tante sono le città che ospitano l’evento, con un programma ricco di appuntamenti dalle mille sfaccettature. Ci saranno presentazioni di libri, conferenze, workshop, sfilate di moda, concerti. Forte del successo dell’edizione scorsa, torna ad essere uno dei punti focali “IncontroCucina”, il contest culinario aperto a tutte le comunità straniere presenti sul territorio italiano. Gli chef amatoriali si sfideranno durante cinque serate in altrettante città, proponendo i piatti tipici della propria tradizione e sfidandosi sulla base della propria capacità culinaria e non solo: anche la vena creativa, artistica, e rappresentativa della propria cultura infatti, avrà grande influenza sul vincitore finale. La serata conclusiva si svolgerà a Roma a fine ottobre.

“Niente meglio del cibo e della musica può avvicinare le persone”, sottolinea Fiorella Mannoia, madrina della manifestazione, “perché non hanno bisogno di parole. Viviamo a stretto contatto con persone di etnie diverse, alcune lavorano nelle nostre case, ma raramente ci soffermiamo a chiedere cosa si cucina in Burkina Faso o in Eritrea, che tipo di libri si leggono e quali sono le abitudini in casa. È fondamentale invece iniziare ad ascoltare il nostro vicino”.

 

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