
Data di pubbl.: 2023
Pagine: 359
Prezzo: € 17,00
Emanuel Carnevali (1897 -1942) ancora oggi può essere considerato il Rimbaud italiano.
Figura anticonformista e poco omologata alla cultura del suo tempo, di questo straordinario poeta, amato da Eliot, Pound e Williams Carlos Williams, oggi si sa veramente poco. Sarà lo stesso Pound ad affidargli la traduzione di alcuni Cantos.
A diciassette anni s’imbarca per New York dove farà i mestieri più umili e frequenterà gli ambienti intellettuali in cui si compirà la svolta modernista nella letteratura americana. Nel 1978 Adelphi pubblicò Il Primo Dio, e poi il buio.
Qualche anno fa le Edizioni Via del Vento hanno pubblicato una plaquette che contiene una scelta essenziale del nostro poeta maledetto.
Una riscoperta doverosa di una delle più belle voci della poesia italiana del Novecento troppo presto dimenticata.
Ai poeti, questo è il titolo della piccola antologia, dà ampiamente conto della straordinaria carnalità dei Emanuel Carnevali, poeta che ha nell’anima il demone.
I suoi versi si muovono in una terra estrema, si fanno largo e scavano trincee di luce nell’oscurità delle tempeste interiori.
Recentemente stiamo assistendo a una riscoperta della scrittura e dell’opera di Carnevali.
Degno di nota è L’ultimo maledetto, pubblicato da Readerforbilnd, un volume che raccoglie Il primo Dio, i racconti e le lettere di questo unico e straordinario personaggio della nostra letteratura.
Valerio Valentini nella prefazione ci spiega benissimo la personalità di Carnevali: «Emanuel non cede a questa tentazione, non ha un indole del compromesso, e rimane solo, solo con la sua illusione di importanza e di genuinità e verità nelle espressioni. Sono, le sue, parole che si basano sull’osservazione della realtà. Emanuel non ha filtri, non si rifà a consuetudini, a tradizioni: la sua poesia è limpida, la prosa essenziale, la sua narrazione è vissuta parola dopo parola».
Duro, crudo e maledetto Emanuel Carnevali, un uomo e un poeta che ogni giorno della sua vita scende all’inferno, scrivendo quello che sente, non essendo mai banale.
È proprio vero quello che scrive Valentini, dopo aver chiuso le sue pagine si ha infatti l’impressione di un’ardente incompiutezza: il sogno è appena sfiorato, il talento rimane una promessa, il coraggio senza obiettivo sicuro.
Bisogna fare i conti con il disincanto di Emanuel Carnevali, l’ultimo maledetto che ha chiesto alla poesia di sostenere il suo passaggio sulla terra e che senza mai cedere all’ ipocrisia ci ha lasciato la disperazione autentica dei suoi personali fiori del male, che in ogni parola è sempre grande letteratura.