
Autore: Attilio del Giudice
Casa Editrice: Caffèorchidea editore
Genere: Narrativa
Pagine: 161
Prezzo: € 14,00
Uno scrittore impazzito di nome Pericle un giorno decide di convocare in un albergo tutti i personaggi dei suoi romanzi. Pare che lo scrittore volesse avere questo incontro per conoscere la sorte toccata alle sue creature dopo la vita letteraria.
Franz Kafka con parole inquietanti racconta ai suoi amici di un uccello che lo tormenta e si nasconde nei posti più impensati della sua vita. Tra l’immaginazione e il vero, il grande scrittore si perde nei labirinti della sua stessa idea di concepire la letteratura, dove la finzione se la gioca con la realtà,
Queste sono due della cinquanta storie raccontate da Attilio del Giudice nel suo libro L’uccellaccio di Kafka.
Un volume di racconti davvero interessante in cui la metaletteratura crea suggestioni di lettura e suggerisce percorsi narrativi che vale la pena attraversare.
Racconti brevi di poche parole, altri di poche pagine. Del Giudice è davvero bravo, con una scrittura essenziale e sempre in sottrazione, a condurre il lettore, coinvolgendolo, nell’universo plurale della letteratura come funzione esistenziale in cui l’immaginario e la verosimiglianza si contendono la partita che si gioca tutta sul campo della narrazione.
In questi racconti quello che conta è il punto di vista del suo autore e il come raccontare le sue storie.
Tra le righe di questi racconti brevi c’è una idea suggestiva e intrigante di metaletteratura.
Del Giudice con le sue narrazioni minime e quotidiane percorre tutte strade della letteratura, esplora tutte le sue vie del narrare e questi racconti prima di tutto ci svelano la scrittura come fatto enciclopedico, metodo di conoscenza, modo di connessione tra le persone, le cose e il mondo.
Lo scrittore e l’uomo sono le stessa persona. Lo scrittore non è altro che l’uomo incastrato nel labirinto del suo tempo, perso nelle storie di vita quotidiana che accadono.
Davanti alla pagina bianca riordina sempre le sue idee, scopre i piani inclinati dell’immaginario, è in cerca delle intuizioni per raccontare il reale, cercando sempre di combinare e scombinare la letteratura, che vive sempre sospesa tra la finzione e la realtà.
In mezzo ci sono sempre le storie che devono essere raccontate.
Ne L’uccellaccio di Kafka, Attilio del Giudice racconta le sue. È consapevole di essere uno scrittore e allo stesso tempo la voce narrante di un mondo di fatti e personaggi che hanno sempre a che fare con la letteratura della vita e con la vita della letteratura.
( https://www.caffeorchidea.it/prodotto/luccellaccio-di-kafka/)