Ministro Carrozza: Ebook nelle scuole rimandati al 2015

EBOOK nelle scuole al posto dei libri di carta? Se ne riparlerà al 2015-2016: il rinvio, di un anno rispetto alle norme già scritte, sarà contenuto in un pacchetto di che il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza presenterà il 9 settembre al Consiglio dei ministri. Un rinvio che era già stato annunciato alcune settimane fa, ma che ora viene confermato nero su bianco, secondo quanto riportato dal Corriere delle comunicazioni.

Da molti anni si parla della possibilità concreta di inserire nelle scuole libri elettronici, ma anche banda larga e documento unificato. Il percorso dell’innovazione italiana sembrerebbe tutto in salita, tra nuovi problemi e occasioni di risparmio e guadagno perse come la possibilità di risparmiare per 20 miliardi e le maggiori entrate per 5 miliardi in tre anni, per lo Stato, secondo uno studio di School of Management-Politecnico di Milano.

Non mancano le promesse non mantenute.

E tra queste promesse c’è quella che vede la sistemazione della governance dell’Agenda, grazie anche al nuovo ruolo di regista assunto da Francesco Caio presso la Presidenza del Consiglio, al fianco dell’Agenzia diretta da Agostino Ragosa, il cui Statuto dovrebbe essere approvato dalla Corte dei conti entro settembre. O ancora, quella che i soldi per la banda larga torneranno con la nuova legge Sviluppo, assicurano dal Governo.

Che gli ebook alla fine partiranno (adesso le scuole e gli editori non sarebbero pronte, dice il ministro Carrozza, e non si può puntare su “un solo software”).

E ancora, che entro fine anno arriveranno i decreti per il Documento unificato e l’Anagrafe nazionale. Per ora quindi promesse, rinvii e ritardi.

Inoltre l’Italia è in ritardo per velocità di connessione alla rete (solo a luglio è stata avviata la prima rete nazionale in fibra ottica, di Telecom Italia), negli acquisti online (17 per cento della popolazione, contro la media europea del 45 per cento), per quota di Pmi che fanno vendite o acquisti online (4 per cento, media europea 13 per cento), nell’uso regolare di Internet (53%) e dei servizi di eGovernment (19%, media europea 44%).

Fonte: repubblica.it

 

 

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