Mai guardarsi indietro- Margaret Storm Jameson

Hervey Russell si è da poco sposata, in seconde nozze, con Nicholas Roxby. La loro vita coniugale trascorre con tranquillità e, a fare da contorno alla loro gioiosa unione c’è il piccolo Richard, loro figlio. Hervey è una donna forte e decisa che combatte con passione le sue battaglie. È riuscita ad ottenere dal signor Marcel Cohen, proprietario di un importante negozio di antiquariato, la possibilità di un buon lavoro per Nicholas e i progetti che la donna porta avanti assieme al comitato per lo sciopero stanno dando i loro frutti. Presto una grande manifestazione popolare si troverà nelle strade di Londra e uomini e donne di qualsiasi orientamento politico ed estrazione sociale chiederanno a gran voce quelle riforme democratiche necessarie per la moderna nazione inglese.

Eppure Hervey non riesce ad essere completamente serena per la sua vita e i risultati che ha ottenuto. Proprio mentre il clima di tensione sociale si fa sempre più forte, si avvicina una data assai importante per la donna: la sua operazione chirurgica per la rimozione di un tumore all’utero. Hervey ha dovuto sopportare anni di enormi dolori prima di poter procedere all’operazione che significa molto per lei. Rimuovere il tumore, forse perdere l’utero significa avere uno sfregio alla sua femminilità. E come se non fosse sufficiente, l’operazione potrebbe costarle caro, potrebbe pagare un prezzo troppo alto nella sua ricerca della salute. Mentre dubbie paure assalgono la donna, lo sciopero si concretizza. La gente scende in piazza e ci sono tutti comunisti e fascisti, operai e piccoli proprietari, suffragette ed esponenti dei movimenti per i diritti civili. Sarebbe bello poter dire che questa fiumana di persone otterranno quello che chiedono, che verranno concesse riforme. Ma la realtà è lo scontro contro chi vuole mantenere lo status quo, chi ha denaro e potere e dei diritti degli umili non si cura.

Mentre il potere sopprime la ricerca del diritto Hervey dovrà trovare ancora una volta la forza di andare avanti.

Pubblicato per la prima volta nel 1936 a Londra, per mano della scrittrice e suffragetta Margaret Ethel Storm Jameson, Mai voltarsi indietro è l’ultimo capitolo della “Trilogia dello specchio del Buio” e il terzo libro (su sei) ad avere come protagonista Hervey Russell. In Italia, questo romanzo viene pubblicato per la prima volta solo quest’ano per merito della casa editrice Fazi che ripropone, a qualche giorno di distanza dalla festa della donna, un romanzo interessante scritto da una donna e che ha come protagonista un forte carattere femminile.

Non ho avuto modo, purtroppo, di leggere i primi due volumi della triologia che vede come protagonista indiscussa Hervey ma nonostante ciò non ho avuto problemi nell’affrontare la lettura di questo romanzo che, devo ammetterlo, ho trovato stimolante ed interessante. È vero, non posso dire come sia cambiato il personaggio di Hervey nel corso dei precedenti capitoli, se e quali prove abbia dovuto affrontare, eppure malgrado il gap sono riuscito a capire alla perfezione quanto stesse accadendo e a seguire il filo della storia.

Che tipo di lettura aspettarsi da questo romanzo (che vi ripeto potete leggere tranquillamente senza aver affrontato la lettura dei precedenti volumi)? Da un punto di vista storico, l’autrice è estremamente abile nel mostrare come fosse la società londinese nell’epoca degli anni ’20 del secolo scorso. Mentre in Italia andava prendendo forza il movimento fascista Londra, che siamo abituati a immaginare come la grande City, la città della resistenza contro l’avanzare del totalitarismo, era scossa e provata nel profondo da spinte e idee molto diverse tra loro. Non solo. sempre leggendo questo romanzo possiamo avere una idea di quello che era il movimento femminista inglese dell’epoca, quale tempra avessero i personaggi che lo muovevano e la determinazione che animava il dibattito democratico e politico nella rivendicazione di diritti che noi oggi diamo per scontati ma che all’epoca anche nella grande città capitale dell’immenso impero, non  erano così garantiti.

Il personaggio di Hervey mi ha colpito profondamente per la sua umanità. È una donna consapevole della sua femminilità e del suo ruolo di madre e di moglie che svolge con un piglio moderno encomiabile. Non solo, ma è anche guida politica (il movimento per lo scioepro dipende anche da lei e dalle sue decisioni) è una lavoratrice e una progressista. Riesce a non farsi trascinare dagli odi facili della vita politica e mantiene intatta la sua forza e la sua umanità malgrado una prova dura la stia logorando dalla giovane età. Se penso ai miei anni, quasi gli stessi della protagonista, e penso alle sfide che riesce a portare avanti non mi sento molto piccolo e insignificante.

Ritengo che questa lettura sia estremamente stimolante per qualunque lettore, arricchita nella sua bellezza da una traduzione scorrevole e piacevole che rendono assai contemporaneo questo testo.