“Ho venduto tutti i miei beni, anche questa casa, la casa in cui sono nato, un superattico a Roma di proprietà di mia moglie. Una villa vesuviana a Cercola di mia mioglie. I soldi sui libretti dei miei figli. Ho fatto tutto quello che potevo; l’Istituto vive. Se il governo si rende conto dell’importanza di questo istituto allora potrà sopravvivere”. Parole di disperazione da Gerardo Marotta, presidente dell’Istituto di Studi Filosofici di Napoli, fiore all’occhiello della cultura campana nel mondo. Nonostante i sacrifici, infatti, il suo patrimonio rischia di andare perduto per sempre: si tratta di oltre 300mila libri, tra cui la prima edizione italiana dell’Encyclopedie di Diderot e D’Alembert e scritti di Giordano Bruno e Benedetto Croce, per un valore di oltre 10 milioni di euro. L’Istituto, però non può più pagare i 200mila euro d’affitto mensile e deve lasciare la sua storica sede di Monte di Dio. I libri verranno trasferiti in un capannone di Casoria in attesa di un destino migliore.”Da tutte le parti ci vengono offerte, anche dall’estero. Paesi stranieri che vorrebbero ospitarci ma noi vorremmo fare tutto in Italia, per questo paese ci vogliamo battere”.Per Marotta la colpa di tutto questo è delle promesse non mantenute di politici e istituzioni. Una piccola luce di speranza, però, sembra offrirla il sindaco De Magistris che vorrebbe portare l’Istituto e i suoi libri in un’ala da restaurare dell’ex Albergo dei poveri.
Fonte: TMNews