A Timbuctù, antico centro carovaniero ma anche fulcro di irradiazione culturale, Patrimonio dell’umanità per l’Unesco, si conservano quasi 100mila manoscritti risalenti al periodo anteriore all’Islam e conservati per secoli: trattati di musica, botanica, religione, diritto, scienza, storia e commercio.
Gli accessi alla storica città di Timbuctu, nel deserto del Mali, sono di nuovo sotto il controllo delle forze dell’esercito locale e francese. I jihadisti, prima di fuggire, avrebbero dato fuoco, secondo quanto riferisce il sindaco della città, a una biblioteca, l’Istituto Ahmed Baba che contiene preziose e fragilissime collezioni di codici e manoscritti risalenti al 1.200: più di 20mila manufatti, alcuni dei quali immagazzinati in grotte sotterranee.
I terroristi salafiti, nei mesi scorsi, avevano già compiuto un altro sacrilegio: la distruzione di mausolei, santuari e delle tombe dei teologi sufi, una corrente dell’Islam considerata dai jihadisti troppo moderata.
In una telefonata con Associated Press, il sindaco di Timbuctù ha detto: “È davvero allarmante che questo sia successo. Hanno incendiato tutti i manoscritti antichi importanti, libri antichi di geografia e scienze. È la storia di Timbuctù e della sua gente”.