Autore: Teller Janne
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Feltrinelli
Genere: Narrativa
Traduttore: Maria Valeria D’Avino
Pagine: 119
Prezzo: 12
Niente: un libro assolutamente da leggere per chi vuole provare emozioni forti, tutte “di pancia”, così intense che la loro connotazione si scoprirà solo “vivendola” nelle parole dell’autrice. Un romanzo, non un saggio, tuttavia chiarificatore delle dinamiche che possono scatenarsi nella vita di gruppo adolescenziale. Il romanzo shock di un’autrice danese tradotta in tutto il mondo, presenta un interrogativo che riguarda tutti noi da vicino fin dall’ adolescenza: il senso della vita. Questo libro considerato “deviante” per i ragazzi in crescita, ha subito la censura in vari paesi ed è stato bandito dai programmi scolastici, ma il successo di pubblico e della critica gli ha portato numerosi premi e riconoscimenti dandogli il via libera anche nel nostro Paese. Lo scritto di Jane Teller, ora pubblicato da Feltrinelli traducendo anche il titolo originale danese (Intet, cioè Niente), per la verità era già uscito in Italia nel 2004 edito da Fanucci con titolo “L’innocenza di Sofie”.
In una cittadina danese, Taering, un tredicenne, Pierre Anthon, sale su un albero per non scendere più. “Scoprì che non valeva la pena far niente, dato che niente aveva senso”(pag.10). Per lui “ se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa” (pag.21), così decide di restare lì senza far nulla. Questo atto di rivolta assoluta mette in crisi i suoi compagni di scuola. Così, passando davanti al susino sul quale si è arrampicato, i teenager di Taering, iniziano a dubitare delle sue immortali sentenze. E, per mostrargli che sbaglia, e che la vita è piena di cose belle che vale la pena assaporare ogni giorno, si privano di ciò che è loro più caro. Quello che comincia come un gioco si trasforma in una prova di coraggio spinta fino alle estreme conseguenze. E ogni ragazzo sacrifica a Pierre Anthon ciò che ha di più prezioso, in una spirale distruttiva. All’inizio si tratta di oggetti innocenti come una canna da pesca, un paio di sandali verdi, ma poi i ragazzi si fanno prendere la mano dal gioco perverso e si spingono sempre più in là fino al sacrificio di un criceto o al taglio delle trecce e poi ancora, arrivando a simboli quali una bandiera o un crocefisso per giungere a richieste più angosciose ed inquietanti rese vincolanti dalla legge del gruppo. Si forma quindi “la catasta del significato” (pag.34) per provare al compagno ribelle che per ognuno “c’è sempre qualcosa che ha un senso” (pag.23). Abbandonati a se stessi, nella più totale assenza degli adulti, i ragazzi si trascinano a vicenda in un’escalation di orrore. In un teatro di crudeltà, la realtà si estremizza fino a rasentare la follia. E quando i media vengono a conoscenza del caso, mettendo sottosopra la cittadina, il progetto precipita verso una conclusione fatale.
Questo romanzo narra le vicissitudini e la crudezza dell’adolescenza e forse mette noi adulti davanti a verità scomode, a cose che non vogliamo vedere. Sappiamo che l’adolescenza è fatta di assenza di compromessi e di coraggio provocatorio. Quale sia il senso della vita è un interrogativo e vi sono periodi come questa fase in cui tale domanda è preponderante. In Niente ogni pagina ha il potere di smuovere qualcosa in ciascuno di noi e il lettore può poi decidere se aprirsi a questa nuova esperienza magari dolorosa o irritante o rinunciare. Il libro mette in scena follia e fanatismo, fragilità e perversione, paura e speranza. In teoria Niente è un romanzo per ragazzi, ma le critiche più aspre lo considerano capace di corrompere i giovani, in pratica è un ottimo libro che fa riflettere anche e soprattutto gli adulti.