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Mondadori editore
Prezzo di copertina: 18,00 € |
I due autori, dopo aver mandato in pensione per ragioni di età il commissario Santovito, protagonista del precedente ciclo di romanzi, creano un nuovo investigatore, Marco Gherardini detto Poiana, che non è un poliziotto bensì una guardia forestale: appare subito evidente da questa scelta che protagonista è soprattutto il paesaggio dell’Appennino, infestato da bracconieri moderni sempre più spietati, sconvolto dalla speculazione edilizia e distrutto da incendi dolosi. Il paesino è uno sfondo in cui il pubblico affezionato si ritrova immediatamente: all’interno di esso si muovono personaggi diversi, presentati all’inizio per consentire al lettore di ritrovarsi via via la vicenda prende forma. Il tutto parte da un curioso avvistamento: un piede in bocca ad un cinghiale. Il problema è…
che la fonte non è attendibile: è un bracconiere avvezzo ad alzare il gomito, deriso dai compaesani. Un incendio complicherà ulteriormente il quadro investigativo ed è nella ricerca della verità che comincia a caratterizzarsi la figura di Poiana. “Lui è come il rapace da cui prende il soprannome. Se gli toccano il bosco diventa una belva e sta dietro al colpevole finchè non l’ha beccato”. E’ schietto e deciso, un po’ sopra le righe con i superiori e forse troppo saggio e distaccato per i suoi ventisette anni.Sembra essere piuttosto un alter-ego degli autori pronto, nello svolgere la sua funzione, a compiere anche battaglie sociali.
E’ un giallo classico dallo stile semplice, che si dipana attraverso una trama forse un po’ prevedibile; il riferimento a temi ambientali e la presenza di un filo rosa lo rendono interessante e piacevole anche a lettori e lettrici che sono soliti prediligere altri generi.